Eli, Eli, lamma sabacthani

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3. Eli, Eli, lamma sabacthani

I preparativi non furono lunghi e lo stesso Vorski si diede da fare con alacrità. Appoggiò la scala contro il tronco dell'albero, passò un'estremità della corda intorno alla vittima e l'altra intorno a uno dei rami superiori e, appollaiato sull'ultimo piolo, ingiunse ai complici:

«Ecco, dovete solo tirare. Mettetela in piedi, anzitutto, e che uno di voi due la mantenga in equilibrio».

Aspettò un istante. Siccome Otto e Conrad s'intrattenevano a bassa voce, esclamò:

«Ehi, voi, potreste affrettarvi... tanto più che costituisco un bersaglio fin troppo comodo, se si azzardassero a tirarmi una pallottola o una freccia. Ci siamo?».

I due scagnozzi non risposero.

«Ebbene, è rigida quella! Che c'è ancora? Otto... Conrad».

Saltò a terra e li strapazzò.

«Scherzate entrambi. Di questo passo, saremo ancora qui domattina... e tutto fallirà. Ma rispondi, Otto».

Gli gettò la luce sul viso.

«Vediamo, che cosa? Significherebbe che rifiuti? Bisognerebbe dirlo! E tu, Conrad? Siamo in sciopero allora?».

Otto scrollò la testa.

«Sciopero... è esagerato. Ma a Conrad e me non dispiacerebbe avere alcune spiegazioni».

«Spiegazioni? E su cosa, imbecille? Sulla signora che giustiziamo? Su uno dei due ragazzi? Inutile insistere, compagni. Ve l'ho detto proponendovi l'affare: "Acconsentite a occhi chiusi? Ci sarà un rude lavoro da compiere, molto sangue da versare. Ma, in fin dei conti, la somma è alta"».

«Sta lì tutto il problema», disse Otto.

«Precisa, babbeo».

«Tocca a lei precisare e ritornare agli stessi termini del nostro accordo. Quali sono?»

«Li conosci meglio di me».

«Appunto, è per farglieli ricordare che le chiedo di ripeterli».

«La mia memoria è fedele. Il tesoro per me e sul tesoro un prelievo di duecentomila franchi da spartirvi».

«È così e non è così. Ci torneremo. Cominciamo col parlare del famoso tesoro. Sono settimane che ci sfianchiamo, viviamo nel sangue e nell'incubo di ogni sorta di crimini... e niente all'orizzonte!».

Vorski alzò le spalle.

«Sempre più stupido, povero Otto. Sai che prima c'era un certo numero di cose da compiere. Lo sono tutte, tranne una. Tra pochi minuti lo sarà a sua volta e il tesoro ci apparterrà».

«Che ne sappiamo?»

«Credi che avrei fatto tutto ciò che ho fatto, se non fossi stato sicuro del risultato... come sono sicuro di vivere? Tutti gli eventi si sono svolti in un ordine inflessibile e indicato in anticipo. L'ultimo accadrà all'ora convenuta e mi aprirà la porta».

«La porta dell'inferno», sogghignò Otto, «come ho sentito chiamarla da Maguennoc».

«Che la chiamino con questo nome o un altro, dà accesso al tesoro che avrò conquistato».

«E sia», disse Otto impressionato dalla convinzione di Vorski, «e sia. Voglio credere che abbia ragione. Ma chi ci assicura che avremo la nostra parte?»

«Avrete la vostra parte, per il semplice motivo che il possesso del tesoro mi fornirà ricchezze così fantastiche che non mi creerò delle noie con voi per una miseria di duecentomila franchi».

L'isola delle trenta bare  (COMPLETA)Место, где живут истории. Откройте их для себя