Capitolo 3

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Nonostante l'aria terrorizzata, Joey si alza in piedi. Avvicina il microfono alla bocca e dice "Quando Tim mi chiese di fargli da testimone ero felicissimo. Il giorno dopo però ricordai che il testimone dello sposo deve fare il famoso discorso. Li sbiancai completamente" e tutti scoppiamo a ridere. "Mi ripetevo tra me e me, cosa cazzo potrei dire io sull'amore." poi arrossisce e dice "Scusatemi per la parolaccia, anche per quelle che verranno. Perché di sicuro ne dirò, quindi vi chiedo scusa in anticipo" e la sala si riempie di nuove di risate. Lui sorride ma riprende. "Io l'amore non l'ho mai incontrato." E io sussulto. "Una sola volta credevo di averlo trovato. Perché mi sentivo felice. Mi sentivo forte. Invincibile. Mi sembrava che la vita mi sorridesse nonostante non avevo niente per cui sorridere" inizio a sudare. Forse ero io quella persona. Ma no, non credo. E chi sarà questo suo amore. In un anno di tira e molla non ci siamo mai detto ti amo. Ci amavamo? Non saprei. Ma se stare bene insieme, fare enormi cazzate insieme, fare sesso per ore, condividere intere giornate e intense nottate significa amarsi, forse ci amavamo. "Ma poi un giorno, lei mi lasciò. Non mi disse il perché. Mi chiamò e disse è finita. Ricordo che ero così triste che il mondo sembrò crollarmi addosso." O cazzo, cazzo, cazzo. Sono io. Sono proprio io. Lo guardo, ma lui non guarda me. Mi giro intorno e vedo Jenni, Marlen, Madison e Taylor guardarmi come se sapessero che lui sta parlando di me. O cazzo ma loro sanno che sta parlando di me. Maledetto vino bianco che mi fece parlare peggio di un uccellino. Abbasso lo sguardo e divento praticamente rossa. Ma lui continua. "Questo per dirvi. Che io credevo di averlo incontrato. Ma non era amore. L'amore è quello che leggo negli occhi di Tim e Jenni. Lo leggevo quando erano due ragazzini. Lo leggevo quando Tim la rincontrò dopo dieci anni e mi minacciò che mi avrebbe tagliato le palle se mi fossi avvicinato a lei" e tutti scoppiano di nuovo a ridere, tranne io. Che mi guardo ancora i miei sandali con il viso paonazzo e il cuore in gola. "E lo leggo oggi che sono una famiglia e che sono diventati marito e moglie. L'amore, quello vero. Non si arrende. Combatte. Non si ferma. Lotta. Non resta immobile davanti agli ostacoli. Non si ferma ai pregiudizi. Non ha paura. Non teme il tempo. Né i modi, né i come. L'amore quello vero vince, vince su tutto. E voi ragazzi voi siete l'esempio dell'amore vero. E vi auguro che questo amore vi accompagni per il resto dei vostri giorni!" prende il bicchiere, lo alza e dice "A Tim e Jenni. All'amore vero!" tutti alzano il bicchiere. Io prendo coraggio alzo lo sguardo su di lui, che ha gli occhi incollati su di me e ripete "All'amore quello vero!" e tutti lo ripetono. Tranne io che ho perso l'uso delle parole e forse pure di respirare. Dopo aver sorseggiato lo spumante, scoppia a ridere e dice ridendo "Cazzo ho fatto proprio un bel discorso!" tutti scoppiano a ridere, mentre Tim gli va vicino e si abbracciano. E io resto imbambolata, con il bicchiere in mano. In effetti ha fatto proprio un bel discorso.

Mi alzo in fretta e furia e scappo in casa. Arrivo in bagno e mi richiudo la porta del bagno. Mi appoggio alla porta e scivolo a terra. Ho l'affanno, ma non per la corsa. Ho il petto sotto una montagna di neve. Faccio fatica a respirare. Mi poso una mano sul cuore e lo sento martellare nel petto. Che cazzo mi sta succedendo. Inspiro quanto più aria con il naso e la butto via con la bocca. Sento il mio viso, bagnato. Mi metto una mano sulle guance e mi ritrovo a piangere. Prima una lacrima, poi un'altra. Poi subito un'altra. Scendono copiose sul mio viso e io non riesco a fermarle e più scendono e più il mio cuore batte all'impazzata. Annaspo e più annaspo e più piango. E più piango più il cuore corre veloce. Forse sto morendo. Mentre cerco di riprendermi, non riuscendoci, sento una voce fuori dalla porta "Jamie sono Marlen, ho visto che entravi. Apri" striscio lontano dalla porta. "Jamie cazzo. Apri questa dannata porta." Con enorme fatica apro la porta. Appena entra e mi trova a terra, in lacrime si abbassa e mi abbraccia "Tesoro. Tesoro. Ti senti bene?" mi stringe bene e scuoto la testa. "Cosa ti senti?" mi prende il viso tra le mani "Jamie parlami" cerco di aprire la bocca ma non ci riesco. "Tesoro guardami. Ok. Ora respira forte dal naso." E io lo faccio. "Brava. Ora butta fuori. Butta fuori" e butto fuori. E ripeto più volte. Mi tiene le mani tremanti mentre respiro. "Brava tesoro butta fuori. Butta fuori tutto!" e io scoppio a piangere. Questa volta i singhiozzi mi scuotono tutta. "Marlen... Marlen... ho..." "Jamie" ha l'aria così devastata dal mio stato. "Ho sbagliato tutto Marlen. Tutto. La mia vita è un fottuto sbaglio. Tutta." mi abbraccia forte. "Jamie non dire così. Non dire così" "E che cazzo devo dire. Che cazzo devo dire. Ho sposato un uomo che mi ha distrutto in tutti i modi possibili. E nonostante mi distruggesse giorno dopo giorno, io facevo finta che tutto andasse bene. Ma che cazzo di problemi ho. E dire che sono una psicologa. Ho una figlia che per un mio errore di valutazione, cerca un padre in ognuno che incontra. E poi stasera lui..." e scoppio di nuovo a piangere. Marlen mi guarda fisso. "Stasera lui ha sbagliato. Non doveva dire quelle cose. O almeno non dirle davanti a tutti." Singhiozzo "Ma le ha detto. E aveva ragione. E ha fatto male. Tanto male. Ma lui non sa niente. Non sa niente. Non sa perché io l'ho fatto." Lei annuisce. Mi prende il viso tra le mani, mi asciuga le lacrime. "E allora tu diglielo." La guardo negli occhi "dopo 4 anni a che servirebbe?" scuoto la testa "No, no" ma lei mi sorride "Servirebbe a stare meglio." Abbasso lo sguardo sulle mie mani, non tremano più. Marlen mi prende la mano. "Forza alziamoci, diamoci una sistemata, che mi sembri reduce da una sbronza cosmica dopo una nottata passata a vomitare!" e scoppia a ridere. "Sono un disastro" "Si lo sei, ma sei un bellissimo disastro Jamie Jacqueline Dorey. Su... tua sorella aspetta te per la torta e tua figlia è appena crollata in braccio a Dominick." Annuisco. Mi aiuta a sistemarmi il trucco e i capelli. Mentre usciamo dalla porta, mi stringe la mano e mi dà un bacio sulla guancia. "Andrà tutto bene. Ok?" e io annuisco. "Andiamo" e io la seguo, perché mai come in questo periodo ho bisogno di qualcuno che mi rassicuri. Di qualcuno che mi guidi. Perché io mi sono persa.

"Fiori di cera. Adesso noi."Onde histórias criam vida. Descubra agora