Capitolo 24

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Mi afferra il polso e comincia a salire veloce le scale che dal locale danno al suo appartamento. "Joey... piano ho i tacchi" non rallenta continua a camminare. "Potevi non metterli." Arrivati al pianerottolo mentre apre la porta, tiro la mia mano dalla sua. "E dove cazzo sono finiti quei vestiti a fiori merdosi?" entro in casa e mi richiudo la porta alle mie spalle. "Li ho buttati" arriva in cucina e si volta. "Lo vedo bene" dice con voce rauca, mentre io continuo a sorridere. Mi siedo in poltrona e accavallo le gambe. Saranno state le parole di Bill, ma cazzo sto dando il meglio di me. Questa accavallata fa tanto Sharon Stone. Ma da come mi guarda mentre mi porge una birra, credo che sia stata una bella mossa. "Non è troppo corto quel vestito?" dice mentre si siede davanti a me. "Non è che sei geloso?" e sorrido mentre lui resta impassibile. Sorseggio un po' della mia birra. "Non sei venuto?" e lui rialzo lo sguardo da terra "ti ho aspettato" e lui rimette lo sguardo sulla sua birra. "Joey..." ma lui non mi guarda "Joey guardami" ma lui continua a non guardarmi. E allora lo faccio. Mi alzo, poso la birra. Porto le mani sulla cerniera del vestito. Il silenzio tutto intorno, fa sentire perfettamente il rumore della zip. E i suoi occhi scattano su di me. Resta lì a guardarmi con il fuoco negli occhi, lo stesso che mi sta partendo dai piedi. E ringrazio Dio di aver messo su questo bellissimo completino di pizzo nero, perché appena il vestito cade giù, sui miei piedi, lo sento imprecare tra i denti. Ma non smette un attimo di guardarmi. I suoi occhi saettano dai miei, al mio seno, poi ai miei fianchi, poi alle mie cosce. Faccio un passo e poi un altro liberandomi dal vestito. E lui osserva perfettamente ogni mio movimento. Mi avvicino a lui. La sua testa è all'altezza del mio ventre. Lo sento sospirare forte e socchiudere gli occhi. Poi li riapre e li piazza nei miei. E io lo ripeto "Joey guardami" "ti sto guardando" lo spingo dietro con la mano, e lui non fa resistenza mentre si appoggia teso al divano. "Cosa vedi Joey?" ma lui non risponde. "Vedi quella donna che non puoi perdonare? O vedi quella donna che potresti amare?" Joey continua a fissarmi e non risponde. Vedo il suo petto ansimare sempre più forte. "Mi hai detto che non puoi perdonarmi. E non lo voglio il tuo perdono perché non lo merito. Ma potresti amarmi?" lui continua a fissarmi, il suo respiro e sempre più affannato. Lentamente mi porto le mani dietro la schiena, sgancio il reggiseno. Con una mano lo reggo ancora al petto. Con l'altra sfilo lentamente le bretelle. "Potresti amarmi di nuovo? Sono una donna divorziata. Ho una figlia. Ho un inferno alle mie spalle, ma sto attraversando l'inferno solo per venire da te. Puoi amarmi ancora? Puoi amarmi adesso. Così come sono." Lascio andare la mano che tiene ancora su il reggiseno. E resto nuda davanti a lui. Indosso solo le mutandine e i tacchi. Gli prendo una mano. Che lui prima ritrae e poi abbandona nella mia. Lo vedo deglutire a vuoto. Porto la sua mano, sul nostro tatuaggio, proprio sotto al mio seno. "Ci può ancora essere un adesso noi?" prima fissa il mio tatuaggio e poi di nuovo i miei occhi. In un attimo la sua mano fa forza sulla mia. Mi tira su di se. E io gli salgo a cavalcioni. Getta la mia testa sul mio seno. Che divora. Bacia. Lecca. Sempre più vorace. Getto la testa all'indietro. Mentre cavalco la sua eccitazione. E ogni spinta è sempre più forte. Inizio a gemere per la potenza dello sfregamento e per i suoi denti che stingono un capezzolo. Attiro la sua testa sul mio petto e il suo assedio continua furioso. Mentre gemo sento una punta di piacere avvolgermi il basso ventre così mi scosto e inizio a sbottonargli i jeans. Vorrei liberarmi del mio intimo e lui lo capisce. Afferra l'orlo della mia mutandina e tira forte e me la strappa letteralmente da dosso. E niente l'orgasmo arriva solo per questo gesto. Lo sento arrivare prima che lui prema con tutta la sua forza dentro di me. E poi mi riempie. Cristo e in quel momento l'orgasmo esplode. E io continuo a cavalcarlo affannata mentre lui spinge e spinge. E poi grido il suo nome "Joey..." perché raggiungo di nuovo l'apice, il punto di non ritorno. "Dimmi di si Joey!" ripeto questa frase in loop come una supplica, come una preghiera. "Dimmi di si!" continuo nella mia danza forte e selvaggia sulla sua erezione. E poi lui ringhia e grida "Si Si Si... lo voglio cazzo... ti voglio. Da sempre. Si si si" e poi invasa da una gioia senza precedenti. Mi alzo in tutta fretta e poi con un'unica spinta forte mi risiedo su di lui. E lì il mondo intorno crolla, lui viene ringhiando milioni di sì e io sorridendo mi accascio su di lui.

