Capitolo 6

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È proprio quando le cose sembrano andare al loro posto che qualcosa, un evento fuori dal nostro controllo, può determinare un cambiamento tale da stravolgere completamente il precario equilibrio che così faticosamente si è raggiunto.

Può cambiare la direzione che la nostra vita aveva preso o riportarci indietro in un caos, da quale stavolta non si sa se né come se ne uscirà.

Sono questi i pensieri di Martino, mentre si ritrova nel corridoio di fronte all'ufficio dello psichiatra di Niccolò con i genitori di quest'ultimo. Sono le 8 e mezza del mattino e non sanno ancora cosa sia successo stanotte. Per questo il ragazzo non fa che camminare su e giù per il corridoio di fronte ai signori Fares, che invece sono seduti sul divanetto.

"Possibile che ci facciano aspettare tanto?" Chiede dopo l'ennesimo sospiro.

"Martino, i medici sono ancora a fare il giro dei pazienti. Sii paziente anche tu." Cerca di tranquillizzarlo Anna.

"E poi ci hanno detto che non riguarda Niccolò, quindi non andiamo nel panico." Il padre di Niccolò sembra molto più serafico di lui.

"È che non capisco perché ci abbiano fatto venire così presto, se poi non erano disponibili..." Borbotta ancora il ragazzo, in preda all'ansia.

Nel frattempo lo psichiatra arriva, trafelato e con una serie di cartelle in mano. Subito li fa entrare, rimanendo un po' interdetto quando anche Martino entra nella stanza.

"Dottore di cosa si tratta?" Subito Anna chiede informazioni. Chiaramente si stava trattenendo nel corridoio per sembrare forte, ma ora nell'ufficio del medico, tutta la paura e l'angoscia per il figlio emergono senza alcun impedimento.

"Okay, come già accennato al telefono... non riguarda direttamente vostro figlio, ma ne è rimasto coinvolto." E spiega quello che durante la notte era avvenuto: l'attacco psicotico di Emanuele con il suo gesto sconsiderato, lo shock di Niccolò nel vedere quella scena.

Martino ascolta tutto, mentre sente montare la rabbia per quello che è successo e inizia a scuotere la testa, sempre più arrabbiato.

"Quindi è il caso che rimanga qui ancora un po' per aiutarlo a gestire le sue emozioni e quello che ha vissuto questa-"

"Assolutamente no!" Alla fine non riesce a stare zitto e lo interrompe, parlandogli sopra.

"Martino?" La madre di Niccolò lo guarda allibita. "Cosa..."

"Questo è successo per colpa vostra." Dice riferendosi al medico davanti a loro. "Quel ragazzo, Emanuele, è sempre stato una presenza tossica per Niccolò. Gli ha sempre procurato ansia e paranoie, era estenuante per lui e non ve ne siete resi conto. Non doveva stare in camera con lui e questo è il risultato. Ora non veniteci a dire che deve rimanere qui ancora altre settimane per via della VOSTRA, CONCLAMATA, incompetenza. Se è sconvolto ed è di nuovo peggiorato è colpa vostra."

"Martino..." I genitori del ragazzo sono senza parole.

A loro Niccolò non aveva mai detto nulla, forse per non farli preoccupare ulteriormente. Con Martino, però, si era confidato su tutto, a quanto pare persino nei dettagli... entrambi per un momento provano la dolorosa sensazione di essere esclusi dalla sua vita, nonostante stiano cercando di essere presenti, senza risultare asfissianti. Difficile data la paura costante che possa fare qualcosa di avventato e rischiare di perderlo definitivamente.

"Scusatemi, forse è meglio che vi lasci soli a parlare. Vado da Niccolò..." Poi si alza ed esce dalla stanza.

Sospira pesantemente e gli viene da piangere, però butta giù il magone che gli è salito fino in gola e si incammina verso la stanza di Niccolò. Volta verso le scale quando, con la coda dell'occhio, nota la sua presenza seduta sul seggiolino del pianoforte: ha la testa bassa, non sta suonando, sembra tanto piccolo in questo momento che a Martino stringe il cuore vederlo così. Si avvicina e si siede accanto a lui, palesando così la sua presenza.

Il cuore vicino - RAMESOn viuen les histories. Descobreix ara