Capitolo 3

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"Va bene, cerco di essere più chiaro. Ti sto lasciando. Ti ho fatto le valigie con tutta la tua roba e te ne devi anda '."

"Cosa? Ma che cazzo stai dicendo?"

"Senti, chiaramente non sta funzionando tra noi. Per cui visto che è casa di mia nonna, sei tu che te ne devi andare e sono stato anche gentile, te le ho fatte io le valigie. Devi solo andartene."

"Cosa non sta funzionando? Che stai a di'? È colpa del disturbo?"

"Ti sembro in preda a una crisi psicotica? Semplicemente non voglio più stare con te. Te ne devi andare."

Si sveglia di soprassalto, con il respiro spezzato, si volta verso la sveglia sul comodino e nota che sono appena le quattro del mattino. È da quando Martino gli ha portato la felpa che fatica a dormire e ogni volta che riesce a prendere sonno, rivive il momento in cui lo ha lasciato e gli ha spezzato il cuore. In quel momento la riteneva la cosa migliore "fagli male adesso per non distruggerlo dopo", ma alla fine dei conti non si era rivelata una scelta poi molto saggia. Di cosa si dovrebbe stupire però? La razionalità e le scelte giuste non sono mai state il suo forte. Era migliorato nel momento in cui Martino era entrato nella sua vita, ma quando ha le crisi e il cervello parte per la tangente nemmeno la sua presenza lo aiuta.

Forse dovrebbe parlarne con lo psichiatra della struttura, ma sa che in realtà il problema è il nuovo ragazzo con cui condivide la stanza.

4 giorni prima

Dalla sera precedente, ha ancora indosso la felpa che Martino gli ha portato. Ha ancora il suo profumo e non riesce a togliersela, se non per lavarsi. Sa che esagera a comportarsi così, ma il suo ragazzo gli manca incredibilmente e - anche se è stata una sua decisione - stare chiuso in questa dannata clinica senza poterlo vedere è una tortura. Avere addosso il suo odore lo fa stare meglio e gli dà la sensazione che sia più vicino. In più è agitato perché oggi pomeriggio arriverà un nuovo ragazzo e dovrà condividere con lui la stanza.

Appena era entrato là dentro, aveva un compagno di stanza – un signore di 58 anni con una grave forma di depressione – ma era stato spostato già il giorno dopo ed era rimasto da solo in quella camera, perciò si era abituato praticamente subito, gli sembrava quasi di essere a casa dei suoi. Quasi.

Ora invece, chissà come sarà il nuovo ragazzo: di lui non sa nulla e questo gli mette addosso un'ansia terribile. La reazione di Martino di ieri sera però lo ha tranquillizzato, sembrava entusiasta della cosa, sapere di avere il suo appoggio, nonostante la delusione che deve aver provato in tutti i mesi passati, gli dà una forza che non credeva possibile. E sapere che ancora, nonostante tutto, riponga ancora fiducia in lui... beh, lo fa sentire amato come mai prima d'ora.

Questo si riflette anche nei suoi disegni, non più così scuri e pieni di nero, nessun tratto indeciso e marcato. Adesso usa colori chiari e spesso il soggetto dei suoi disegni è l'amore, chiaramente astratto, perché non è così bravo a disegnare – anche se a Martino piace la sua "arte" - come adesso che si trova sul suo letto e diverse matite sparse sul copriletto e il blocco dei fogli in mano.

Nel frattempo sente dei rumori fuori la porta della stanza, poi un ragazzo moro e alto entra e butta una sacca sul pavimento con un gesto brusco. Seguono una coppia e l'infermiera che, come aveva fatto con lui, gli dice che quella sarà la sua camera e poi lascia i tre da soli.

"Beh mi sembra un bel posto, no?" Dice la donna, con uno sguardo poco convinto.

"Se, come no. È una merda qui." Il ragazzo è chiaramente insofferente.

Il cuore vicino - RAMESWhere stories live. Discover now