Capitolo 2

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"Hei capitano!" esclamò Denki, accogliendolo all'uscita dello scuola bus che lo aveva condotto al rientro dalle vacanze invernali. Strinse un numero troppo elevato di mani, mentre qualunque persona gli faceva spazio per entrare nella scuola. Katsuki era una star per quella scuola, grazie a quello sport che per tutte le vacanze gli aveva messo pressione per quella responsabilità che gravava sulle sue spalle. Grazie al suo amico Denki, una delle poche persone che aveva avuto l'onore di superare quel mantello di indifferenza di cui si ricopriva solitamente, avrebbero portato i wildcats alla vittoria del campionato contro i loro nemici e in quella scuola nessuno evitava di ricordarglielo. La sua faccia, quella di Denki e Shoto, un altro loro compagno di squadra, erano stampate ovunque, soprattutto in mensa, dove tre cartelloni spingevano i tre ragazzi a dare del loro meglio per 'rendere gloria' alla East high.
"Hei Denki" disse, mentre attorno a loro la piccola folla di cheerleader e vari studenti si disperdeva, lasciando ai fianchi solo i membri che avevano stretto di più con il capitano. Denki, Shoto e Sero circondavano Katsuki, mentre entravano nella scuola, superando alcuni gruppi di ragazzi e ragazze che appendevano nei vari stand i moduli per la partecipazione ai club scolastici. Katsuki non aveva mai avuto il tempo di poter partecipare ad altri gruppi extra scolastici che non fossero quelli legati al basket e di ciò ne risentivano anche i crediti per il college, ma non se n'era mai fatto un vero problema.
"Spostatevi tutti quanti!" esclamò una voce, seguita dal corpicino di una delle persone più fastidiose che Katsuki avesse mai conosciuto. I capelli verdi vaporizzati sulla cute, accompagnati da forcine glitterate, si fecero spazio attraverso il gruppo, drammaticamente con le mani alzate ai propri lati per non farsi toccare. Quando Izuku fu lontano dal gruppo, una risata si levò tra i quattro ragazzi.
"La regina di ghiaccio è tornata dal polo" disse Shoto, nascondendo in modo penoso la cotta enorme che conservava da anni per quel ragazzo. Katsuki lo osservò, sorridendogli leggermente, solo perché conosceva la provenienza di quella battuta, forse per dare un sostegno morale al ragazzo che con quello non aveva la minima chance.
I quattro ragazzi frequentavano lo stesso anno e quasi tutte le stesse lezioni, così come stava per accadere quella mattina, in cui la loro prima ora era costituita da teatro. Si recarono abbastanza velocemente nell'aula designata, mentre tutti attorno a loro continuavano a sussurrare e parlare, irritando Katsuki, che strinse i pugni lungo i fianchi, alterato per le responsabilità che gli erano state affidate.
Arrivati all'aula, il biondo tirò un sospiro, come tornando a respirare, mentre si andava a posizionare lì dove andava di solito. Il primo banco era da sempre il suo, con dietro il suo migliore amico Denki, in ultima fila Sero e alla sua sinistra Shoto, che aveva deciso di stare lì solo per poter osservare meglio Izuku, che stava alla destra di Katsuki.
Si sedettero ai propri posti quando la campanella suonò ed in quel momento il biondo vide una cascata di capelli rossi passargli davanti agli occhi, mentre osservava il foglio tra le proprie mani e si andava a sedere nell'unico posto ancora disponibile. Il suo cuore mancò un battito e si sporse alle sue spalle per controllare se fosse davvero lui, quando Denki, con i suoi capelli biondi e quella ciocca tinta di nero a forma di saetta si mise in mezzo, guardandolo con fare confuso.
"Che succede amico?"
"Niente" fece lui, cercando di darsi una calmata e costringendosi a voltarsi, mentre il professor Aizawa, titolare della cattedra di teatro, faceva il suo ingresso. Indossava i suoi soliti colori scuri, circondato dalla sua sciarpa grigia, che erano in netto contrasto con la materia che insegnava e il resto dell'aula che era variopinta di colori strani e vari.
