Dottore e Soldi.

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Nei giorni successivi la gola di Louis non migliorò, e così riuscii a convincerlo ad andare da un dottore. Gli diedi i soldi che mi aveva dato il mio capo l’ultima volta al lavoro, e gli dissi che lo avrei aspettato a casa.

Quando rincasai dalla scuola, trovai un biglietto di Louis sul mio letto che mi avvertiva che era già uscito e che ci saremo visti al suo ritorno.

Decisi di fare una cosa che non facevo da molto, chiamare Liam.

Gli mandai un messaggio e poco dopo il mio computer cominciò a squillar,e segno di una chiamata in arrivo su Skype.

Lo aprii di corsa chiudendomi in camera, come se ci fosse qualcuno che potesse ascoltare i nostri discorsi.

Quando vidi il suo viso, anche se su uno schermo, o sentii più vicino, come se la distanza si fosse annullata da quel semplice click.

“Ciao” disse mentre sorrideva dolcemente.

“Ciao” risposi arrossendo sotto il suo sguardo.

“Che ore sono là?”  domandò, forse vedendo la finestra aperta sul su balcone.

“Le…” presi il cellulare per guardare l’ora, “Nove del mattino” conclusi, per poi domandare: “E da te?”

“L’una di notte” ridacchiò.

“Non devi andare a dormire?”

“Stavo per farlo, ma poi una ragazza mi ha scritto se potevo chiamarla, così ho deciso di farlo”

Mi sentii in colpa dato che lo stavo tenendo sveglio.

“Se sei stanco, vai”

“Ti sei forse dimenticata che oggi non c’è scuola?”

“Oh è vero” dissi ricordando che era domenica, ed era anche per quello che io ero a casa, e non a scuola.

“Come va il penultimo anno?”

“Bene. Non vedo l’ora di uscire da quella scuola”

“Almeno quest’anno non ci sono JJ e Jaimy ad infastidirti”

“Ma non ci siete nemmeno voi…” sussurrai.

“Mi mancate” ammise lui.

“Anche a me. Ho solo Demi, Louis ed Harry. Cioè, sono contenta di averli, ma non è lo stesso che avervi tutti qua”

Lui sospirò, io per la prima mi accorsi di qualcosa che aveva sul braccio.

“Che hai lì?” domandai indicando il suo polso.

“Oh…” disse guardandolo, “No, non è niente. È solo un disegno”

“Fa vedere!” dissi allegra.

Me lo mostrò, tirandosi su di più la manica della felpa e rivelare così una ‘J’ scritta in stampatello.

“Che carino che sei” dissi sorridendo e mordendomi il labbro inferiore.

Giurai di vederlo arrossire, poi prese un libro e cominciò a cercare qualcosa, fino a quando non ne estrasse una foto di noi due.

“Non siamo carini?” domandò mostrandomela.

“Già, siamo carinissimi”

STRONG.Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon