Escape

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(Calum)

Mi ritrovo ad aprire gli occhi, confuso. Quand'è stato che li ho chiusi? Stavo dormendo? Sono disteso a terra, ed osservo la stanza dove mi trovo, cercando, nella mia testa, di collegare gli ultimi avvenimenti di cui ho ricordi. Ero a scuola oggi, giusto? Ah già, ho litigato con Kate. Strano, come se fosse una novità. E poi? Lentamente, mi alzo, cominciando a riprendere i sensi e realizzo ora che non so dove mi trovo. Il respiro si fa pesante e mi ritrovo a guardarmi attorno con il cuore in gola. Sono in una stanza scura, buia, illuminata da una fioca luce gialla che lascia moltissimi angoli in penombra. Agitato, mi alzo, barcollando, e sentendo solo in questo momento un dolore atroce al fianco. Gemo, alzando la felpa ed esaminando il nuovo livido giallastro che è comparso sulla pelle candida di Kate.

«Ti piace?»

Sobbalzo sentendo la voce profonda di un uomo, fin troppo familiare. Mi volto e stringo i pugni nel vedere Brian che, purtroppo, non è solo. È circondato da uomini che non ho mai visto in vita mia.

«Dove sono? Cosa...cosa?» balbetto, avendo in mente troppe domande in questo momento. Brian è seduto in una poltrona di pelle scura, con in mano un calice di vino rosso. Se lo porta alla bocca, senza smetterla di guardarmi, cosa che mi fa tremare ancora una volta. Che cosa vuole da me?

«Sei allo Smokies, nel mio ufficio» parla pacato, appoggiando il calice sul tavolino che ha di fianco a lui. Sposto l'attenzione su gli altri uomini dentro la stanza: sono cinque e non ho mai visto nessuno di loro prima di oggi. Ma loro mi guardano come se mi conoscessero bene. Sono così terrorizzato che non riesco a reagire in nessun modo, e rimango in attesa di una qualsiasi parola da parte di qualcuno, che mi spieghi cosa ci faccio qui, e come ci sono finito. Ricordo che stavo uscendo da un'aula a scuola, quindi come sono arrivato qui?

«Vuoi sapere chi sono questi gentili signori?» chiede retorico Brian, facendomi chiaramente capire come lo farebbe in qualsiasi caso, indipendentemente dalla risposta che darò. Mi ritrovo, quindi, ad annuire, con la gola completamente secca.

Sul volto di Brian compare un ghigno che mi mozza il fiato: non riesco ad immaginare come potrò uscire da qui. Non riesco a proiettarmi in avanti. Vorrei urlare, ma non ho la voce.

Brian si volta verso il primo uomo alla sua sinistra, dai capelli neri crespi raccolti in una coda bassa. Mi osserva con i suoi occhi neri, tenendo le braccia muscolose incrociate.

«Partendo dalla mia sinistra, piccola Kate, ti presento Pete, Jack, Jim, Lance e Joe» me li indica con un cenno e io sento i loro sguardi su di me. Non riesco a dire nulla, quindi rimango in silenzio.

«Non li hai mai visti prima?» mi chiede Brian, riponendo lo sguardo su di me.

Scuoto il capo, stringendo il lembo della felpa tra le mani.

«Tutti loro hanno qualcosa in comune: odiano tuo padre, Kate.»

Stringo le mani ancora di più nella felpa, tremando: quando lasceranno in pace Kate per tutti gli errori compiuti dal padre? Non merita questo. È una ragazzina come tante, e merita di rimanere tale.

«Cosa volete da me?» dico, ma la voce trema per la paura.

Un ghigno compare sul volto di Brian, facendomi presumere il peggio.

(Kate)

Corro a perdifiato, con Micheal dietro di me. Entro dal cancello e percorro a grandi falcate il vialetto, deserto. Un tempo non mi sarei mai nemmeno sognata di uscire da scuola prima del suono dell'ultima campanella; ultimamente è un miracolo se riesco a rimanerci per due ore. E non è questo che avevo in mente: avrei voluto riuscire a risollevare la reputazione di Calum in qualche modo. Ma è decisamente più importante riportarlo indietro. Non importa fare quello che consideri giusto: andrei fino all'inferno per riportarlo a casa. Corro per i corridoi, non sento minimamente la stanchezza, il dolore alle gambe chissà, forse Zhinu mi sta dando la forza in qualche modo. Luke mi sta aspettando appoggiato alla porta dell'aula dove abbiamo parlato ieri, con le braccia conserte. Non riesco a rallentare e caccio un urlo mentre appoggio le braccia al muro per fermarmi ed attutire l'urto, urtando la spalla.

Stars Align// Calum HoodWhere stories live. Discover now