Hate 22

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Erano mesi che Mark non vedeva Donghyuck, mesi in cui provava a dimenticarlo andando a letto con le ragazze del suo anno e trovandosi a ogni festa i fine settimana, ma davvero non riusciva a toglierselo dalla testa, nessuno era come lui. Non vedeva neanche più i ragazzi e adesso viveva da solo in quello che un tempo era il loro appartamento. C'erano ancora le cose di Donghyuck e Mark non aveva lasciato nessuno entrare lì dentro, voleva che l'appartamento non perdesse l'aroma del minore, voleva poter pensare che sarebbe entrato da quella porta la sera e si sarebbe sdraiato con lui nel loro letto disegnando cerchi immaginari sul suo petto mentre si dicevano ti amo prima di andare a dormire. Voleva svegliarsi con Donghyuck tra le sue braccia, che fosse la prima cosa che vedeva quando si alzava la mattina.
Questa volta non poteva rifiutare di vedere i ragazzi, non dopo così tanto tempo. Si era fatto nuovi amici all'università e dopo quello che era successo con Donghyuck aveva smesso di uscire con i ragazzi, non sapeva neanche come affrontarli già che tutti sapevano quello che lui aveva fatto. Sospirò, bussando così alla porta della casa di Yuta, Jungwoo e Kun. Erano mesi che non ci metteva piede, ma quando Kun lo abbracciò facendolo entrare, vedendo gli altri coinquilini con Johnny, Taeyong e Jaehyun seduti sul divano gli sembrò di essere tornato indietro nel tempo, adesso mancavano solo alcuni dei ragazzi e Donghyuck. Si immaginava il minore sarebbe entrato, andandosi a sedere sulle sue gambe invece che sul divano, perché come gli diceva sempre le sue gambe erano il posto migliore dove sedersi. Ascoltava la conversazione, raccontando ai ragazzi quello che stava facendo e che sarebbe venuto a trovarli più spesso, quasi gli scappó che voleva venire, ma non riusciva a vedere Donghyuck perché si vergognava di se stesso e che gli mancava da impazzire. I suoi pensieri vennero interrotti dal suono del campanello, ma Mark continuò a parlare. Si girò involontariamente quando sentì la voce di Donghyuck, il suo cuore perse un battito e senti di starsi innamorando di piú quando lo vide entrare. Non riusciva più a togliergli gli occhi da dosso, e se non fosse venuto a sedersi sulle sue gambe Mark si sarebbe offeso. Ma perché si sarebbe dovuto sedere su di lui quando neanche riuscivano più a guardarsi in faccia. Donghyuck salutò i ragazzi, sedendosi poi sul divano e facendo un sorriso imbarazzato a Mark che ancora lo guardava. Si era seduto proprio davanti a lui, di fianco a Jaehyun e Kun che ancora lo trattavano come un bambino, abbracciandolo e pizzicandogli le guance. Mark guardó il suo viso, non era cambiato per niente, cioè erano solo passati alcuni mesi, ma più guardava e più sentiva qualcosa rompersi dentro di lui. Non era lo stesso Donghyuck di quando stavano insieme, era il Donghyuck che stava passando per un periodo difficile, quello che aveva conosciuto quando i suoi genitori lo picchiavano e loro due litigavano tutti i giorni. Il suo labbro era spaccato, e non poté ignorare il suo corpo magro, non volendo immaginare i lividi che copriva ma che riusciva a scorgere sotto la sua maglietta a manica corte che riconosceva. Gli sembrava che Donghyuck avesse ancora 16 anni, quando il suo viso era sempre triste e il suo sorriso spento, come oggi. Mark venne chiamato da Jungwoo, che gli faceva una domanda, e con difficoltà riuscì a distogliere lo sguardo. Vide Donghyuck alzarsi con Jaehyun, uscendo verso la veranda della casa, probabilmente per una sigaretta già che a nessuno di loro piaceva fumare tabacco al chiuso, specialmente in casa, ma l'erba andava sempre bene, e ancora non capiva perché. Taeyong chiamò Mark dicendo di andare con lui, seguendolo così verso la veranda. Era nervoso, quasi sentiva le sue mani sudare, e il suo cuore battere troppo forte. Aveva paura che Donghyuck non volesse vederlo, che gli avrebbe urlato un ti odio, o avrebbe pianto, come aveva fatto prima di lasciare il loro appartamento quel giorno che tanto odiava e provava a dimenticare.
-Oh Hey- li salutò Jaehyun passando l'accendino a Donghyuck, guardando però Taeyong confuso che lo prese così a un lato, lasciando i due da soli.
-Hey- si fece forza Mark fermandosi in parte a Donghyuck che già aveva accesso la sigaretta, appoggiato alla staccionata della veranda.
-Hey- rispose lui senza guardarlo, tenendo lo sguardo fisso sulla strada vuota davanti a loro, illuminata dai lampioni.
-Come va? Cioè non so, ormai ti manca poco per finire l'anno- parlò Mark maledicendosi per non aver formulato una frase chiara. Era nervoso, gli sembrava di star parlando con Donghyuck per la prima volta.
-Sto bene, ma potrebbe andare meglio, Mark. Tu invece, come stai? Non ti fai più vedere, e manchi ai ragazzi. Non dovresti ignorarli solo perché ci sono io, potete uscire anche senza di me, sai?- rispose il minore facendo un tiro della sua sigaretta a fine frase, lasciando Mark senza parole. Davvero non sapeva cosa dire, ed era colpa sua.
-Mi manchi, Hyuck- lasció uscire lui, maledicendosi una seconda volta, troppo impulsivo per pensare prima di dire cose del genere.
-Hyuck? Lo fai per caso apposta?- Donghyuck ancora non si era girato a guardarlo, fumando la sua sigaretta.
-Adesso che sto finalmente riuscendo a farmi una ragione di tutto quello che é successo tu vieni, mi chiami Hyuck e mi dici che ti manco. Ti piace proprio prendermi in giro- continuò lui girandosi, incontrando finalmente gli occhi del maggiore in quella luce soffusa della veranda. Mark rimase in silenzio, guardando il minore negli occhi, quegli occhi che tanto amava e adesso quasi non riusciva a guardare. Erano stanchi, e tristi, e Mark poteva giurare che si stessero facendo umidi.
-Sono serio. Mi manchi, e ti ho pensato ogni minuto da quando te ne sei andato. Te l'avevo detto che non potevo immaginare la mia vita senza di te- Donghyuck sospirò alle sue parole, facendo un altro tiro della sigaretta.
-E allora perché l'hai fatto? Anche io non riuscivo ad immaginarmi una vita senza di te, eppure ho dovuto, mi hai costretto a farlo-
Mark rimase in silenzio, sapeva che era tutta colpa sua. Donghyuck cucinava per lui anche se aveva scuola e da studiare, lo aspettava la sera per andare a dormire insieme quando Mark tornava dai corsi serali. Lo amava, e lo incoraggiava. Si era rifiutato di essere il rappresentante del suo anno per poter stare un'ora in più la mattina a casa con Mark e potergli preparare la colazione. Faceva così tante cose per lui. E Mark aveva mandato tutto all'aria da solo. Non poteva neanche capire come aveva fatto.
-Io...non lo so- riuscì solamente a rispondere Mark, davvero non sapeva perché l'aveva fatto.
-Mi sono sempre chiesto perché tu l'avessi fatto. Da quanto lo facevi. Mi Chiedevo se era colpa mia, se non ero abbastanza. Mi ero convinto di non essere abbastanza bravo come fidanzato, abbastanza bello, abbastanza dolce o intelligente. E quindi ho provato, ho fatto del mio meglio, sono stato zitto pensando che se fossi migliorato tu avresti smesso di vederti con tutte quelle ragazze, ma invece più mi davo la colpa a me stesso e provavo ad essere perfetto, più eri assente. Sai quanto ho pianto aspettando che tu tornassi la notte? Quante ore ho passato convincendomi che avessi qualcosa di sbagliato, Mark. Cos'è che non ho?- Donghyuck si asciugò gli occhi con la mano libera, la sigaretta ancora accesa nella sua mano destra, tornando ad appoggiarsi alla ringhiera della veranda. Mark ci pensò, davvero lo fece, e non capiva perché l'avesse fatto. Donghyuck era perfetto ai suoi occhi, lo era sempre stato. E allora perché?
