5.

568 55 20
                                    

𝐃𝐈𝐀𝐑𝐈𝐎 𝐃𝐈 𝐔𝐍 𝐏𝐀𝐙𝐙𝐎
5.

𝑻𝑯𝑼𝑹𝑺𝑫𝑨𝒀, 𝟐𝟏𝑺𝑻 𝑴𝑨𝒀 𝟐𝟎𝟏𝟖

Akaashi era distrutto. Sapeva che dirlo fosse in un certo senso sbagliato. Non perché si sentiva così verso un ragazzo, ma bensì perché non aveva mai provato nulla di tutto ciò e dire, per una persona, che si è distrutti è strano. Akaashi, per la prima volta, si sentiva sfinito. Bokuto l'aveva notato. Eccome.. gli parlava come al suo solito, o almeno cercava. Anche lui si rendeva conto dell'allontamento tra i due. E anche lui ne soffriva. Insomma.. Akaashi è la persona che ha creduto in lui. È l'unico che l'abbia mai fatto veramente, e vederlo così distante gli provocava una pugnalata al cuore.

Perché si sentivano così? Perché Akaashi era così sofferente, se mai in vita sua, si era affezionato così tanto a nessuno. Perché si stava rendendo conto pian piano dei sentimenti che provava verso Bokuto? E perché proprio ora?

Erano agli allenamenti, come sempre. L'avevano notato tutti. Akaashi non era più Akaashi. Per quanto potesse sembrare freddo e distante, si preoccupava sempre per tutti e cercava di aiutare tutti. Ma in quei giorni era diverso. In quei giorni era veramente freddo e distante. Non giocava nemmeno più bene, non riusciva a concentrarsi. Non riusciva più perché Bokuto non sarebbe più stato al suo fianco.

Dopo l'ennesimo sbaglio, Bokuto sbottò. Non riusciva più a vedere Akaashi sbagliare, e non riusciva più a vederlo così assente e sofferente.
“Akaashi-kun! Non voglio sapere cos'hai ora.. ma pensa agli allenamenti. Stai sbagliando tutto, non è da te. Akaashi-kun, ritorna in te. Sei bravo. Riesci a giocare benissimo, sei una meraviglia da vedere..”

Erano parole semplici. Parole che dette da Bokuto erano più speciali di quanto in realtà valevano.
Per un attimo ci fu silenzio, tutto tacque. Gli occhi di Bokuto e Akaashi si erano incrociati, Akaashi arrossí leggermente. Perché doveva essere tutto così tremendamente emozionante?
Bokuto si avvicinò ad Akaashi.
“Ti accompagno a casa.. e parliamo di cosa ti sta succedendo.” gli sussurrò all'orecchio. I brividi che provò Akaashi erano indescrivibili. Era felice. Finalmente avrebbero passato un po' di tempo insieme. Come ai vecchi tempi. Bokuto gli sorrise e gli accarezzò piano la spalla.
Quel contatto, un semplice e veloce contatto, riuscì a mandarlo in tilt.

La fine degli allenamenti arrivò presto. Akaashi era agitato.. per caso? Era per la prima volta agitato nel parlare con qualcuno. Aveva paura? Temeva che quella chiacchierata con Bokuto avrebbe rovinato ogni cosa. Si promise di non dire nulla. Non doveva dire nulla di troppo altrimenti anche la poca amicizia rimasta con Bokuto sarebbe finita.
“Akaaashi, eccomi!”, si fermò appena sentí la sua voce. Sospirò silenziosamente per calmarsi. Insomma, era pur sempre Bokuto. Nonostante il fatto che stava realizzando di provare qualcosa per quest'ultimo.
“Bokuto, andiamo!”

Bokuto prese per il polso Akaashi e corse al parchetto di fronte un piccolo bar. Akaashi era sorpreso e per il contatto arrossí. Non era pronto, l'aveva preso alla sprovvista. Quando arrivarono davanti ad una panchina Bokuto sciolse quel piccolo contatto. Akaashi, dal canto suo, non voleva affatto lasciare Bokuto. Anzi.. voleva per caso abbracciarlo e stringerlo a se?
“Ora che siamo soli.. mi puoi dire cos'hai in questi giorni, Akaashi?”, il corvino aveva la testa rivolta verso la terra. Non aveva coraggio di guardarlo. Sapeva che se l'avrebbe fatto, tutte le sue difese si sarebbero spezzate e avrebbe detto tutto.. pur non volendo. Insomma.. aveva di fronte a se Bokuto.

“Perchè non mi guardi? Ho per caso fatto qualcosa senza volerlo? Heyheyhey! Forse non ti piace come gioco?”, a quella piccola frase, a detta di Akaashi insensata, il corvino alzò la testa e lo guardò. Come poteva minimamente pensare questo?
“Non è questo, Bokuto. Tu giochi sempre così bene da farmi venire i brividi.”
Bokuto sorrise a trentadue denti. Sentirsi dire questo, da Akaashi, lo fece sentire talmente tanto felice da sentirsi riscaldato, nonostante fuori non facesse così tanto caldo. Bokuto non se ne rese conto, ma nel profondo, quelle parole gli fecero bene all'anima. Era troppo felice, per delle semplici parole. Ma non sono le parole in se tanto quanto chi le ha dette.
“Guarda che se non mi dici cos'hai resto qui tutta la notte, finché non mi parli”, Akaashi sorrise leggermente. Davvero l'avrebbe fatto? Infondo era Bokuto, avrebbe fatto qualsiasi cosa stupida e fuori dal comune. Ma poi, si ricordò di lei.. e quel piccolo sorriso si spense. Pensò che sicuramente queste parole le avrebbe dette anche a lei.

“Akaashi, per me è importante sapere che stai bene! Per me è davvero importante vederti giocare nel pieno delle tue forze.. e non perché io possa essere più figo.. ma perché così tu riesci ad essere felice di me, di te. Riesci a essere orgoglioso almeno di una cosa.”
Akaashi era sbalordito. Bokuto gli aveva davvero detto una cosa simile?
Akaashi arrossí e sorrise leggermente. Tanto, non avrebbe visto il rossore.. era buio. Era notte. Era la notte più importante per Akaashi Keiji.
“Perciò, Akaashi, qualunque cosa sia promettimi che passerà e che ritornerai in te. Non voglio obbligarti a dirmelo.. ma voglio che tu stia meglio. Quindi, se c'è qualcosa che io possa fare.. dimmelo. Ti prego!”

Akaashi non ce la fece più. Per la prima volta si era lasciato andare. Aveva seguito il suo istinto. Si buttò tra le braccia di Bokuto. Nei primi secondi, quest'ultimo, era scosso. Ma poi, Bokuto Koutarou strinse forte Akaashi Keiji. E per la prima volta, entrambi si sentirono a casa. Per la prima volta entrambi si sentirono amati. Per la prima volta si sentirono riscaldati da un'amore sbocciato ma non ancora fiorito.

Akaashi Keiji quella notte scoprí di amare Bokuto Koutarou più di quanto amasse la pallavolo.

𝖣𝖨𝖠𝖱𝖨𝖮 𝖣𝖨 𝖴𝖭 𝖯𝖠𝖹𝖹𝖮 ❟ bokuakaTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang