20. in trappola e me lo devi

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Sapeva esattamente cosa avrebbe fatto. Era un copione scritto e già recitato molte volte eppure ogni volta le lasciava una ferita sul cuore. Avrebbe sorriso e gli avrebbe voltato le spalle incamminandosi a testa alta verso i suoi dormitori. Non avrebbe pianto, no, non più. Una come lei non avrebbe mai più pianto per un ragazzo, non avrebbe mai più versato anche solo una singola lacrima, ma di certo si sarebbe sentita lacerare dentro, come se una piccola parte di lei l'avesse appena abbandonata.

«Beh... è sempre meglio di niente, no?» Albus le posò una mano sulla spalla e le si fece più vicino regalandole un sorriso consolatorio. Era sempre stato bravo a pensare per il meglio, lui. Per lui il bicchiere era sempre mezzo pieno, sapeva trovare il lato positivo in qualsiasi situazione ed era il ritratto dell'ottimismo.

«Lo spero.» Rose si strinse nelle spalle sospirando rassegnata, si voltò verso il cugino e cambiò rapidamente discorso. «Sai... Degeneres non è poi così male, non mi dispiacerebbe avere una come lei in famiglia.»

Albus nascose malamente un sorriso nel sentire nominare la ragazza, ma Rose se ne accorse comunque. «È il genere di persona che farebbe impazzire Dominique, ma sì, tutto sommato è una brava amica.»

«Perché mi guardi così?» aggiunse preoccupato vedendo che Rose lo fissava con lo sguardo di una che la sa decisamente lunga. Si limitò ad alzare gli occhi al cielo, un'ombra di un sorriso furbo sulle labbra, ma quando si voltò verso il castello si trattenne a stento dall'imprecare in modo davvero poco signorile. «No, nient- ommioddio ma è una persecuzione!»

«Rose! Che piacevole coincidenza!» Josh Stevens le rivolse un sorriso a trentadue denti avvicinandosi e Rose non potè fare altro se non rivolgere uno sguardo disperato a suo cugino che la osservava curioso.

«Credevo di essere stata abbastanza chiara l'altro giorno.» sbuffò lanciandogli un'occhiataccia che avrebbe fatto accapponare la pelle di chiunque ma non del Grifondoro davanti a lei a quanto pareva.

Al contrario Josh le fece un sorrisino irriverente e si passò una mano tra capelli distrattamente. «Sì, direi che hai reso l'idea.»

«Quindi, che vuoi ancora?»

«Sai è curioso...» Albus intanto osservava incuriosito al di fuori di quel quadretto sua cugina. Era visibilmente nervosa e continuava a giocare con l'orlo della sua gonna arricciandola. Il ragazzo davanti a lei indossava la divisa rossa e oro, ma Al era convinto di non averlo mai visto in giro prima, di sicuro se lo sarebbe ricordato vista la sua arroganza non indifferente. «Stavo tornando in dormitorio dopo che mi hai urlato contro e l'unica cosa che riuscivo a pensare è che tu una possibilità non me l'hai mai nemmeno data. Ed è ingiusto perché io potrei essere potenzialmente innamorato di te e tu potresti avermi sfruttato durante il nostro primo appuntamento solamente per far ingelosire quel tuo Malfoy, quindi... capisci, a nessuno piace essere usato...»

Rose sbattè le palpebre un paio di volte lasciando finalmente stare l'orlo della gonna e alzò il volto a fronteggiarlo ostentando tranquillità. «Qual è il punto?» chiese, un cattivo presentimento in mente.

«Esci con me, questa volta sul serio, senza testa tra le nuvole o pregiudizi. Esci con me.»

In trappola.

Quel ragazzo l'aveva maledettamente incastrata, stava facendo leva sui suoi sensi di colpa e sulla sua familiarità con quel sentimento tanto amaro come il rifiuto. Le voci per i corridoi a Hogwarts correvano fin troppo veloci e probabilmente qualcuno aveva sentito lei e Scorpius parlare nella Sala Comune Serpeverde, riflettè.

Scorpius...

Sospirò e si impose di essere il più dura possibile. «Te lo dirò un'ultima volta, tu non mi piac-»

«Me lo devi.»

Josh le puntò gli occhi azzurri tanto simili a quelli di Scorpius addosso e fu come se una folata di vento l'avesse investita in pieno petto. Rimase per alcuni secondi ferma, paralizzata, bloccata da quelle pozze così brillanti da sembrare quelle del ragazzo che le aveva rubato due volte il cuore e inerme non riuscì a fare altro se non un breve cenno di assenso con il capo.

 Rimase per alcuni secondi ferma, paralizzata, bloccata da quelle pozze così brillanti da sembrare quelle del ragazzo che le aveva rubato due volte il cuore e inerme non riuscì a fare altro se non un breve cenno di assenso con il capo

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Io ve lo dico già da ora, tenetevi pronte perché nei prossimi capitoli ci divertiremo...

Ex's and Oh's | Scorose Where stories live. Discover now