Dimentica e vai avanti

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È passata una settimana da quel bacio. Una settimana in cui non ho sentito, nè tantomeno visto, Alex.
Mi sento terribilmente in colpa perché lui non si merita questo. Io non mi merito questo.
Non so bene il perché della mia reazione; o meglio, ci sarebbero così tanti perché che la mia mente non riesce a trarne una conclusione definitiva.
Durante questa settimana mi sono scervellata nel trovare una giustificazione valida al gesto compiuto, ma non ci sono riuscita. Mi sento davvero uno schifo.
Perché devo essere così? Perché non riesco a godermi appieno almeno un momento della mia esistenza?
Sono anni che mi pongo questi interrogativi e ormai ho perso le speranze.
Sono tornata a lavorare qualche giorno fa e ho fatto diversi straordinari: diciamo che avevo molto tempo libero a disposizione e anche un certo bisogno economico.
Non ho niente di estremamente urgente da acquistare, ma qualche soldo in più non fa di certo scomodo.
Nel frattempo ho deciso di vendere la mia auto: mi dà davvero troppi problemi e mi ha già lasciata a piedi diverse volte. Sinceramente dubito che qualcuno la possa acquistare ma, forse, mettendola ad un prezzo stracciato qualcosa riesco a combinare.
Una cosa è certa: non ne sentirò la mancanza. Diciamo che a New York non mancano di sicuro i mezzi di trasporto per compiere brevi distanze.
Alyssa è pienamente d'accordo con la mia decisione, anzi è stata lei ad incoraggiarmi, in quanto secondo lei "quel rottame" è totalmente inutile.
Riuscendo a vendere l'auto, continuando a fare straordinari a lavoro per qualche altro mese ancora e risparmiando sulle spese quotidiane, dovrei riuscire a mettere da parte qualche soldo.
Ok diciamo che un reale motivo a questa mia decisione di diventare improvvisamente risparmiatrice c'è.
Vorrei incoronare il mio sogno più grande: fare sei mesi di studi universitari a Tokyo.
Ambizioni bizzare eh? Ma che ci posso fare?
A breve inizierà un concorso a cui ho intenzione di participare che offre ai migliori tre studenti di partire e affrontare sei mesi di studio in un'università giapponese.
Appena letto di quest'opportunità non ne ero molto convinta, perché avevo paura di fallire miseramente. Invece, dopo averne parlato con un mio professore, lui mi ha spronato e mi ha dato la carica giusta per parteciparvi.
L'esame consiste nel sostenere tre colloqui nella propria città e poi, se sei risultato particolarmente brillante, ti ricontatteranno loro e fisseranno un altro incontro. A questo punto se vieni scelto, vincerai una borsa di studio che comprende l'intera retta universitaria e l'alloggio all'interno del campus per sei mesi.
Però ovviamente ci sono da pagare i vari trasferimenti che comunque come somma non scherzano.
Durante il periodo in cui si terranno i vari esami orali sono esonerata dal prestare servizio in ospedale. Così avrò più tempo da dividere tra studio e lavoro, molto lavoro.
Non sono ancora certa di volerne parlare con mia madre per il momento, si fascerebbe la testa prima di rompersela.
Inizierebbe ad elencarmi una serie infinita di aspetti negativi della mia decisione, con il rischio di convincere alla fine anche a me a  rinunciare. Troppo rischioso.
Il fatto è che mia madre non mi ha mai imposto nulla e non ha mai preteso il massimo da me, perciò le rare volte in cui mi suggerisce una cosa, non riesco a non accontentarla. Penso sia il mio più grande difetto.

"Kate che si fa per cena?" Mi domanda Alyssa entrando nella mia stanza.
"Ordiniamo pizza?" Propongo.
Diciamo che la carta pizza è una specie di jolly che utilizzo sempre quando non ho voglia di niente in particolare ma allo stesso tempo ho fame.
"La ordini tu?" Chiede, sapendo già la risposta.
"Facciamo prima, la vado a prendere direttamente io" rispondo alzandomi dalla scrivania per infilarmi il cappotto.
"Sempre la solita per te?"
"Certo"
"Ok, faccio subito"
Prendo il cappello e me lo infilo in testa, pronta a gettarmi nelle fredde strade newyorkesi.
"Ciao John!" Esclamo entrando da "Famiglia".
"Ehy, Kate non ti vedevo da un po'!"
"Già..."
"Il solito?" Domanda
"Sì, grazie" rispondo andandomi a sedere in un tavolo per ingannare l'attesa.
Mentre aspetto mi soffermo ad osservare i muri del locale. Ci sono attaccati diversi quadri con foto e dediche di personaggi famosi, insomma tra questi ne riconosco solamente tre: Ben Stiller, Adam Sandler e Lebron James.
Wow però! Non ci avevo mai fatto caso.
"Pronte!" Urla John e io mi appresto ad avvicinarmi alla cassa.
"Mi dai anche due lattine di Coca Cola, per favore?"
"Sono 20$ in totale"
"Grazie e buona serata!" Esclamo uscendo di corsa dalla pizzeria.
È iniziato a piovere. Ma dico io non poteva aspettare cinque minuti. Mi ritrovo a dover correre, con due scatole della pizza in mano e una busta sotto la pioggia.
Che sfiga però!

"Per un attimo ho temuto ti fossi persa"
"È iniziato a piovere e ho dovuto aspettare circa dieci minuti sotto una tettoia. Lascia perdere"
"Davvero sta piovendo?" Dice Alyssa affacciandosi dalla finestra. "Non me ne ero neanche accorta"
"Ormai si sono raffreddate!" Esclamo.
"Non ti preoccupare sono buone lo stesso".
Passiamo la serata sedute sul divano a chiacchierare e mangiare come se non ci fosse un domani.
"Più sentito?" Mi domanda all'improvviso.
"No" rispondo.
Anche se inizialmente non volevo le ho raccontato tutto.
"Secondo me dovresti chiamarlo. Hai fatto una grossa stronzata"
"Lo so e me ne pento. Ma non sono così intraprendente da prendere il telefono e dire:"Ehy ciao so che sono una cogliona ma che me dici se continuiamo a vederci?" ".
"Be' messa così ti sputerebbe, giustamente, in faccia. Ma secondo me se trovi il modo giusto ci riesci"
"Non lo so"
"Allora se non ne sei pienamente sicura lascia perdere. Smetti di pensare costantemente a lui e concentrati sul concorso. Non ti devi lasciar schiacciare dai sensi di colpa, non serve a niente".
"Non è vero che penso costantemente a lui".
"Sì, invece. Io so tutto"
"Il punto è che non è semplice".
"So che non è semplice ma tu hai creato questa situazione quindi ho provi a rimediare oppure dimentica e vai avanti. È impossibile vivere con i rimorsi".




Ciao, spero che il capitolo vi sia piaciuto❣️.
Baci, F.💋
p.s. So che molto probabilmente non ve ne importerà ma ci tenevo a condividere il fatto che questo è il primo capitolo pubblicato dopo aver visitato la città che fa da sfondo ad "Amare è...": New York!🌆

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