Interludio

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Notes:

Una piccola nota veloce per la copertina, completamente diversa dalle altre, fatemi sapere se vi piace :)
Buona lettura ^.^


Niccolò

...

Niccolò

...

"Niccolò, sei sveglio?"

Gli sembrava di sognare e invece la voce di Emanuele lo sveglia. Sospira e si volta dall'altro lato, borbottando un "che vuoi?" direttamente nel cuscino.

"Li senti?"

A quanto pare stanotte non vuole farlo dormire.

"Cosa?"

"I piccioni, là fuori..."

Niccolò rimane fermo ad ascoltare. "Sì, e quindi?"

"Tu ci pensi mai?"

Sospira e si volta di nuovo in direzione di Emanuele, ormai del tutto desto. La sveglia mostra le 2:15 del mattino.

"A cosa?"

"Io spessissimo..." Emanuele sembra perso nei suoi pensieri.

"Ma a che?"

"Volare. Volare via ed essere libero. Chissà com'è..."

"Non lo so, perché non dormi?"

"Tu ci pensi mai?" Chiede nuovamente, mentre si mette seduto sul letto.

"No, non me ne frega niente. Voglio dormire."

"Sai... ho una teoria. L'uomo in realtà ha sempre saputo volare, ma poi gli è stato impedito e non l'ha saputo più fare. Ma io dico che invece potremmo farcela. Vuoi vedere?"

Ma che cavolo sta dicendo?

"No Emanue' voglio dormi'!"

Emanuele si alza in piedi di scatto e si avvicina al letto di Niccolò. "Dai vieni con me, ti faccio vedere."

Si rende conto che sta parlando velocemente. Forse troppo.

Poi lo prende per un polso e lo trascina in piedi. A passo svelto, si accosta alla porta e la apre piano. Quando si è accertato che gli infermieri non stiano attraversando il corridoio, esce dalla porta, tirandosi dietro Niccolò.

"Che vuoi fare?" Sussurra, reticente a seguirlo fuori dalla stanza.

"Vedrai!" Ride, gli occhi spalancati e ipervigili, poi inizia a incamminarsi verso le scale.

Niccolò è disorientato, ma ha capito che sta avendo una crisi psicotica. Non ha mai avuto a che fare con qualcuno in preda ad una crisi psicotica, eccetto sé stesso. E se deve essere sincero, in quei momenti è completamente scollegato da sé stesso, quasi non fosse nemmeno lì; di solito non si rende nemmeno conto di quello che fa, se non quando la crisi è ormai passata e tutto è di nuovo sotto controllo. Ma ora, con Emanuele, per la prima volta vede cosa succede davvero in quella situazione.

Cazzo!

È così che appare quando succede?

È così che si comporta quando è nel pieno di una crisi?

Non ha il tempo di darsi una risposta a quelle domande perché Emanuele ha iniziato a salire le scale. Rimane per un momento nel dubbio se andare a chiamare qualcuno oppure andare con lui. Deve fermarlo prima che faccia qualcosa di stupido e l'unico modo sarebbe chiamare gli infermieri, ma non può lasciarlo da solo, chissà cosa potrebbe combinare anche in pochi minuti. Alla fine decide di seguirlo, perché non vuole che si faccia del male da solo o incattivirlo chiamando uno degli infermieri. Forse riuscirà a farlo calmare da solo, come fa Martino con lui.

Il cuore vicino - RAMESWhere stories live. Discover now