-Te l'ho sempre detto perché ai miei occhi é così, sei perfetto Donghyuck.-
-Perché sono ancora qui ad ascoltarti? Dovrei andarmene- Interruppe lui spegnendo la sigaretta e lasciandola sul portacenere vicino a lui, girandosi per andarsene, venendo peró fermato.
-Torna a casa, solo per questa notte-
-Mark, no! Abbiamo chiuso-
-Donghyuck, per favore. Non faremo niente che tu non voglia. Voglio solo spendere la notte con te, nel nostro letto, non riesco a dormire bene da quando non ci sei più-
-Solo per questa notte, Mark-
I due si trovarono nel loro appartamento, e Donghyuck si sorprese quando vide che tutto era come l'aveva lasciato, il suo spazzolino ancora sul lavandino del bagno e il suo bagnoschiuma alle fragole ancora appoggiato nella doccia, in cucina c'erano ancora le ricette appese al frigo che Donghyuck aveva scritto per Mark in caso non ci fosse e avesse fame. Perfino sul suo comodino c'era ancora la sua collana che tanto cercava. Da quando se ne era andato non aveva messo piede lì dentro, mandando i ragazzi a prendere le sue cose. Mark era ancora bloccato sul suo telefono, l'aveva escluso dalla sua vita, e ce l'aveva fatta, fino ad ora.
-Puoi metterti questa, so che è la tua favorita- parlò Mark dietro di lui, passandogli una sua maglietta che Donghyuck accettó.
-Ce l'hai ancora? Pensavo te la fossi tolta- interruppe il silenzio il minore quando notò la collana di Mark con il sole come ciondolo, ricordandosi quando gliela aveva regalata per il suo compleanno.
-Mi ricorda sempre di te, per questo la tengo-
Donghyuck annuí, camminando poi verso la sua metà del letto. Indossava la maglietta di Mark ed era nella loro camera, e per un secondo giurò che era ancora l'anno precedente. Si sdraiò, sospirando quando Mark spense la luce sul comodino, lasciando la camera al buio e in silenzio.
-Mi mancava questo letto- rise appena Donghyuck sentendo però gli occhi farsi lucidi, non sapeva come avrebbe resistito a non piangere.
-Nessuno entra mai qui, o per lo meno non faccio venire nessuno. Voglio che rimanga sempre la tua essenza in questa casa, Hyuck-
-Mi manchi, così tanto- continuò Mark dopo un lungo momento di silenzio, non sapendo neanche se il minore fosse ancora sveglio.
-Anche tu, Mark- sussurrò lui, portandosi le mani agli occhi per asciugarsi le lacrime che ormai stavano uscendo dai suoi occhi, lasciando uscire un altro sospiro.
-Vieni qui Hyuck, lasciami abbracciarti- Donghyuck si girò nel letto, avvicinandosi a Mark che a sua volta lo abbracciò. E dopo tanto tempo si sentiva al sicuro, tra le forti braccia di Mark. Il suo viso riposava sul suo petto, e con le dita della mano libera disegnava forme immaginarie sul petto del maggiore, i suoi capelli venendo accarezzati. Avrebbe voluto fermare il tempo ma non poteva.
-Ti amo, Donghyuck, anche dopo tutto quello che é successo. Ti amo e non credo riuscirei mai a smettere di farlo. Mi avevi detto che saresti stato sempre qui, per me, nel mio cuore, e per me ci sei ancora- Mark senti il proprio petto nudo farsi umido, sapeva che Donghyuck era fragile e certe cose lo facevano piangere.
-Scusami per averti ferito così. Ma non dimenticare mai che ti amo- Mark sentí DongHyuck lasciare un singhiozzo, le sue lacrime ancora bagnandogli il petto, e non sapeva cosa fare perché sapeva di essere la causa di tutto il suo dolore. Mark lo accarezzó, lasciandolo piangere, sentendo i propri occhi farsi lucidi.
-Ti amo ancora, Mark. Non ho mai smesso di farlo-

HS MarkhyuckDove le storie prendono vita. Scoprilo ora