Capitolo 77 - Basta

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Paulo's pov

Pensavo di conoscere la disperazione, l'oscurità e la tristezza. Credevo di essere perso, alla deriva in una vita che mi soffocava e che non riuscivo più a gestire. Avevo allontanato i miei amici, la mia famiglia, avevo ferito mia madre. Dipendente da emozioni forti, dal gioco d'azzardo, dall'alcol e dalle donne.

Eppure questo non è niente in confronto a cosa sto vivendo adesso. Se ripenso a quanto sono stato idiota mi prenderei a schiaffi da solo, perché ora sono completamente in balia degli eventi. Dopo quello che ho fatto a lei, non sono più lo stesso. Non sarà mai più lo stesso.

Sono passati due mesi da quando ho detto tutte quelle cose orribili in diretta nazionale, e da quando ho perso il mio migliore amico. Di lei non ho più avuto notizie, nonostante Gustavo si aspettasse una contromossa, una dichiarazione, una denuncia, qualcosa. Invece...niente, aveva evitato i giornalisti nonostante i programmi tv e i giornali scandalistici parlassero malissimo di lei.
Ed è colpa mia, solo colpa mia.

Bernardeschi era rimasto fedele alle ultime parole che mi aveva gridato contro, non mi parlava più. Sul campo si impegnava a starmi lontano, chiacchierava e rideva con gli altri ma mai con me. Del resto i nostri compagni di squadra sapevano solo quello che avevano sentito in tv, quindi non facevano commenti e si limitavano a farsi i fatti loro. Avevano altro a cui pensare, ad esempio come gravitare intorno a Cristiano.

<<Se continui di questo passo ti butteranno fuori.>> sibila Oriana, cercando di afferrarmi il bicchiere.

Le sorrido e butto giù quasi tutto il liquido ambrato, la gola brucia ma almeno inizio a non sentire bene la mano della ragazza sulla mia coscia. Non la sopporto, ma in pubblico non posso dire niente. La luce nel locale è minima, così finisco il mio whisky e mi guardo intorno annoiato.

<<Tranquilla, non farai brutta figura.>> rispondo, ancora fin troppo lucido.

Ho salvato la mia carriera, anche se non sono più titolare e gioco una partita no e l'altra pure. Il mister non si fida ancora, sono distratto e non sarei di alcun aiuto. Ma è giusto così, non posso lamentarmi.

<<Si, certo, come no.>> borbotta, stanca del mio comportamento altalenante.

Gustavo mi osserva dall'altra parte del tavolino basso, ormai mi si è incollato peggio di una cozza. Mi tiene costantemente d'occhio, pronto ad intervenire al primo passo falso. Comincio ad odiarlo. Mi guarda e non se ne accorge, o semplicemente non gliene frega niente. Sono diventato un automa senza volontà, faccio tutto quello che mi chiede senza oppormi. Sono una marionetta nella sua mani.

Non sono più io, e più passa il tempo più mi dissolvo in una vita che non sento più mia. Parlo poco, dormo ancora di meno e mangio senza appetito. Niente mi dà gioia, nemmeno giocare a calcio. Non provo nulla, neanche un minimo di emozione, di sentimento.
Un robot, ecco cosa sono diventato.

<<Oddio, Gù quella sembra proprio...>> esclama Oriana, indicando una figura alle sue spalle.

Allungo il collo e aggrotto le sopracciglia, sta indicando una ragazza con i capelli biondi lunghi, un cappotto scuro e dei tacchi alti. È di spalle ma sento il cuore battere velocissimo, deglutisco a vuoto. Non ci posso credere...lei è qui! Stringo forte i bordi della poltroncina e faccio per alzarmi quando la ragazza in questione si volta verso di noi e ricado a sedere di botto.

<<Ci assomiglia ma non è lei.>> dice mio fratello, osservando attentamente la mia reazione. Non si è perso neanche un secondo, nemmeno un respiro.

Il solo pensiero di trovarmela davanti mi terrorizza, non saprei cosa fare o cosa dire. Non sarei nemmeno pronto a sopportare il disprezzo e il disgusto nei suoi occhi scuri, probabilmente scapperei lontano. Il bisogno di vederla viene soppiantato dalla paura, e per la prima volta dopo giorni provo qualcosa.

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora