Capitolo 23

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Oggi è il compleanno di Hope. La mia piccolina compie un anno. Ricordo ancora la paura che ho provato quando seppi che stava nascendo. Ero terrorizzata. Jenni era solo di 7 mesi e quando la vidi per la prima volta in quella incubatrice, intubata e così piccola ed indifesa, il mio cuore perse un battito. Ma pur non portando il cognome Dorey è cazzuta come la sua mamma e sì anche come sua zia. Perché si sono una cazzuta. Me lo dico da sola, perché più passano i giorni e più mi rendo conto guardandomi indietro che ho superato tante difficoltà. E sono ancora qua, forse un po' ammaccata. Ma ci sono. Diciamo che la serata disastrosa con Joey mi aveva messo di nuovo in ginocchio. Ma poi parlare con mio padre, riabbracciare mia figlia appena sono rincasata. Cenare con i miei genitori mi ha fatto rialzare. Ho le ginocchia che ancora sputano sangue. Ma sono in piedi e non mi arrendo. E il non arrendermi mi porta a stare qui sul divano a bere una birra, con gli occhi incollati più alla porta che al marasma che c'è intorno. Ma la porta resta chiusa e di Joey nessuna traccia. Sospiro esasperata, socchiudo gli occhi e quando li riapro trovo Bill affianco a me che mi sorride. "Sai ho provato anch'io a fissare quella porta ma credimi non ci ho trovato niente di interessante da starci attaccata con gli occhi circa 20 minuti!" e scoppio a ridere mentre gli do una spallata. "Finiscila" "ma dai Jamie ti verranno gli occhi storti a furia di guardarla!" arrossisco. "Si è visto tanto?" "Credo che quel tavolo sia perfino geloso" mi metto le mani in viso. "Che figura di merda!" ora a spalleggiarmi è lui "no dai. Nessuna figura di merda. Non c'è niente di male a sperare." Lo guardo fisso. "Credi che sperare basti?" lui aggrotta le sopracciglia. "Credi che prima o poi continuando a sperare questa speranza diventi realtà?" Bill alza gli occhi a cielo, poi si getta indietro sul divano. "Ti sei scelto un cattivo confidente nonché un pessimo consigliere in amore." mi getto indietro anch'io. Guardo il profilo perfetto di questo bellissimo uomo. Si volta verso di me e appena capisce che voglio sapere di più continua "Sai avrei voluto anch'io che la mia speranza diventasse realtà. Ma è rimasta tale e sai perché?" scuoto la testa. "Perché la speranza da sola non basta. Dobbiamo lottare Jamie per quel che vogliamo. Nel mio caso io non sapevo neanche che cazzo volevo. Ma tu lo sai, giusto?" annuisco "E vuoi lui, giusto?" annuisco ancora. "Allora non devi più solo sperare, devi agire." "E che posso più fare? Gli ho chiesto scusa. Gli sono letteralmente saltata addosso." E lui scoppia a ridere e io con lui "abbiamo fatto del sesso fantastico e tienilo per te che non lo sa nessuno" lui si cuce la bocca con la mano "ma poi lui ha iniziato a rivangare il passato. Tutte le cose terribili che gli ho fatto. E io ho smesso un po' di sperare. E non so più che fare." Lui si alza, mi porge la mano io gliela do mi aiuta ad alzarmi e poi mi tira a se, mi abbraccia forte e nell'orecchio mi dice "se lo vuoi davvero. Devi riprovare. Ancora e ancora. Perché un giorno ti rimprovererai di non averlo fatto. E a vivere di rimpianti un po' ci si abitua, ma vivere con i rimorsi... beh a quello non si abitua mai." Mi scosto da lui e lo guardo negli occhi, in quegli occhi color dell'ambra. E proprio davanti a me lo vedo un rimpianto enorme. Un rimpianto che ancora brucia. Un rimpianto che fa ancora male. E allora gli stringo forte la mano. "Un giorno voglio essere io la tua confidente e consigliera." Lui mi sorride triste. "Non ho niente da confidarti, ne niente per cui chiederti consiglio. Io non ho solo smesso di sperare. Ma anche di agire e di provare. Per me non c'è più niente. Ma per te c'è tanto, vallo a prendere." Annuisco in preda ad una nuova consapevolezza. Ho detto poco prima che ero cazzuta, ma ora voglio dimostrarlo.