Dopo svariati secondo che sembrano infiniti. Mi alzo lentamente. Joey è ancora dentro di me. Mentre lui ha ancora la testa affossata sul divano. Gli porto le mani sulle guance e poi gli bacio dolcemente il mento. Risalgo sulle sue labbra. Gli prendo il labbro inferiore e lo mordicchio. Lui sorride apre gli occhi e mi bacia. Ed è un bacio così dolce. Così tenero. Così avvolgente e sembra stano dirlo, ma è molto più intimo di quello che abbiamo appena condiviso. E poi lo dice "Non potrei amarti ancora." Mi allontano per guardarlo negli occhi. "Perché non ho mai smesso di amarti" sorrido e una lacrima mi riga il viso. Lui l'afferra tra le mani e la stringe "e queste non voglio più vederle sul tuo viso" annuisco "Era di gioia. Solo di gioia." Joey annuisce ma continua a fissarmi. "Prendi la pillola?" getto d'impulso gli occhi sui nostri bacini uniti. Sbarro gli occhi e scuoto la testa. Inizio a spaventarmi. Ma lui mi prende il viso tra le mani. "Mi ami Jamie?" annuisco imbarazzata. "Mi amerai ora, oggi e anche domani?" Annuisco e dico "Sempre. Ti amerò sempre" "e allora vaffanculo i preservativi. Perché li ho finiti. E perché ho ancora voglia di entrare dentro di te in tutti i modi possibili." E io scoppio a ridere. "Io ho già una figlia Joey" lui annuisce "da oggi anch'io." E non rido più. Altre lacrime mi grondano sul viso. Sentirgli dire che mi ama, non è stato forte come sentirgli dire che Julia da oggi è un po' anche sua. "Adoro tua figlia. Credo di essermi innamorato di lei quando mi ha sorriso per farsi portare all'altare al matrimonio. Poi come posso non amarla? Mi ha chiamato re Joey." e sorride "E farei di tutto per farla sorridere. Farei di tutto per farvi sorridere. Farei di tutto per voi." Mi asciugo le lacrime. "Joey per me non chiedo nulla solo essere amata. Ma lei ha bisogno di tutto. Di presenza. Di affetto. Di educazione. Di sentirsi amata. Ha bisogno di un padre, perché a differenza di altri bambini che un padre, pur avendo i genitori separati, un padre ce l'hanno, lei non lo avrà. Perché il processo è a breve e lui sarà condannato e finirà in galera, sempre se lo trovano." Sospiro impaurita. "Ma lei non avrà un padre e io non voglio darti questa responsabilità se non te la senti. Non voglio costringerti. Sono stata egoista a venire qua a chiederti di amarmi e a chiederti di amare lei, pur essendo di un altro. Pur essendo di..." lui mi posa un bacio leggero sulla bocca per zittirmi "Voglio il pacchetto completo Jamie. Voglio te e voglio Julia. Voglio voi. Voglio tutto Jamie. Non è una responsabilità che non voglio prendermi, non è una costrizione, se tu me lo permetti io voglio essere tutto per voi." Annuisco ancora. "Ora vuoi che esca a prendere i preservativi o vuoi..." lo bacio per zittirlo "voglio essere presa in tutti i modi possibili, per tutta la notte. E per tutte quelle che verranno. Se tu lo vuoi anch'io voglio tutto. Ti amo Joey" mi prende in braccio e mi porta in camera da letto. Dove lo facciamo tutta la notte. In tutti modi possibili. Senza preservativo ma con tutto l'amore possibile. 

"Fiori di cera. Adesso noi."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora