You need to calm down

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(Kate)

Continuo a fissare il foglietto che tengo tra le dita. Mi sento come se mi guardasse! È tutto il giorno che mi sento osservata da quella scritta rossa: "detenzione, aula 207". È una vera catastrofe che io debba per andarci. Non ho fatto nulla di sbagliato. Mi mordo un labbro non appena questo pensiero arriva: quindi Calum viene punito solo perché è Calum Hood? Bhe, però lui se la deve essere guadagnata quella fama giusto? Quando finirà questa storia e io potrò tornare ad essere la radiosa Kate? Sospiro ma continuo ad indugiare sulla maniglia. Non è possibile che mi sia capitata davvero una disgrazia del genere. Gemo, assumendo un'espressione corrucciata finché non riesco ad alzare il braccio dal mio fianco per tenderlo verso la maniglia della porta rossa e tirarla giù, pronta a mostrarmi i suoi orrori di sala del terrore. Sbatto le palpebre più volte, guardandomi attorno: banchi con sedie, qualche cartina geografica appesa, degli armadi grigi ricolmi di libri. Curvo il capo, alla ricerca di qualche tipo di dettaglio che mi porti a collegare ciò che ho davanti con l'immagine che avevo in testa, ma nulla. Alzo un sopracciglio: tutto qui?

«Ehi Hood!» mi volto ed osservo un ragazzo venirmi incontro con un sorriso, con la mano alzata in attesa che io gli dia un cinque. Vi ricordate quando vi ho detto che sono una regina emancipata e che non ho bisogno di uomini? Bhe, ammetto che Leo Howard è stato parecchio nei miei pensieri e gli permetterei di essere il mio re. I suoi occhi nocciola sono profondi ed espressivi, e ora che mi sta sorridendo sto ammirando le sue fossette. È meraviglioso, e mi sta parlando. Prendo un respiro.

Sii Calum, sii Calum, sii Calum

«Buon pomeriggio, bella giornata vero?» sorrido a mia volta, prima di rendermi conto cosa ho detto. Leo mi guarda perplesso, con la mano ancora alzata. Mi affretto ad alzare la mia per dargli il cinque, come se così facendo tutto tornasse apposto. Mi schiarisco la voce.

«Cosa hai fatto per finire in punizione?» chiedo, dopo essermi schiarita la voce.

Leo sbuffa.

«Ho cercato di smascherare Ella e riprendere il suo karaoke di Adele ma mi ha scoperto» sbuffa. Vedete? Ha un animo nobile infondo, voleva soltanto far notare come sia fannullona la nostra collaboratrice scolastica.

«Bel pensiero!» dico estasiata.

«Bhe sì» si gratta la nuca, ridacchiando «Ovviamente volevo anche addormentarla ed inserirla in una cassapanca e spedirla da qualche parte, senza che nessuno se ne accorgesse. Credo che avrebbe potuto funzionare»

Alzo un sopracciglio: bhe nessun re è perfetto.

Sospiro e mi guardo attorno: coraggio Kate, solo due ore in compagnia dei peggiori esemplari del tuo liceo. Gemo e mi faccio largo tra una mandria di scimmioni che si tira le palline di carta addosso: non credevo di essere tornata alla scuola dell'infanzia, ma a quanto pare è così. Mi siedo e tiro fuori il libro di letteratura inglese. Con la coda dell'occhio noto Leo sedersi nel posto affianco al mio, e si sporge per osservarmi. Mi volto verso di lui e osservo il suo sguardo perplesso.

«Cosa stai facendo?» chiede scandalizzato. Già, in effetti non dovrei stupirmi della domanda.

«Studio» rispondo educatamente.

Leo mi guarda come se avessi appena detto di aver compiuto un omicidio: è sconvolto.

«Tu Hood? Nemmeno sapevo avessi un libro»

E infatti questo ho dovuto comprarlo, cosa credi?

Non dico nulla e riabbasso il capo, nella speranza che, quando rialzerò gli occhi, saranno arrivate le sei e io potrò andare a casa. Invece, rialzo il capo troppo presto a causa della porta che si apre, dalla quale compare Calum. Tutti si voltano a guardarlo, sconvolti che Regina Kate sia lì. E direi, chi non sarebbe sconvolto?

Stars Align// Calum HoodOnde as histórias ganham vida. Descobre agora