Corro da mia sorella. Jenni è intenta ad accendere le candeline. Mi ritrovo a battere le mani e a cantare tanti auguri a mia nipote. Ma ho il cuore che galoppa furioso. Guardo la mia piccola spegnere le candeline e una lacrima mi riga il viso, pensando che il suo essere qui è un piccolo miracolo. Ma poi ricordo il perché ero venuta a cercare mia sorella. Mi avvicino a lei "dammi le chiavi della tua auto." Mia sorella mi guarda e non risponde. "Jenni dammi le chiavi della tua auto e stanotte Julia resta a dormire qui." Lei annuisce e sorride. La rincorro mentre va a prendere le chiavi dalla sua borsa. Me le porge sorridendo. "Dove vai sorellina?" "Vado a tentare ancora. Vado a riprendermi quello che è mio." Sospiro forte "Lo amo Jenni." E lei annuisce con un sorriso che arriva agli occhi. L'abbraccio forte. "Jenni quando sei incinta sei di una bellezza devastante" e scoppia ridere. "Adulatrice. Vai e fai la cosa giusta" mi giro ma lei mi trattiene un polso "Stai attenta e chiamami appena arrivi." Annuisco e scappo via. Non saluto nessuno ma appena esco sul portico, Bill è appoggiato alla staccionata. Gli corro incontro gli do un bacio e gli dico solo "Grazie" scendo di corsa i tre scalini e salgo in auto.

Faccio prima il giro dell'isolato per vedere se sul retro c'è la sua moto. Ed è parcheggiata proprio sul retro del locale. Ripercorro la via principale e parcheggio davanti al locale. Mi ripasso un po' di rossetto rosso. Mi alzo il seno nel reggiseno. Si lo so non dovrei dirlo, ma me ne frego e lo dico. Ho un abito nero aderente e scollato e il mio decolté si era un po' appiattito e lo voglio bello in mostra. Voglio che lui mi guardi e pensi che sono irresistibile. Mi sistemo le mie scarpe alte sbucate davanti, che fanno un male cane ma che non mi impediranno di correre da lui. La mia gonna arriva sul ginocchio, la sistemo un po' più su, in modo tale che lasci un po' più di coscia fuori. Non ridete. Una donna le deve provare tutte. E questo incontro è da tutto per tutto. Scendo dall'auto. Mi butto i capelli in avanti, li ravvivo e rialzo la testa e cazzo sto da Dio. Me lo dico da sola, ma ora ho bisogno di una siringa di autostima. Mi avvio sicura sui miei passi, faccio un grosso respiro ed entro nel locale. Sono le 7 di sera ed è pieno. Proseguo con falcate sempre più sicure e cerco di essere quanto più sensuale possibile. E forse un po' ci riesco viste le occhiate di alcuni uomini sedute ai tavoli. E poi mi blocco. Lo vedo di spalle al bancone. Il solo vedere le sue spalle. Le sue ali tatuate dietro la nuca, i suoi capelli legati in quel codino, mi inchiodo al pavimento. Poi il nuovo barista gli dà una gomitata e indica verso di me con il mento. Joey si volta. E i suoi occhi si aprono nel suo meraviglioso blu. Quel blu in cui voglio perdermi ancora e ancora. Ricomincio a camminare, mentre lui mi guarda risalendo dai piedi fino ai miei capelli e un moto di eccitazione mi colpisce lo stomaco. Arrivo davanti a lui e mi siedo su uno sgabello rimasto vuoto. Di fianco a me un ragazzo piuttosto carino. Prima mi guarda e poi apre un sorriso spaventoso che mi fa imbarazzare. Mi guarda il seno e io velocemente porto i miei occhi sul mio petto. Impaurita che alzando, alzando mi sia uscito un capezzolo fuori. E no, niente paura è tutto coperto, cioè almeno i capezzoli sono coperti. Il ragazzo continua a guardarmi e io mi giro a guardare Joey, con un sorrisetto sarcastico. Come a dire muoviti altrimenti perdi la tua occasione. Ma lui si avvicina al ragazzo e con voce rude dice "ecco il conto. Ora smamma." Il ragazzo in questione, continua a guardarmi sfacciatamente, mentre io continuo a guardare Joey sorridendo. "Credo che prenderò un'altra birra e porta qualsiasi cosa a questa bellissima donna" mi volto verso il mio gentile adulatore e sorrido. Ma poi la sua voce incombe "credo invece che tu ora andrai via. E questa bellissima donna non vuole niente e soprattutto non da te. Smamma prima che ti ritrovi senza denti." E cazzo credo di aver avuto un orgasmo solo sentendolo parlare. Il ragazzo alza le mani in segno di resa "Calma amico non sapevo fosse la tua donna." Lascia una banconota da venti sul bancone e va via. Mi volto e lo trovo a fissarmi con il fuoco negli occhi. Mentre io continuo a sorridere. "Kevin. Io vado in pausa. Anzi stacco." Si gira verso il barista. Poi si volta verso di me. "E tu vieni con me. Subito." Scoppio a ridere. Di solito non sono la tipa a cui puoi dare ordine. Certamente non dopo Jake. Ma col cazzo che non vado con lui. Andrei con lui pure in capo al mondo.

"Fiori di cera. Adesso noi."Where stories live. Discover now