XI

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Per un po' ci fu solo il silenzio in quella piccola casetta di legno, lui era seduto su una poltrona con lo sguardo nel nulla, pentito delle sue azioni. Io ero impegnata a pensare a come la mia vita sarebbe cambiata, da quel preciso momento io ero qualcos'altro, in parte umana e in parte come lui. La notizia non era tanto tragica, certo se non fossi riuscita a restare qui sarei costretta a passare 27 anni in una dimensione non meglio nota, ma in questi casi bisogna essere per forza di cose ottimisti. «Ok, ora che so come stanno le cose non possiamo restare qui a guardare il nulla deprimendoci» mi guardò confuso, i sensi di colpa lo divoravano, eppure non avrei mai immaginato di vederlo così. L'ho sempre visto come un sadico bastardo e adesso vederlo dispiaciuto mi fa strano «Dov'è il sadico bastardo che all'inizio mi tormentava?» a quelle parole qualcosa in lui si ravvivò, c'era una piccola lucina che si accese nei suoi occhi e un grosso sorriso perverso che si fece strada sul suo volto. Provocarlo era un po' come giocare alla roulette russa, potevi premere il grilletto cento volte andandoti sempre bene oppure morire la prima volta. Mi alzai dalla poltrona con ancora quello sguardo su di me, non gli diedi importanza visto che la cosa che più mi sembrava divertente in quel momento era farlo incazzare almeno un po', mi avvicinai al piccolo frigo per prendere una birra o qualsiasi altro alcolico. Gli davo le spalle di proposito sapendo che ad una provocazione simile non si sarebbe in alcun modo mai tirato indietro, dopo qualche minuto che sceglievo cosa bere iniziai a sentire dei passi lenti avvicinarsi nella mia direzione. Rimasi ferma a sorseggiare la mia birra aspettando la sua reazione alla mia sfida, più si avvicinava e più un certo timore si faceva strada dentro di me. Era fermò dietro di me, riuscivo a sentire il suo respiro sulla nuca avendo i capelli corti, era quasi affannoso «Sicura di volermi sfidare in questo modo.?» la sua voce era così profonda che mi face venire la pelle d'oca, ad essere onesta ero un po' curiosa di vedere come avrebbe reagito se lo avessi sfidato e in tutta risposta quello che uscì dalla mia bocca non furono parole ma una semplice risata che durò poco più di qualche secondo. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, credo che l'unica cosa che stesse aspettando fosse proprio questa. Poggiò le mani sulla mia vita delicatamente avvicinandomi a lui fino a far toccare il mio corpo con il suo, con una mano lentamente sfiorava il mio addome fino ad arrivare a stringere la mia gola. Lo sentivo quasi ansimare di gioia e in un attimo mi ritrovai contro la parete con lui alle spalle che ghignava in modo sadico. Mi bloccò entrambe le braccia dietro la schiena, il mio respiro era irregolare e il mio cuore batteva all'impazzata «Cosa c'è hai paura..?» rideva come un matto mentre parlava, mi girò verso di lui in modo brusco stringendomi la gola. Avevo lo sguardo basso, stavo provando sensazioni intense mai provate prima, mise due dita sotto il mento alzandomi la testa facendo incontrare i nostri sguardi, aveva un sorriso sadico «Che dici ti basta?» sorrise divertito vedendo la mia faccia in un certo senso quasi assente, completamente presa dal momento. «Tutto qui..?» lo guardai con aria quasi delusa sorridendo «Non volevo arrivare a questo» prese una pausa avvicinandosi al mio orecchio «Ma visto che continui a sfidarmi. Sarò molto cattivo» un brivido mi attraversò la schiena, strinse ancora di più la mano sulla mia gola facendomi arrivare alla poltrona in modo brusco fino a farmici sedere, la sua faccia in un certo senso cambiò diventando più spaventosa. Rideva in modo malato mentre la sua faccia continuava a diventare più spaventosa, con una mano bloccava le mie sopra la testa, mentirei a me stessa se dicessi di non avere un minimo di paura, mi alzò la maglia scoprendo fino a poco sotto il seno affondando i suoi denti del mio fianco. Faceva male è vero ma non mi dispiaceva, mi uscì un piccolo gemito, mi morse di nuovo e un altro gemito uscì dalle mie labbra «Preparati perché ho appena iniziato» la sua voce profonda mi faceva impazzire «E allora continua, fammi vedere quanto sei cattivo» sorrise mostrando i suoi denti affilati, mi morse di nuovo e subito dopo passò la lingua dove aveva conficcato i denti poco prima, dei brividi mi passarono lungo la schiena facendomi venire la pelle d'oca. Iniziò a mordermi il collo continuando a fare strani versi, quando mi guardò la sua faccia era completamente distorta, ero terrorizzata e istintivamente chiusi gli occhi, lo sentii ridere di gusto mentre io ero pietrificata dalla paura.

Salve ragazzi, spero che anche questo capitolo sul nostro pagliaccio preferito vi sia piaciuto se è così fatemelo sapere con un commento. In più volevo avvisarvi che è uscita una nuova storia e quindi se viva andate a dargli un occhiata e, come se le notizie non fossero già abbastanza, vi annuncio che finalmente tra qualche ora uscirà ancora un'altra storia che sarebbe dovuta uscire tipo mesi fa ma ok. Mi sto dilungando. Restate aggiornati

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⏰ Last updated: Nov 16, 2019 ⏰

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