XV

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The near and the dear one

The old and the young


Emma tornò in sala da pranzo, dopo aver messo a dormire Hope. La bambina avrebbe preferito rimanere sveglia, ma si stava facendo tardi e, nonostante il giorno seguente non avrebbe avuto scuola, Emma preferiva comunque che sua figlia non perdesse troppe ore di sonno, soprattutto in un periodo dell'anno in cui, tra festeggiamenti e attese, gli orari di Hope si facevano irregolari.

«Tutto bene?» domandò immediatamente Regina alla signorina Swan, posando al contempo la propria mano su quella della nipote per scusarsi dell'interruzione nella loro conversazione. Erano ancora sedute a tavole, le teste vicine l'una all'altra, a parlare fitto fitto tra loro. Regina era la più grande confidente di sua nipote, che non raramente si era rifugiata da lei, metaforicamente e non, per sfuggire a Zelena. Non che Zelena non fosse una buona madre, ma il suo carattere esplosivo finiva spesso con il cozzare con quello più schivo di Robyn.

«Si è addormentata non appena la sua testa ha toccato il cuscino. Non ho sonno» fece Emma, facendo il verso a sua figlia. Regina sorrise, teneramente, prima di scuotere la testa.

«Dove è Alice?» domandò poi Emma, guardandosi intorno e non vedendo la ragazza.

«Salotto» rispose Robyn. «Impegnata con i vecchi videogiochi di Henry».

Gli occhi di Emma si illuminarono. «Beh, voi Mills siete certo un'ottima compagnia, ma...» disse Emma, ammiccando poi in direzione del salotto, affrettandosi a raggiungere Alice.

***

«No, zia, non abbiamo nessun problema con il bar, anzi. Va a gonfie vele» rispose Robyn, rassicurando la donna. Dopo il ritorno definitivo di Regina a Storybrooke, era stata Zelena ad occuparsi del pub delle sorelle Mills per qualche tempo, fino a quando, dopo il trasferimento di Robyn, Zelena non aveva sentito il richiamo dell'avventura e aveva deciso di inseguirlo, in compagnia di Chad. Così, Robyn e Alice erano rimaste sole a gestire il pub. Regina e, naturalmente, Zelena avevano la piena fiducia nelle capacità di Robyn, ma certo questo non fermava la loro apprensione sul benessere delle ragazze. Gestire un pub comportava delle responsabilità non indifferenti, e le sorelle Mills volevano assicurarsi che non fossero eccessive per la giovane Robyn. In fondo, loro lo sapevano bene cosa significasse sentire di essere sole, a reggere il mondo, senza alcun sostegno esterno.

«Bene» sospirò Regina. allungando una mano per accarezzare con dolcezza la guancia della nipote.

«Va così bene che... che... Sì, ecco» e Robyn si schiarì la voce, arrossì, ma non riuscì a trattenere un sorriso di gioia tanto pura che raramente Regina aveva avuto il privilegio di vedere sul volto di qualcuno e, ancora meno, sul proprio. «Ho pensato che forse è ora del prossimo passo... Credo che sia il momento giusto».

«Sì?» domandò Regina, prendendo entrambe le mani di Robyn tra le proprie, gli occhi che brillavano dall'emozione. Conosceva le intenzioni di sua nipote, perché ogni volta che aveva dovuto pensare e progettare il suo futuro, era a zia Regina che aveva chiesto consiglio.

Robyn annuì, con convinzione. «Ho sperato di essere abbastanza fortunata, un giorno, da poterle chiedere di sposarmi, subito dal primo istante in cui l'ho vista. E ora... la amo così tanto, zia Regina, e non mi sono mai sentita tanto amata in vita mia. Da quando ho Alice, mi sembra di avere un mio posto nel mondo e il passato mi sembra più chiaro, più comprensibile» disse Robyn. «Sacrificherei la mia anima con la sua per salvarla, la seguirei a occhi chiusi attraverso l'Inferno...»

«Oh, tesoro» fece Regina, il cuore stretto dalla commozione, chiedendosi solo per un fuggevole istante perché le situazioni evocate dalla nipote le restituissero l'eco di eventi passati nella sua anima. «Sono così felice per te».

It must be Christmasحيث تعيش القصص. اكتشف الآن