13. assumersi le proprie responsabilità e amici?

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«Sei Rose Weasley vero?» le chiese un ragazzino moro che avrà avuto a stento tredici anni distraendola dal suo studio matto e disperatissimo della domenica sera.

«Sì, hai bisogno di qualcosa?» domandò fissandolo da dietro le lenti degli occhiai che sua madre la obbligava a portare. Ci vedeva benissimo, ma quando si lanciava in sessioni di studio del genere la vista si affaticava e le veniva mal di testa. 

«C'è un ragazzo che chiede di te fuori.»

Rose si alzò incerta, aveva sentito Alice borbottare con Lorcan Scamander riguardo a organizzarle un altro appuntamento con un Tassorosso e aveva sinceramente paura che le stessero tendendo un agguato. Era troppo stanca per poter rifiutare un altro invito e di questo passo sarebbe stata costretta ad accettare pur di non essere più disturbata oltre.

Uscì dal ritratto della Signora Grassa in punta piedi, controllando bene il corridoio per assicurarsi dell'assenza di qualsiasi tipo di gnomo canterino, petali di rose o peggio, ballerini. Aveva sempre rifiutato tutti gentilmente ma non era sicura di poter riuscire a mantenere quella facciata di ragazza perfetta ancora per molto. 

«Pensavo che si fosse perso, ci hai messo una vita!» Rose sobbalzò portandosi una mano al petto quando sentì una voce a pochi passi da lei.
Scorpius la stava fissando con i capelli biondi più disordinati del solito, un sorriso sghembro sulle labbra e lo sguardo divertito. Il cuore di Rose perse un battito quando si rese conto della famigliarità di quella scena e le tornarono in mente altre mille volte in cui era venuto a prenderla all'uscita dei dormitori Grifondoro per andare a lezione insieme o per scappare nella Stanza delle Necessità in piena notte. 

«Scorpius! Mi hai fatto prendere un infarto!» esclamò riprendendo il suo colorito naturale. Improvvisamente si rese conto delle condizioni in cui si trovava e portò una mano i testa per sciogliere la crocchia disordinata in cui aveva legato i capelli. 

Scorpius parve fissare ammaliato quella cascata rossa scenderle lungo la schiena ma si riscosse velocemente quando si ricordò il motivo per cui l'aveva cercata per tutto il castello. 

«Ho bisogno di parlarti.» asserì con decisione puntando gli occhi azzurri in quelli marroni sorpresi di Rose che non perse occasione di notare come stesse bene con la tuta e lo borsa dell'allenamento ancora sulle spalle. 

Doveva essere di sicuro qualcosa di grave da spingerlo a cercare proprio lei senza nemmeno passare dai sotterranei Serpeverde per posare lo zaino e cambiarsi.

Forse ha trovato qualcun altro per le ripetizioni di Pozioni, constatò con orrore.

Era tutto sbagliato.
Lei non avrebbe dovuto pregare che non fosse così, non avrebbe dovuto fremere davanti al pensiero di passare ancora del tempo con lui, non avrebbe dovuto sentire il suo cuore battere così forte e sopratutto non avrebbe dovuto provare quello che provava in quel momento nel guardarlo.

«Scusa.» disse Scorpius senza distogliere nemmeno per un secondo lo sguardo dal suo. Rose boccheggiò sopraffatta dai suoi stessi sentimenti e si costrinse a fissare la parete dietro di lui per non rischiare di implodere proprio lì. 

«Per...Per che cosa?» balbettò, le stava chiedendo scusa e lei non riusciva nemmeno a guardarlo.

«Per come ti ho trattata quando stavamo ancora insieme. Mi dispiace.» Scorpius fece un paio di passi avanti prendendo la mano tremante di Rose e puntando i suoi occhi azzurri sul suo viso costellato da lentiggini. «Ma Rose, ti giuro che non ho mai avuto intenzione di ferirti.»

Cosa avrebbe dovuto dire lei a quel punto? Le parole le morivano in gola, nella testa pensieri confusi e sconnessi.

Come avrebbe fatto a impedirsi di baciarlo con tutta la passione l'ardore che possedeva se lui la guardava con quello sguardo così limpido e pieno di rammarico?

Scorpius sarebbe stato capace di renderla burro fuso anche davanti alla peggiore delle accuse.

Rose trattenne il fiato quando le loro dita si intrecciarono e Scorpius non capì più nulla  non appena si ritrovò sommerso da una montagna di riccioli rossi profumati di vaniglia. Respirò a pieni polmoni la fragranza e la strinse a sé lasciando cadere il borsone dell'allenamento a terra. Se la spalmò addosso per paura che potesse scappargli e sfuggirgli ancora una volta. 

«Scusa, scusa, scusa, scusa, scusa.» sussurrò contro il suo orecchio, ogni parola un brivido sulla pelle di lei. 

Rose deglutì e prese un respiro bello profondo, non era abituata ad ammettere le sue colpe da brava Grifondoro orgogliosa. Si fece coraggio e allontanò il corpo del ragazzo dal suo per riprendere un po' di quella scarsissima lucidità che le era rimasta.

«Io... Suppongo che sia arrivato il mio momento di chiedere scusa. Ho agito di impulso e non ho pensato subito alle conseguenze delle mie azioni, ma Scorpius, ero davvero ferita.» mormorò ad occhi bassi lasciando che i capelli le scivolassero davanti al viso. Odiava ammettere i suoi errori ma se lui era riuscito ad superare la sua delusione e la sua rabbia facendo un passo verso di lei allora anche lei avrebbe potuto farlo. 

Scorpius sospirò. «Ho sofferto anche io, non credere. Diciamo che abbiamo sbagliato entrambi e che ora ci stiamo assumendo le nostre responsabilità.»

«Mi sembra corretto.»

«Bene perché per il momento non ho intenzione di tornare indietro. Hai ragione, non sono stato un bravo fidanzato nell'ultimo periodo e probabilmente non lo sarò mai finché la mia carriera non si sarà stabilizzata.» le parole di Scorpius, seppur senza alcuna nota di cattiveria, ferirono Rose più di una Maledizione senza Perdono. La ragazza non potè evitare di nascondersi dietro la sua maschera preferita, quella che indossava nei momenti in cui le sue emozioni sarebbero state in grado di sopraffarla. 

La piccola, minuscola, parte di lei aveva sperato che lui le chiedesse di tornare insieme venne subito messa a tacere dalla sua parte più razionale.

«Sono d'accordo.» buttò fuori le parole come se fossero state veleno nella sua bocca, desiderosa di sputarle fuori prima che potessero corroderla dentro. 

«Per questo... Amici?» propose lui tendendo una mano davanti a sè. Ci aveva pensato a lungo e per ora quella gli sembrava la decisione più giusta per entrambi.
Rose si costrinse a sorridere mandando giù la bile e afferrò la mano di Scorpius sugellando il patto che, lo sapeva, l'avrebbe fatta solo soffrire di più.

«Amici.» confermò non lasciando trasparire nessuna emozione dalla suo viso.
Tuttavia se solo Scorpius avesse alzato il suo sguardo per incontrare gli occhi di Rose invece di fissare le loro mani unite avrebbe visto come stesse cercando di trattenere tutto il disgusto che le provocava quella parola eppure, non lo fece. 

Ahia

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Ahia.

Ex's and Oh's | Scorose Where stories live. Discover now