Mentre l'uomo iniziava il suo sproloquio sulla propria materia e il drama club di cui Izuku era il presidente, Katsuki non riuscì a togliersi dalla mente quella chioma rossa che gli era passata davanti qualche istante prima e che lo aveva ossessionato durante tutte le notti da una settimana prima in avanti. Prese il cellulare, anche se non avrebbe dovuto farlo e avrebbe potuto mandargli un messaggio o, ancora meglio, aspettare la fine della lezione, ma non riuscì a trattenersi nemmeno quando il proprio pollice premette sul tasto della chiamata.
Un cellulare prese a squillare e il cuore di Katsuki perse un battito. Ogni studente nella stanza prese il proprio cellulare per controllare se fosse il proprio a suonare e nel casino creato dalla situazione, il biondo si voltò, incontrando quella cascata rossa e quegli occhi che, quando si alzarono dallo schermo ora bloccato del cellulare, incontrarono i suoi, spalancandosi leggermente. Non riuscì a sorridergli, sconcertato dal fatto di esserselo trovato lì, quel ragazzo che aveva avuto così tante volte voglia di chiamare, ma da cui era spaventato contemporaneamente dato che non aveva idea delle sensazioni che gli avesse fatto provare.
Si voltò.
Accanto a lui Aizawa aveva ritirato il cellulare a Izuku e alla sorella Momo, che adesso guardavano l'uomo sconcertati, arrabbiati, dopo essersi beccati senza aver commesso nulla, un'ora di detenzione dopo l'orario scolastico.
"Signor Kirishima, abbiamo tolleranza zero qui alla East high per i cellulari. Anche per lei un'ora di detenzione e benvenuto a scuola" fece il professore, questa volta rivolto a Eijirou, che mise il cellulare nella scatola che l'uomo gli porgeva. Katsuki si fece piccolo nelle spalle, mentre il professore arrivò anche da lui, avendo notato che in mano avesse anche lui il cellulare.
"Signor Bakugou, un'ora anche per lei!" esclamò, come se stesse reclutando persone per pulire al meglio il teatro, piuttosto che al vero scopo punitivo della cosa.
"Signor Aizawa, non è possibile questa cosa, pomeriggio Katsuki ha gli allenamenti di basket" intervenne Denki alle sue spalle, ricordando ancora una volta i propri doveri al biondo, che irrigidì le spalle. Alzò lo sguardo, incontrando il sorriso sadico del professore che poggiò in modo violento la scatola sul banco di Katsuki, facendo spaventare tutti nella stanza.
"Quindici minuti anche per lei signor Kaminari"
"Uuh, difficile per Denki, fino a quindici non sa contare" fece, ridendo, una voce alle spalle di Katsuki e Denki, che scatenò l'ilarità della stanza, fino all'intervento del professore che fece zittire tutti.
"Simpatico signor Shinso, quindici minuti anche per lei! Devo andare avanti con questa carneficina? Dovete prendere seriamente questa lezione!"
Tutti si fecero zitti, mentre la lezione terminava con il suono della campana. Katsuki recuperò velocemente il proprio cellulare e corse al di fuori dell'aula, appoggiandosi al muro, mentre i suoi amici gli passavano davanti e gli battevano il pugno, soprattutto Denki che gli disse che si sarebbero visti più tardi in detenzione.
Ma al momento, nella mente di Katsuki vi erano solo quei capelli rossi, che qualche istante dopo, vide uscire dall'aula, mentre il loro proprietario sembrava cercare qualcuno.
Lui gli si avvicinò velocemente.
"Hei!" esclamò, così poco nel suo modo di fare, ma estremamente felice di vederlo.
