Capitolo 1

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"Jamie, Jamie!" sento mia mamma chiamarmi dalla passerella che dà alla spiaggia. "Che c'è?" grido perché la musica è davvero alta. La vedo raggiungermi. "Amore che ci fai qui tutta sola?" la guardo. Dio mia mamma è bellissima con i suoi capelli ricci, color cioccolato identici ai miei. Ha 50 anni ma sembra più giovane di noi. "Amore..." mi guarda con così tanta tenerezza. "Mamma." E lei mi abbraccia forte. Poi mi prende il viso tra le mani e i nostri occhi verdi smeraldo si incrociano. "Ei mamma va tutto bene!" "Davvero Jamie, va tutto bene?" sorrido "Va bene per una separata da un marito violento, con una bambina piccola da crescere che fa la damigella d'onore al matrimonio della sorella maggiore con il suo grande amore!" Sorride anche lei, ma poi dice "Insomma va di merda!" e scoppiamo a ridere. "No dai... sono felice per Jenni. Finalmente tutto è andato come doveva andare. Tim è fantastico e gli ha regalato il suo sogno. Ora ha una famiglia, la sua famiglia!" e sospiro guardando il mare. "Oggi quando l'ho vista camminare verso l'altare con il suo vestito bianco e con gli occhi lucidi dalla gioia, ero così felice per lei. Jenni si merita questa felicità. Tutta!" mia mamma annuisce. "Certo che la merita e la meriti anche tu. Sai oggi guardando Jenni ho capito che era la cosa giusta." Mi giro a guardarla. "Certo che è la cosa giusta." "Ma da mamma, quando vidi te camminare verso l'altare e verso Jake, ebbi una strana sensazione. Chiamalo sesto senso. Chiamalo istinto materno. Chiamalo come ti pare. Ma Jamie tu non sembravi solo agitata come poteva essere una sposa. Io pensavo fosse l'emozione, oggi invece ho capito che quella sensazione, la mia, era giusta. Tu non eri felice o almeno non quanto avresti dovuto esserlo." Guardo il cielo ormai scuro per trattenere una lacrima che però scende lo stesso. Mia mamma l'asciuga. "Comunque oggi niente pensieri tristi. Ero qui perché c'è il ballo degli sposi con damigelle e testimoni!" sgrano gli occhi. "Cccosa?" "Forza andiamo!" nego con la testa. "Non ho con chi ballare che vengo a fare?" lei si avvicina con uno strano sorriso, quasi un ghigno "OH ma il testimone dello sposo oggi non è accompagnato. Ed ha bisogno di una dama! Su muoviti" e mi prende per un braccio. "Mamma ma che è questa faccia? Sembri un indemoniata!" lei scoppia a ridere. "Jamie, amore mio, quel ragazzo è un piacere per gli occhi. E poi con quel codino, tutto palestrato, fasciato in quello smoking.... Mmmm" "Mamma!!!" sbotto scioccata "Sei impazzita?" fa un gesto con la mano. "E dai Jamie!! Non si può scherzare un po'!" la guardo ancora più scioccata. "Mamma ti ricordo che è fidanzato!" lei fa un'espressione titubante. "Tipi così amore mio, cambiano donne come cambiano mutande!" "Mamma ma che hai? Se ti sente papà!" "Vedi tuo padre qui?" e mi guarda interrogativa "Forza vai di là e avvinghiati a quel bel pezzo di manzo!" e io esplodo ancora una volta "Mamma!" e scoppia a ridere. Faccio la passerella con il cuore in gola. Non voglio ballare con Joey.

Siamo a Waldport, alla casa sulla spiaggia di Tim e Jenni. Oggi 22 aprile, hanno celebrato il loro matrimonio. Hope ha 11 mesi ed è sempre più bella. Non cammina ancora, ma dando la manina a Marlen e Trevor ha fatto la sua entrata trionfale, prima di tutti verso l'altare. Ha il nostro stesso vestito, un giallo pastello che gli fa risaltare i suoi capelli neri e ricci. Aveva la sua bellissima coroncina di fiori d'arancio che per fortuna ha tenuto per tutta la cerimonia. Marlen ha sfoderato il suo bel diamante rosa e il sorriso più smagliante che le abbia mai visto. E chi non lo avrebbe? Ricevere una proposta di matrimonio in Giappone sotto un albero di ciliegio in fiore. Ma poi riceverla da Trevor, alto, biondo occhi blu, davvero un bravo ragazzo. Marlen ha avuto una sfacciata fortuna, fortuna che merita tutta.

