Il tempo scorre lento anche se non siamo in Brasile...

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Rientrato a casa dopo ore passate a passeggiare per una Milano quasi deserta in pieno agosto, Fabrizio si sentì esausto e saturo dei mille pensieri che aveva avuto strada facendo. Per questo, puntò subito al dunque, andando dritto da Wentworth chiedendogli:

"Tu cosa faresti al mio posto?"

"Davvero me lo stai chiedendo?", domandò Wentworth distorcendo la sua attenzione dalla padella, in cui albergava la cena, per spostarsi sul volto di Fabrizio.

"Sì, perché tu riesci a vedere le due sponde, io solo una. Tu riesci a vedere la sua posizione femminile e la vedi dall'esterno, questa parte a me sfugge...vuoi perché sono restio a pensare che sia finita, vuoi perché sono emotivamente coinvolto, vuoi perché sono un uomo, o perché non ho il tatto femminile, o affinità con esso, cosa che tu invece hai...quindi, tu al mio posto cosa faresti adesso?", chiese in modo deciso come forse non lo era mai stato in vita sua.

Wentworth lo guardò per un attimo in silenzio e poi spense il gas rimandando la cottura della cena.

"E va bene, parliamone, vorrà dire che ceneremo più tardi - si portò nei pressi del salone e si mise seduto sul divano facendo cenno a Fabrizio di accomodarsi vicino a lui - so che non è quello che vorresti sentirti dire, ma se io fossi in te, volterei semplicemente pagina e la lascerei andare".

"Ho dei figli con lei...", Fabrizio si sentì impotente in quel momento e il suo dire divenne quasi un vociferare tra i pensieri.

"Lo so che per te è dura, quella sera in Brasile non abbiamo solo fatto sesso, abbiamo parlato e ci siamo detti cose che forse le si può dire solo a un estraneo, ci sono quelle confidenze intime che si affidano agli estranei, a gente che sai che non ti giudicherà perché di te non gli resterà più nulla...quello che hai passato in famiglia è stata una di queste confidenze, come io ti ho parlato della mia di famiglia...anche in questi mesi passati con Francesco, insomma, il quadro famigliare in cui siete cresciuti per me è chiaro, limpido...avete attraversato tutte e due le fasi di un matrimonio alla deriva: la guerriglia tra marito e moglie e poi il divorzio. Quindi lo so benissimo che pensi ai tuoi figli con lo stato d'animo che attraverseranno le stesse antipatiche sensazioni che hai vissuto tu, però Fabrizio...puoi evitare che loro subiscano almeno una delle due fasi e non è poco". Nel dirlo gli appoggiò una mano sulla gamba cercando di farlo sentire sostenuto in questa amara decisione.

"Posso evitargli la guerriglia, è questo che stai dicendo?", rispose lui guardandolo negli occhi.

"Esatto. E puoi fare anche di più volendo. Chiara non è stupida, anzi ha dato nettamente prova del contrario durante la fatidica cena, quindi se le parli sinceramente, spiegando i tuoi timori a riguardo del divorzio, se le chiederai di non usare i figli come un'arma, come una scusa per ferirsi l'uno con l'altro, sono sicuro Fabrizio che lei asseconderà le tue richieste".

"Lo penso anch'io questo", si alzò dal divano accendendosi una sigaretta.

"Bene, tu la conosci meglio di me quindi parlale sinceramente e volta pagina, è l'unica soluzione pacifica che puoi mettere in atto secondo me".

"Volto pagina e poi?", domandò Fabrizio senza voltarsi e tirando dalla sigaretta.

"Beh sai, di solito, si ricomincia", disse Wenty quasi ironico.

"Secondo te...è possibile ricominciare facendo un balzo indietro?". Domandò sempre rimanendo di spalle.

"In che senso? Spiegati meglio", domandò Wentworth accavallando le gambe e posando le mani incrociate a tenuta del ginocchio.

"Ho riflettuto molto camminando per un intero pomeriggio, ho scavato, ho cercato risposte e mi sono fatto tante domande... - fece un tiro dalla sigaretta per poi innalzare con uno sbuffo una marea di fumo in aria - ho ripensato anche a quella notte in Brasile... e hai ragione Wentworth, se tu volessi, potresti sedurmi con un secondo... come quella sera di quindici anni fa - si voltò finalmente a guardarlo e quello che vide lo fece di nuovo tornare indietro con i ricordi - specie se ti siedi così", alla fine commentò indicando la sua postura con la mano.

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