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I know exactly what I want this year

Santa, can you hear me?



«Emma?»

«Cucina» rispose la donna, senza alzare troppo la voce per non disturbare Hope che dormiva al piano superiore.

Senza che potesse accorgersene, un sorriso si formò sul volto di Emma in risposta ai passi di Regina che dallo studio si avvicinavano alla cucina. Nonostante fosse ritornata tardi dal lavoro, il sindaco si era vista costretta a qualche ora di straordinario anche a casa, con gran sconforto di Hope che avrebbe voluto guardare un film tutte insieme e che si era dovuta accontentare della promessa di zia Regina che lo avrebbero guardato la sera seguente.

Emma prese due tazze dall'armadietto. Aveva acceso il bollitore con l'intenzione di prepararsi una tisana prima di andare a dormire, per quello era in cucina. Non che lei fosse solita bere tisane prima di dormire, ma aveva notato che Regina l'apprezzava molto, così aveva pensato di sorprenderla portandole una tazza calda nello studio. Ora avrebbero potuto condividerla insieme in cucina.

«Ehi, finito?» domandò Emma al sindaco, che l'aveva appena raggiunta. Indossava un pigiama di raso nero e, sopra, aveva un cardigan grigio per tenerla al caldo.

Uno dei vantaggi di vivere con Regina che la signorina Swan preferiva, era poter vedere sfaccettature del sindaco che fino a quel momento Emma aveva solo potuto intuire. Si era chiesta spesso, Emma, che genere di pigiami indossasse una donna come Regina Mills, se si struccasse subito tornata dall'ufficio o prima di dormire, se legasse mai i capelli in una piccola coda disordinata o se usasse mollette per tenerli lontani dagli occhi quando era sola, a casa propria, dove nessuno potesse giudicarla. Ora, giorno dopo giorno, Emma aveva le sue risposte, anche se sospettava che Regina avesse ancora delle riserve intorno a lei. In ogni caso, il solo fatto che Regina si mostrasse in pigiama e senza trucco indicava quanto speciale fosse il loro rapporto.

«Sì, ho finito» rispose Regina distrattamente, prima di incrociare le braccia al petto.

«Oh, no» fece Emma. Regina volse uno sguardo interrogativo nella sua direzione.

«Hai incrociato le braccia» disse la signorina Swan.

«Quindi?» domandò Regina, stringendosi nelle spalle.

«Ho chiaramente combinato qualcosa. Ma, in tutta onestà, non ho idea di cosa. Non ho rotto niente, oggi. Né ho dimenticato di consegnarti qualche stupido rapporto, perché non faccio più lo sceriffo. Non ho saltato per sbaglio una riunione. Non-»

«Signorina Swan, non c'è bisogno che tu mi faccia l'elenco di tutti i tuoi disastri o di tutte le tue mancanze perché ricordo ogni cosa. In ordine sia alfabetico sia cronologico».

Emma alzò gli occhi al cielo. «Lo sai che stai esagerando, vero? Sei la Regina dei melodrammi».

Il bollitore si mise a fischiare.

Mentre Emma si affaccendava con l'acqua calda e le tisane, Regina raggiunse gli sgabelli accostati all'isola della cucina e vi prese posto, imitata dopo poco da Emma, che le porse una tazza fumante.

«Allora, che cosa pensi che abbia combinato questa volta?»

«Non è... Voglio dire, non è esattamente una cosa che... che hai combinato» disse Regina, esitando, le mani intrecciate intorno alla tazza per scaldarle. Era un'altra cosa che Emma aveva notato, le mani costantemente fredde di Regina. Le era capitato di sfiorarle, a volte, passandole il pane a tavola o sfiorandole tra un corridoio e l'altro.

It must be ChristmasTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang