6. UN LETTO SCONOSCIUTO

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Sono uscita da quel boato per prendere una boccata d'aria fresca

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Sono uscita da quel boato per prendere una boccata d'aria fresca.
Questi posti chiusi e affollati non fanno per me.
Invece di starmene nel mio caro divano e abbuffarmi di ciambelle, mi ritrovo in un posto che non conosco e in una città in cui mi sento estranea.

Mi siedo su un piccolo muretto vicino un albero e chiudo gli occhi cercando di calmarmi.
Non appena li apro, noto una figura maschile fissarmi con malizia.

È un uomo sui quarant'anni con un aspetto del tutto trascurato.

Pian piano avanza verso di me zoppicando in qualche passo e il mio cuore inizia a battere fortissimo.
Scendo dal muretto in modo brusco provocandomi un piccolo graffio sul polpaccio.

"Ci mancava solo questa" mormoro sotto i denti.

Non appena faccio per allontanarmi, quest'ultimo approfitta della mia situazione e in pochissimo tempo, mi afferra per il polso stringendolo con prepotenza.

《...Ragazzina, vieni che ci divertiamo un po'...》tuona con provocazione.

Dalla puzza di alcol che esce dalla sua bocca, noto subito che è ubriaco marcio.

《Dove vuoi andare eh? Stupida che non sei altro.》e stringe una mano sul mio ventre facendomi sussultare.

《Lasciami stare, non mi toccare!》cerco di liberarmi ma la sua presa è troppo forte.

Ad un tratto alle mie spalle sento una voce familiare.

《Non hai sentito cosa ha detto? Lasciala andare!》

Edward spunta dalla porta sul retro raggiungendo in pochi passi la mia presenza.
La sua mascella è contratta e stringe le mani in un pugno fino a far diventare le nocche bianche.

《E questo chi sarebbe? Il tuo fidanzatino? Ah certo capisco, fattene una ragione, ormai questa troia è mia.》

In un men che non si dica ritrovo l'uomo a terra ed Edward che lo prende a pugni sul volto
Inizia a perdere sangue dal naso ed una serie di urla, fanno eco in mezzo alla gente che guarda divertita e con un ghigno di soddisfazione.
Le sue nocche sono di un colore ormai violaceo e il suo respiro sempre più affannato.

《Edward fermati! Basta!》dico in lacrime mentre guardo questa terribile scena.
Alla sua destra arrivano due ragazzi che cercano di fermarlo prima che possa seriamente finire male.

《Sei un fottuto bastardo!》 gli grida tirandogli un calcio all'altezza delle costole.

L'uomo geme dal dolore rannicchiato su se stesso ed io sono ancora sotto shock.
Non so che dire, mi viene da vomitare.
Mi accascio in una vecchia panchina, reggendo forte la testa.
Edward mi raggiuge, prestando attenzione al mio polpaccio ferito.

《Cosa è successo al polpaccio?》domanda preoccupato reggendomi tra le sue braccia.

Io non riesco a dire niente, ho solo freddo e sento la testa girare continuamente.
Riesco a vedere i suoi occhi blu in mezzo a tutto questo casino.
Sono scuri come la pece.
Poi il buio.

-

Non appena mi sveglio sento la testa che pulsa a un ritmo insopportabile.
Mi guardo attorno per capire dove mi trovo ma non riesco a decifrare questo posto.
Sposto lo sguardo verso il comodino, notando una piccola foto incorniciata che riguarda Elise insieme a lui.

Un momento...
Non voglio davvero pensare di essermi svegliata nel suo letto!

Improvvisamente sento qualcuno bussare alla porta facendomi quasi sussultare.
Sento l'ansia impadronirsi del mio corpo e il petto esplodere dal panico.

《Avanti.》riesco a dire mentre cerco di sistemarmi un po', sapendo di fallire miseramente.

《Buongiorno, ho pensato che avessi avuto fame.》afferma mentre mi porge il vassoio che contiene un cornetto e una spremuta.

Edward è davanti a me, con addosso dei pantaloncini che evidenziano il punto vita mentre la parte di sopra è completamente nuda.
Solo adesso ho la possibilità di osservare i suoi pettorali ben definiti. Farà sicuramente qualche sport, altrimenti come si spiegherebbe tanta perfezione.

Sarò ancora sotto effetto, me lo sento.

《Vuoi rimanere ancora a fissarmi oppure fare colazione?》 domanda riportandomi alla realtà.

《Posso farti una domanda?》chiedo facendo ricadere i suoi occhi su di me.

《Non abbiamo dormito insieme, se è questo che vuoi sapere.》mi precede con tono freddo.

《Non era proprio questa la domanda.》mormoro anche se mi pongo delle domande anche su questo.

《Perché sono nella tua stanza? Cosa mi è successo? Mi ricordo solo del polpaccio e di quell'uomo sconosciuto.》

Ad un tratto, Edward si irrigidisce e serra le labbra come se qualcosa non gli andasse bene.

《Quell'uomo voleva abusare di te, capisci? Mi ha provocato e ho perso completamente la testa. L'ho preso a pugni, gli avrò rotto qualcosa ma per sua fortuna vive ancora.》termina guardando fisso verso la finestra.

《Beh ti ringrazio...Per tutto.》riesco a dire con un blocco alla gola.

《Beatrice! Sei sveglia finalmente. Come stai?? Oh mi hai fatta preoccupare!》Elise non appena mi vede si precipita ad abbracciarmi.

Ricambio anch'io.

《Sto bene tranquilla, grazie per essere qui.》dico dopo per tranquillizzarla.

Solo adesso mi accorgo che in fondo per qualcuno sono importante.

Lo sono anche per Edward?

-

Dopo aver fatto colazione, Edward ha deciso di accompagnarmi a casa.
Avevo insistito nell'andare a piedi, visto che è a pochi metri da qui.
Ma non ha funzionato.
Mentre si fa una doccia al volo ne approfitto per raccogliere la mia roba e chiamare mia madre.

Sarà preoccupata.

《Bea, come stai?? Io e tuo padre siamo molto preoccupati. Ieri sera ti abbiamo chiamato mille volte ma non rispondevi. Pensavo che ti fosse successo qualcosa!!》enuncia con tono preoccupato.

《Hai ragione, scusami. Ieri sera abbiamo fatto tardi ed Elise mi ha proposto di dormire qui con lei. Inoltre avevo il cellulare scarico e non ho potuto avvisarti. 》rispondo mentendo in parte.

《Okay tesoro, ti aspettiamo a casa.》dopodiché attacca la chiamata.

Improvvisamente Edward fa ritorno in camera solo in asciugamano.
Sto cercando di non sembrare un ebete e subito cerco di distrarmi.
Ciò nonostante lui si avvicina, mi prende per la schiena e ad un tratto mi ritrovo contro il suo petto.
Un profumo di talco e vaniglia evade le mie narici.
Con il pollice alza il mio mento costringendomi a guardarlo dritto negli occhi.

《Sei bella quando arrossisci.》afferma mentre continua a fissarmi per poi sparire nel bagno.

Io rimango in piedi accanto al suo letto, senza proferire parola, con mille pensieri che iniziano a frullare nella mia mente.

𝘗𝘌𝘙 𝘚𝘌𝘔𝘗𝘙𝘌 𝘊𝘖𝘕 𝘔𝘌Where stories live. Discover now