VI

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Rimasi senza fiato nel vedere l'interno, era fatta da assi di legno a vista con tante lucine bianche accese che illuminavano leggermente, nei lati c'erano delle poltrone a sacco con un piccolo tavolino e in un angolo c'era un piccolo frigo bar. «Di tanto in tanto vengo qui quando mi sento giù di morale, sentire i suoni del bosco mi rilassa» si lasciò cadere su una poltrona aprendo il frigo bar accanto a lui, prese due bottiglie di birra porgendomene una. Rimanemmo ore seduti a bere e fumare divertendoci come matti. Ad un certo punto siamo passati a fare imitazioni di tutti quelli che conoscevamo, dal ridicolo Bowers e il suo gruppetto, al club dei perdenti. Tra tutte quelle risate ci fu un momento di silenzio, i nostri sguardi si incrociarono e lentamente ci avvicinammo l'uno all'altra facendo toccare le nostre labbra, il suo tocco mi scatenava un sacco di emozioni differenti. Quando ci staccammo entrambi sorridevamo come stupidi. Restammo quasi fino a tarda sera in quella casetta abbracciati facendoci grattini a vicenda «È come se stessi galleggiando» a quelle parole mi irrigidii «Che hai?» era preoccupato per la mia reazione, non era la prima persona che usava questo termine, quel maledetto clown lo ripeteva di continuo «Niente, è che questo termine mi ricorda qualcuno..» ero titubante sulla risposta e lui era un po' confuso, rimanemmo in silenzio per un po', c'erano un infinità di parole che poteva usare in quel momento ma forse il caso o solo la cazzo di sfortuna hanno fatto sì che scegliesse proprio una parola che mi ricordasse quel maledetto clown. Presi una sigaretta e iniziai a fumare pensierosa «Ho rovinato tutto..» lo sentii sospirare «Non è colpa tua, è che quella parola mi ricorda qualcuno che mi mette i brividi» cercai di ridacchiare sdrammatizzando «Chi è che può metterti i brividi, vorrei ricordarti di come mi hai steso» ridacchiò anche lui, ma non potevo dirgli che un clown mi perseguitava, almeno non da sveglia. «Ok te lo dico ma non ridere» lo guardai in imbarazzo, non sapevo che dirgli e lui si limitava ad annuire serio «Ho avuto degli incubi su un clown che diceva esattamente quella parola, io ho la fobia dei clown, li odio» cercai di non farmi ore sere dal nervosismo e lui di tutta risposta inizio a ridacchiare «Sei un fottuto ninja, i clown te li mangi a colazione» ridevamo come matti, in effetti aveva ragione ma la vista di quel clown mi terrorizzava. Non era come quelli che di solito si vedono al circo, era più oscuro, più cattivo. Ma in ogni caso aveva ragione Clint, un clown non può tenermi in pugno. «Mi dispiace far concludere questa serata fantastica ma si sta facendo buio e non è l'ideale, ci perderemmo» nessuno dei due voleva che la serata si concludesse, eravamo stati troppo bene ma aveva ragione, restare nel bosco di notte non è l'ideale. Prendemmo le nostre cose e iniziammo a scendere, andai io per prima essendo più veloce, saltando giù dall'albero quando mancavano più o meno 3 metri. Clint era ancora a metà mentre io ero giù a fumare una sigaretta «Ne hai ancora per molto?» ridacchiai vedendolo scendere gli ultimi rami «Non è colpa mia se sei un ninja» ridacchiò avvicinandosi e mettendo le mani sulla mia vita, ci baciammo per un tempo che sembrava infinito «Resterei così per ora ma sta facendo davvero buio» si guardava attorno in modo ansioso «Vedo che non sei un gran fan del buio» ridacchiai avviandomi verso le luci della strada seguito da Clint che continuava a guardarsi attorno «Beh in effetti non amo stare al buio in un bosco» la sua voce era seria. Nel percorrere la strada del ritorno passammo per la casa abbandonata di Neibolt street ma era diversa, era più inquietante, mi sentivo come attirata da quella casa, ero ferma che fissavo l'entrata «Non vorrai mia entrarci a quest'ora?» Clint era alle mie spalle che osservava la casa e me «Clint sei proprio un fifone» ridacchiai dandogli un bacio a stampo e continuando per la nostra strada arrivando alla nostra destinazione «È stata una bellissima giornata» Clint era sorridente, io mi limitai a ricambiare dandogli un bacio lungo e passionale «Notte Clint» mi avvicinai alla porta d'ingresso entrando mentre lui era lì che mi guardava spettando che entrassi. «Sono a casa» urlai facendomi sentire «Dove siete stati?» mia madre era curiosa e così le raccontai della casa sull'albero e l'unica cosa che mio padre pensava era che Clint fosse lento a salire su un albero «Ma dai è un ragazzo dovrebbe essere forte e veloce» lo interruppi ridendo «Papá non tutti hanno avuto un addestramento» alzò le mani al cielo in segno di resa ridacchiando «Io vado a farmi una doccia e mi metto a dormire» mi affrettai a salire di sopra, mi fiondai nella doccia e una volta vestita aspettai. Aspettai il momento giusto, appena i miei vennero a darmi la buonanotte aspettai di sentire mio padre russare, misi una maglia e un pantalone nero, presi il mio zaino e uscii dalla finestra. La mia meta era una soltanto, la casa di Neibolt street, mi aveva attirato e continuava a farlo. Senza rendermene conto ero ormai sul vialetto, era come se la casa mi attirasse, oppure qualcosa all'interno..

Angolo me

Mi scuso se non ho più scritto ma avevo 3 debiti da recuperare e pittorico mi ha portato via un sacco di tempo, ma ora che li ho passati fino al 16 che inizia la scuola avrò più tempo per scrivere e pubblicare. Sto lavorando anche a delle nuove storie che usciranno molto presto.... Pace

I give you... Myself ||Pennywise||Where stories live. Discover now