Un Pericolo Nascosto

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3 anni dopo
L'aria era gelida, il freddo viveva, gli alberi ricoperti di neve e il terreno scivoloso per la presenza di ghiaccio.
I raggi solari erano impediti dalle fitte nuvole bianche. Il cinguettio dei pettirossi....
Francesco dormiva abbracciato a Maria e lei teneva stretto a sé Giacomo.
Ormai aveva cinque anni, ma a differenza di Anna, lui era molto timido e rispettoso delle regole e non le trasgrediva mai, e ciò lo faceva essere anche pauroso.
Aveva fatto un brutto sogno, perciò si era recato dalla madre a chiederle se potesse stare con lei.
La luce svegliò tutti e tre.
Francesco " amore di papà, hai fatto un brutto sogno anche questa notte.
Oea va e preparati, facciamo colazione e poi ti aiuto con i conti del regno e latino".
Maria" a dopo, amore mio".
Giacomo con voce tremila rispose " va bene, a dopo mamma e papà".
Maria " Giacomo, sarà un ottimo re, quando giungerà il momento. Ora è ancora un bambino, e ti assomiglia, neanche tu eri così aperto, e come me osserva e rispetta tutto. Si più indulgente. Apparire più aperto e concessivo con Anna, non è un bene ".
Francesco " non faccio preferenze, ma lui deve iniziare a capire cosa accadrà un giorno. Poi Anna è più piccola e non avrà tutti questi privilegi".
Maria "ma è una principessa. E poi con Giovanni sei più propenso".
Francesco si irridigì e chiuse il discorso.
Non era poi un'allusione che Maria aveva, ma  era vero.
Andarono a fare colazione. Poi arrivarono i piccolini per mano.
Giacomo con un completo azzurro. Si abbinava a quei suoi occhietti azzurro spento, alle sottili e carnose labbra, alla gote candide e ai capelli biondi, quasi dorati, e Anna con il suo vestitino rosa, che si abbinava agli occhietti neri, e ai capelli ondulati color biondo cenere.
Si sedettero e poi Anna con tono squillante disse " buongiorno".
Giacomo con voce tenue fece lo stesso.
La tavola aveva una tavoglia bianca, con merletti rossi, sul tavolo c'erano tre caraffe di spremuta di arancie, tipiche di Nizza, cinque vassoi di croissant ripieni, pane imburrato, del caffè, tipico di Venezia, e del latte.
Dopo un'abbondante colazione, Anna si ritiró con la madre, mentre Giacomo rimase a studiare da solo.
Quando venne interrotto da Giovanni, fratellastro, lui aveva sette anni.
Giovanni " Giacomo vuoi venire a giocare?"
Giacomo " no, finché non finisco la lettura e poi di ripetere latino. Papà non vuole che me ne vada senza prima aver finito".
Giovanni insistette, ma fu inutile.
Alla fine si arrese.
Giacomo continuomò a leggere, ma doveva sapere se andasse bene.
Così decise di andare da Maria a chiederle di ascoltarlo.
Così fu.
Poi lui disse " mamma, ma ho fatto qualcosa di male?"
Maria " amore mio, no. Perché ti vengono tali pensieri?"
Giacomo " perché papa sembra essere arrabbiato con me. E poi ultimamente non mi fa uscire, solo studiare".
Maria " no, vuole solo tu sia molto preparato, ma già lo sei, quindi vai a giocare, che poi andiamo in giardino. Ok?"
Annuì e corse felice.
Maria si reca dove è solito portare a termine le mosse strategiche e ci trovò Francesco.
Maria " sai ho appena finito di ascoltare Giacomo leggere e ripetere latino. È molto bravo. Così l'ho fatto andare a giocare.
Sai perché? Sicuramente no.
Lui mi ha chiesto se tu fossi arrabbiato con lui e perciò hai deciso di punirlo.
Ma io l'ho rassicurato".
Francesco " forse avrò esagerato, poi parlerò con lui".
Maria sorrise.
Francesco " ah, vedi che la principessa d'Austria, sta per arrivare. Dovrà conoscere nostro figlio, così come è toccato fare a noi 15 anni fa".
Maria " ah già, me ne ero dimenticata. È stato molto bello quel periodo. Guardaci ora 21 anni e abbiamo un regno e due splendidi figli".
Sorrisero e si baciarono.
Anna passava molto tempo con sua nonna Caterina.
Lei le insegnava molte cose, tra cui come comportarsi.
Forse si spiega il perché del suo caratterino.
Giacomo andò dalla nonna.