Un paio di occhi rossi si posarono nei propri quando il volto di quel ragazzo si mosse nella sua direzione. Il cuore accelerò nell'istante esatto in cui quel sorriso tornò ad essergli regalato.  Aveva dimenticato quanto fosse meraviglioso, nonostante lo avesse visto una sola volta, ma ringraziò il cielo di poterlo osservare un'altra volta.
"Non ci posso credere" disse Eijirou, regalandogli un sorriso ancora più grande, come se quello potesse essere infinito.
"Nemmeno io"
"Mia mamma si è trasferita qua per lavoro e io mi sono iscritta in questa scuola, non mi aspettavo che ti avrei trovato" disse ancora il ragazzo dai capelli rossi, come se la timidezza della volta precedente fosse sparita totalmente, come se davanti Katsuki avesse una persona nuova. Certo, la situazione era totalmente diversa, anche perché in quel momento sarebbero potuti essere due amici normali che fanno conversazione, mentre l'altra sera beh, non lo erano affatto. O almeno, nella mente di Katsuki no.
Presero a camminare per la scuola, mentre il biondo gli mostrava i vari aspetti della scuola, fino ad arrivare alla bacheca dei club, dove vide Eijirou osservare soprattutto quello di teatro.
"Allora, ti vuoi iscrivere?" fece Katsuki, guardando il rosso che osservava il cartellone con gli orari per le audizioni per il musical invernale. Gli occhi del ragazzo furono nei suoi, mentre tornava quell'incertezza che gli aveva visto brillare la prima volta.
"No, voglio concentrarmi sul mettermi in pari con il programma. Ma se tu partecipi ti verrò sicuramente  a vedere" rispose, lasciando leggermente spiazzato Katsuki, che si passò una mano tra i capelli biondi, imbarazzato. Non erano da lui quei sentimenti strani che gli correvano nel petto, così ringraziò il cielo di venire interrotto da Izuku, che sembrò sbucare fuori da dietro il cartellone delle audizioni.
Il ragazzo firmò con la propria calligrafia tondeggiante in tutto lo spazio dedicato alle audizioni per i protagonisti e Katsuki ebbe la tentazione di strappargli la penna di mano e farla volare giù dalle scale che li affiancavano. Izuku poi, facendo finta di non averli visti, si voltò verso di loro  e gli sorrise.
"Oh, volevate iscrivervi anche voi? Io e mia sorella abbiamo preso spazio a diciassette opere, ma c'è sempre spazio per i novellini in qualche personaggio secondario" fece il verde, prendendo un riccio tra le dita e attorcigliando i capelli in esso. Le mollettone glitterate risplendevano nella luce del corridoio scolastico, con Katsuki che si ritrovò di nuovo con la voglia di spingere via Izuku, prendere Eijirou ed andarsene da lì. ma il rosso fu più veloce di lui.
"No, no, stavamo solo osservando. Katsuki mi sta facendo gli onori di casa" spiegò il rosso, osservando, poi, un foglio che aveva in mano e scattando sull'attenti.
"Scusate, ma ora devo andare o perderò la prossima lezione, a dopo Katsuki"
E così facendo si allontanò, lasciando alle spalle il profumo più buono che il biondo avesse mai sentito. Strinse un pugno, mentre osservava Eijirou allontanarsi e trattenendo la voglia di corrergli dietro e stare con lui tutto il giorno.
A quel punto Katsuki, sempre irritato da Izuku che lo fissava, fece per allontanarsi, ma il ragazzo dai capelli verdi lo trattenne.
"A quando il grande evento?" chiese, come se davvero gli importasse.
"Due settimane" rispose glaciale, osservando quella mano con cui lo stava toccando e con la voglia di staccarselo di dosso in modo brusco.
"Sei proprio un ragazzo che si impegna tanto. Come me!"
E Katsuki si allontanò, staccandosi davvero bruscamente da Izuku, non riuscendo a tollerare quella situazione più di un secondo in più.
Non riusciva a capacitarsi di come Shoto potesse andare davvero dietro a quel ragazzo.

My musical academia [BnhaxHsm]Where stories live. Discover now