La mia entrata invece è stata un disastro, perché sono la damigella d'onore e quindi andavo accompagnata dal testimone dello sposo. C'è da dire che il testimone dello sposo, ovvero Joey non mi parla. In effetti neanche io, fossi in lui, mi parlerei. E quindi quando Joey si è affiancato a me e a Julia per fare l'entrata ho provato un imbarazzo assurdo. Non mi ha degnato di uno sguardo, ha fatto però un sorriso gigantesco a mia figlia, che da grande traditrice ha lasciato la mia mano e ha alzato le mani verso Joey. Tutti hanno iniziato a ridere e Joey l'ha presa in braccio e la mia piccola arpia di soli due anni l'ha abbracciato e gli ha dato persino un bacio sulla guancia. Joey è scoppiato a ridere, le ha dato un bacio in fronte e abbiamo fatto la nostra entrata cosi. Loro abbracciati e io da sola. Tra le risate di tutti e gli occhi lucidi di mia madre che ha capito che la piccola Julia manca una figura paterna e la cerca praticamente in tutti. Non vediamo Jake da quel giorno di agosto, in cui mi riempi di botte e io scappai. Quel momento è impresso a fuoco nella mia mente. Ogni notte, appena chiudo gli occhi mi viene alla mente la sua faccia tirata dalla rabbia, mentre mi colpiva senza pietà. I suoi occhi iniettati di sangue che mi guardano con odio e disprezzo non mi lasciano dormire. Ancora oggi dopo mesi non riesco a capacitarmi di come un uomo che mi ha promesso amore e protezione incondizionato, sia stato capace di quei gesti così deplorevoli più e più volte. Ho subito in silenzio per tanto tempo. In principio erano solo offese, poi le offese sono diventati spintoni e gli spintoni, schiaffi. Ma ad agosto quando ha visto che preparavo le valigie gli schiaffi sono diventati vere e proprie botte. E mentre le prendevo ho provato una vergogna assurda. Mi vergognavo di aver subito per tre anni, senza mostrare a nessuno il mio disagio, il mio malessere. E ancora oggi non capisco se accettare ancora e ancora quel comportamento, fosse vergogna o speranza, che magari avesse smesso con il tempo. Ma quel tempo che gli ho dato lo ha reso solo sempre più forte e io sempre più debole. Ed ora nonostante la denuncia, l'ordine restrittivo che lo tiene a 10 metri da me e da Julia, vivo con la costante paura che torni e che finisca quello che aveva iniziato da anni. Distruggermi. E ci sta riuscendo anche a distanza. Perché non si fa vedere ma la sua presenza è ovunque. Trovo biglietti sull'auto spesso. Alcuni dove c'è scritto solo Ti amo o Perdonami. Altri dove mi minaccia. Mi fa consegnare ogni settimana un mazzo di fiori, senza biglietto che puntualmente butto. Ma che la settimana successiva riarrivano puntualmente. Vivo in una spirale di paura e terrore, nonostante tutti mi rassicurano e corrono da me appena si manifesta la sua presenza. L'agente di polizia a cui mi sono affidata, dice che non possono fare niente perché non ci sono prove che sia lui. Anche perché da bravo attore, quando sono andati a casa lui ha negato tutto anzi ha detto che avrebbero dovuto trovare chi fosse questo mal intenzionato che minaccia la moglie. Moglie, ancora per poco perché l'udienza per la separazione è stata già fatta, manca quella di divorzio che avverrà tra pochi mesi. L'unica persona che soffre la sua mancanza è Julia. I primi tempi era un continuo chiedermi del padre, io non sapevo che dire. Le dicevo papà è al lavoro ma poi mi chiudevo in bagno e piangevo da sola. Perché non era giusto che mia figlia a soli due anni non avrebbe avuto un padre. Ma un padre violento non era il padre che volevo per i miei figli. E mi sento così in colpa di non aver colto i segnali fin dall'inizio, perché c'erano ma io mi rifiutavo di vederli. E solo oggi, guardando mia figlia abbracciare quest'uomo bello come il sole, capisco il perché. Un perché che ancora oggi faccio finta di non conoscere.

"Fiori di cera. Adesso noi."Where stories live. Discover now