Caterina " amore di nonna, quanto sei bello. Sei pronto fra pochi giorni arriverà la tua fidanzatina".
Giacomo sorrise e arrosì.
Dopo Maria chiamò Giacomo e Anna, per uscire fuori.
Entrambi ne furono entusiasti.
Francesco prese da parte Giacomo e gli disse " sai mamma mi ha detto cosa pensi, ma tranquillo io non arrabbiato con te, sono più severo perché so che tu riesci a fare quello che ti dico. E poi come potrei arrabbiarmi con un'angioletto come te. Dai domani leggiamo insieme. Ora vai a giocare".
Giacomo abbracciò il padre e disse" grazie. Ah papà, mi ha detto nonna che fra pochi giorni arriverà la mia fidanzata e appena la vedo di baciarla ".
Francesco" si è vero arriverà fra pochi giorni e no, non devi baciarla, dovete solo stare insieme e conoscervi.
Tua nonna adora scherzare ".
Poi andarono a divertirsi.
Mentre stavano giocando a battaglia di neve, Francesco ricordò di aver promesso di stare con Giacomo.
Così bacio i piccolini e Maria.
La battaglia continuò, finché poi non decisero di lanciare verso l'alto la neve.
Perché?
Perché adoravano avere neve fra i capelli.
E poi non era neanche male.
I fiocchi di neve tra i folti capelli biondi di Giacomo, e quelli cenere di Anna li rendevano ancora più belli.
Ma a fare la differenza era il bianco tra 8 capelli corvini, lisci e lunghi di Maria.
In quel momento sbucò il sole, che illuminò i loro volti e li fece rallegrare.
Fu allora che Anna si mise ad inseguire Giacomo per colpirlo, con la pallina di neve e lui si mise a correre.
Era molto veloce, nonostante l'età.
Però non si accorse del ghiaccio e scivolò e finì in una frana nel terreno, provocata dal ghiaccio.
Piu che frana era un vuoto.
Giacomo spaventato urlò.
Maria lo udì e corse da lui.
Urlò anche lei vedendolo in un precipizio.
Così gli porse le mani, ma non riuscì a tirarlo fuori.
Maria urlò " Anna chiama tuo padre. Corri e non fermarti, per nessun motivo".
Così fece.
Non riusciva più a tenerlo: c'era ghiaccio e poi non reggeva più.
Anna arrivò dentro le mura e poi ricordò che il padre poteva essere nella stanza in cui era solito andare.
Ricordava che il padre gli avesse detto che era suo fratello, ma la madre diceva di non essere sua madre.
Così ancora ingenua e ignara della realtà, quando entro e vide suo padre con un altro bambino più grande disse " papà, cosa ci fai qui?!"
Francesco " stavo con tuo fratello".
Lei fece uno sguardo strano.
Poi disse " allora resto pure io!"
Se ne era dimenticata perché fosse lì, ma Francesco chiese " tua madre non ti avrebbe mandata sola, senza nussuno, qua, perché sei venuta? Non sarai mica fuggita?".
Gli lanciò un'occhiataccia.
Anna "ah giusto. Mamma, mamma mi ha detto di correre qui".
Fu interrotta dal padre "perché?"
Anna " Giacomo è caduto in un dirupo e mamma non c'è la fa a tirarlo".
Francesco sobbalzò e disse" Giovanni resta con tua sorella e non la fare muovere da qui!"
Iniziò a correre velocissimo.
Maria" Giacomo resisti, arriverà presto tuo padre".
E urlava aiuto.
Poi Giacomo iniziò a piangere e sbraitare " mamma non mi lasciare".
Fu lì che Maria non sentì più le mani di Giacomo.
Fortunatamente le prese subito Francesco, che lo tirò a sè.
Giacomo piangeva e temeva.
Maria sospirò mentre piangeva
Lo stesso Francesco.
Poi lo portarono in camera loro.
Lo coprirono con delle coperte calde.
Francesco lo andò a baciare, mae tolse subito.
Si era scottato.
Giacomo bruciava, bruciava troppo.
Non aveva mai sentito nessuno tanto caldo.
Poi Giacomo iniziò a tremare, a sudare ed avere le convulsioni.
Maria si spaventò e li prese le mani, nonostante fossero molto calde.
Chiamarono il medico.
Il medico disse che era grave, che doveva rimanere a riposo per almeno dieci giorni e prendere ogni quattro ore delle pastiglie, per far scendere la febbre.
Francesco si sentì i colpa, per non essere stato con suo figlio quando serviva.

Reign un finale inaspettato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora