*Ripartiamo da zero*

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I miei pensieri vennero interrotti dal telefono che si mise improvvisamente a squillare.  

Mike spostò il suo corpo e mi aiutò ad alzarmi per andare a rispondere. 

"Pronto? Io, bhe, sì non c'è problema signora Wheeler" 

Dopo qualche minuto tornai da Mike che intanto era andato ad aprire la scatola di D&D. 

"Chi era? " chiese appena entrai in stanza

"Tua madre, ha chiesto se stasera potevi dormire qui e le ho detto che non c'era nessun problema" dissi con noncuranza, o almeno come volevo fargli credere. Ero spaventato all'idea che potesse rimanere a casa con me di notte.

 Da piccoli non ci facevamo problemi a dormire anche in quattro nel letto di Mike. Col tempo però si erano presentate poche occasioni per andare a dormire uno a casa dell'altro e solitamente ci si addormentava sulle poltrone del seminterrato. 

Ho vaghi ricordi di quando avevamo ancora sei anni e avevamo organizzato una di quelle feste. Mike era sempre stato molto affettuoso con me, cosa che ero convinto fosse cambiata un po' negli anni. Avevamo passato tutta la serata a giocare e quando era venuta la sera io mi ero addormentato nel suo letto e al mattino mi ero svegliato tra le sue braccia . Anche allora, quel gesto mi aveva fatto effetto.

 Lui invece la vedeva come una cosa naturale, si era semplicemente svegliato e mi aveva sorriso "Andiamo a fare colazione?" aveva chiesto. Avevo semplicemente annuito non ancora certo delle sensazioni che avevo provato in quel momento. 

Dopo innumerevoli ore a sistemare tutti i dadi e le pedine era ormai arrivata l'ora di cena.

Andai verso la cucina e aprii il frigo. "C'è solo del polpettone e del purè ma non quanto siano consigliabili, mia madre non è bravissima a cucinare" lo informai osservando la carne molliccia del polpettone. Lo vidi arricciare il naso. "Altrimenti facciamo dei sandwich" propose mentre chiudevo il frigo. "Aggiudicato".

Passammo una piacevole serata guardando la tv e mangiando i panini che avevo preparato con Mike. Quando fu ora di andare a dormire gli preparai le coperte sul divano e gli diedi una delle magliette di Jonathan, i miei pigiami non gli sarebbero mai stati.

Faceva freddo, molto freddo. Mi svegliai, ero seduto in un letto d'ospedale. Scesi dal letto ma appena misi piede a terra le pareti diventarono scure , rami putrefatti si arrampicavano sulle pareti e un odore di muffa mi raggiunse le narici; sentii la voce di mia madre farsi spazio in quel luogo senza tempo e senza spazio. Il ruggito di un demogorgone che scuoteva l'aria. Quella bestia che era quasi riuscita a mangiarmi.

Poi vidi una finestra, una finestra che mi presentava un paesaggio del tutto diverso da quello del sottosopra. C'era un deserto immenso, uscii e iniziai a correre per trovarne una fine ma sembrava eterno, correvo per trovare la voce di mia madre che mi perforava le orecchie ma il paesaggio rimaneva immutato passo dopo passo.

"Will! Will!" scattai seduto sul letto e mi accorsi di essere in un bagno di sudore, mi girai e vidi Mike, visibilmente preoccupato. Forse avevo urlato. Continuavo a tremare, il freddo mi attanagliava nonostante fossimo quasi ad agosto. 

Mike mi aiutò ad alzarmi ma appena misi piede a terra rischiai di cadere e lui mi sostenne con le braccia strette attorno al mio busto. 

"Vieni, andiamo a bere dell'acqua" mi trascinò fino al divano e mi ci fece sedere , prese un bicchiere d'acqua e me lo avvicino alle labbra sperando di calmarmi mentre io mi avvolgevo attorno alla coperta.

"Will, cosa hai sognato?" aveva aspettato un po' per farmi quella domanda.

"Io..." non riuscivo a parlare, nonostante il freddo fosse passato continuavo a tremare, la bocca impastata dalla saliva.

"Will, Will, ehi..." non ci ero riuscito. Ero scoppiato in lacrime e Mike mi aveva subito abbracciato.  

Eravamo rimasti così per non so quanto  tempo.  La maglia trasparente che fino a poche ore fa odorava di mio fratello ora aveva il suo profumo. I suoi capelli mi sfioravano la nuca mentre il mio viso era letteralmente sprofondato nel suo petto. 

"Mike, ho paura..." gli avevo raccontato il sogno, e lui aveva promesso di non dirlo a nessuno.

"Will, erano ricordi, abbiamo fatto male a prendere D&D oggi, non dovevamo, useremo quello che abbiamo da me al massimo, stai tranquillo ok?" Continuava ad accarezzarmi i capelli mentre cercava di calmarmi, era maledettamente  rilassante.

Stavo per andare nel mio letto a dormire quando Mike mi fermò e mi agguantò il braccio. 

"No, tu resti qua, non voglio alzarmi un'altra volta nel cuore della notte, sia chiaro". C'era una punta di sarcasmo nella sua voce e arrosii lievemente per l'imbarazzo. 

Mentre era sdraiato mi tirò per un braccio mi fece sdraiare di fianco a lui. Dopo poco sentii le braccia di Mike cingermi la vita e non potei fare a meno di sorridere ripensando a quando eravamo piccoli, sicuri che una parte di quei bambini fosse ancora dentro di noi.

*Spazio Autrice*

Ehiiii

questo capitolo è uno dei più lunghi che abbia mai scritto e mi piace un po' di più rispetto agli altri, nonostante lo abbia riscritto almeno 6 volte con ogni santa volta un'idea diversa. QUANTE RIPETIZIONI IN UNA SOLA FRASE. Non so scrivere, ok.

Beh, vi auguro la buonanotte, perché come al solito scrivo tardi e un saluto

Bye

G

-Byler- We Are Crazy TogetherWhere stories live. Discover now