*Andrà meglio*

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Bell*

qualche cosina:
1. nonostante questo aggiornamento l'account è chiuso
2. vi amo perché pensavo nessuno si sarebbe inculato questa storia
3. ho la bacheca delle notifiche piena di minacce di morte
4. se qualquadra non vi cosa perdonatemi, non ricordo molto bene ormai la storia
5. il mio stile di scrittura è cambiato

fine premesse, godetevi questo finale alternativo che riparte dalla fine della conversazione tra Mike e Will, quando teoricamente Aiden dovrebbe svegliarsi dal sogno

bacetti

Era successo qualcosa, in quel momento, quando stava per mettere un piede oltre la scogliera.

Due braccia lo avevano afferrato, Mike aveva spalancato gli occhi. Le braccia erano sottili ma forti, capelli biondi gli cadevano sulle spalle, la persona che lo stava trattenendo talmente avvinghiata a lui da farglieli arrivare al petto.

"So che non è facile Mike, ti amo, perfavore, non farlo" una voce femminile lo aveva risvegliato all'improvviso, entrambe le suole che ora premevano saldamente a terra.

Poi la donna lo aveva girato per le spalle, lo aveva trascinato via dal burrone ed era inciampata a terra facendoli cadere entrambi sulla sabbia. O forse erano già a terra?

Sua madre lo teneva stretto, non lo lasciava andare, le unghie stringevano i suoi fianchi magri e il ragazzo poteva sentire le lacrime che gli bagnavano la maglia.

Quando alzò lo sguardo, Mike vide sua madre, il cielo era scuro e illuminato solo dalle stelle. faceva freddo, lui stava congelando.
"Amore non sei tornato a casa per così tanto, Gesù non sapevamo dove fossi finito e poi-poi ti abbiamo trovato lì sulla scogliera svenuto! Oh per favore Mike, non farlo più, scusa, scusa, scusa, ti amo così tanto!" sua madre aveva continuato a stingerlo durante tutto quel discorso sconclusionato, le braccia che le tremavano e il petto scosso da singhiozzi.

Solo in quel momento il ragazzo si rese conto di quanto gli facessero male le ossa, i muscoli, quando le mani fossero intorpidite.

Dopo quel momento le cose si mossero talmente in fretta che non ricordò molto.
Solo milioni di facce che lo fissavano, un barella e un'ambulanza, l'auto dello sceriffo parcheggiata in modo da bloccare la folla, Nancy e Jonathan abbracciati, Holly in braccio a suo padre. Nel retro della macchina di Hopper erano stipati Max, Dustin, El è Lucas, gli occhi rossi era l'unica cosa che riusciva a distinguere dei suoi amici.
Erano tornati in quella cittadina sperduta, solo per lui.

Li aveva spaventati, tutti, aveva fatto una cazzata e Will non era lì.
Will gli aveva mentito, Will non era mai stato lì, era morto, stupido Mike, stupido, stup-

Ma Will era lì, quando venne caricato sulla barella, la mano di sua madre che stringeva la sua, gli occhi chiari del ragazzo lo guardavano dal finestrino dell'ambulanza "ti avevo detto che ci sarei stato Mike, non ti avrei mai fatto cadere".

Quel sussurro, fu l'ultima cosa che udì prima di sprofondare esausta in un sonno senza incubi.

.

Mike era tornato a scuola, una settimana dopo, a seguito di mille raccomandazioni dei suoi genitori e milioni di inviti a cena dei suoi amici.

Sembrava fossero tornati insieme, come prima, amici.
Mike e Dustin avevamo trovato un club di D&D, il ragazzo pensava sempre a quanto sarebbe stato bello se ci fosse stato anche Will.
Dustin si era decisamente scocciato di sentire i litigi tra Steve e Robin sulla cotta della ragazza. Davvero, doveva essere terribile se il ricciolino aveva preferito tornare a studiare.

Max e Lucas si erano lasciati, Max era troppo lontano e stava affrontando male la storia della famiglia affidataria.

Alla fine a pranzo, erano sempre insieme al tavolo di quello strano ragazzo pluribocciato che dirigeva il club di D&D. (Non che gli dispiacesse, Eddie, così si chiamava, era praticamente la loro stella polare).

L'unica cosa che era cambiata, era il modo in cui andava a scuola.
Ora preferiva passare più tempo da solo, prendeva le sue cassette e il suo walkman e si riempiva la testa di testi di Bowie e Doors, anche se i Clash rimanevano i suoi preferiti.

Era stata una di quelle mattine, mentre stava scegliendo la cassetta, che si era imbattuto in un ragazzino allampanato, altissimo e con i capelli chiari.

"Ehi!" lo aveva chiamato "vai alla scuola superiore?" aveva chiesto.

Mike aveva fatto un segno di assenso, non molto interessato alla domanda dato il suo impegno nello scegliere un brano da poter ascoltare a ripetizione fino a scuola.

"Conosci qualche club? Sono appena arrivato e ho bisogno di farmi qualche amico. Non so, giochi, arte, musica, basta non si educazione fisica, odio educazione fisica" il ragazzino parlava velocemente, la voce acuta e quasi infantile.

In quel momento Mike alzò, lo sguardo e vide due enormi occhi neri, quasi innaturali, i capelli biondi incorniciavano il viso magro del ragazzo.

"Ehm-eh, sì, io faccio parte di un club di D&D, se ti va, sai, un po' per sfigati" mormorò alla fine.

"D&D?? Figo! Quando?"
Il bambino sembrava più che entusiasta.

"Vieni a pranzo al tavolo di Eddie, lo vedrai è tipo, uhm, lo riconoscerai penso" Mike fece un smorfia divertita.

"Grazie, mi hai salvato!" sospirò il ragazzo "mia madre penserà che ho degli amici" sorrise grato.

"Perché, non ne hai?"

"Vengo da una città qui vicino, ci siamo appena trasferiti, diciamo che faccio un po' fatica "

Mike guardò bene il ragazzo, somigliava molto a lui, quel giorno che aveva incontrato Will sulle altalene...

"Beh, io posso essere tuo amico" disse senza pensarci, il ragazzino lo guardò incredulo, un sorriso a trentadue denti che gli spuntava in faccia.

"Sei serio??" chiese  sbalordito, Mike annuì.

E poi, senza che se lo aspettasse, il ragazzo lo stava abbracciando, le bici che i due ragazzi stavano tenendo per il manubrio caddero entrambe a terra.

"Grazie, grazie, grazie! Io sono Nate, come ti chiami?"

"M-Mike" mormorò quello, il fantasma di un abbraccio passato che somigliava a quello dello strano ragazzino.

"Diminutivo per Michael? Forte" sorrise di nuovo quello mentre montava sulla bici.

Il corvino sorrise mentre metteva un piede sul pedale "Uhm, che ruolo giochi in D&D Nate?" domandò.

"Sono il Saggio, un po' inesperto, devo allenarmi"

Mike sorrise "Penso ci divertiremo insieme, Nate"

"Lo penso anche io Mike".

La passeggiata verso scuola sarebbe diventata un po' meno noiosa; mentre il passato veniva steso e calpestato dalle bici sul selciato, Mike sperava di star pedalando con chi gli avrebbe mostrato un futuro più felice.

è veramente finitaaaa, bella, ve se ama, ciau

G

-Byler- We Are Crazy TogetherWhere stories live. Discover now