III

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Appena riaprii gli occhi iniziai a tossire e sputare acqua «Hey stai bene?» sussultai del sentire una voce maschile alle mie spalle, mi girai di scatto. La luce del sole mi accecava e non riuscivo a vederlo bene in volto, era intento a strizzare la sua maglia zuppa «Ti ho vista andare giù annaspando e sono corso in acqua» indossò la maglia e si avvicinò inginocchiandosi facendo un grosso sorriso. Io ero lì che lo fissavo senza dire nulla, aveva degli occhi di un azzurro brillante, capelli neri scompigliati e bagnati che gli scendevano sulla fronte con dei lineamenti non molto pronunciati «Grazie» mi limitai a dire, ero ancora un po' scossa dalla situazione e da ciò che era successo. Ricordo che qualcuno mi aveva tirato fuori, mi sentivo trasportata e vidi della stoffa grigiolina e dell' arancione, tutto quello che non vedo in lui. Ha una maglietta nera e dei jeans. «Ti va di fare un giro?» disse incerto fermandosi «Comunque io sono Clint» affermò sorridendo «Io mi chiamo Hayden» sorrisi di riflesso. Mi porse una mano aiutandomi ad alzarmi e solo una volta in piedi mi resi conto di essere ancora in costume. Imbarazzata mi rivestii velocemente sentendolo ridacchiare «Che hai da ridere?» feci la finta offesa ridendo imbarazzata ancora di più, sentivo le mie guance bruciare «Sei carina quando ti imbarazzi» si limitò a dire accennando un mezzo sorriso, piegai il telone e lo misi nello zaino insieme al libro e da una tasca presi il pacchetto di sigarette «Ne vuoi una?» domandai porgendoglielo, annuì e ne prese una poggiandola tra le sue labbra carnose accendendola, facendo anche io la medesima cosa. Percorremmo la stradina sterrata che passa attorno il laghetto e la cava parlando del più e del meno fini ad arrivare al punto di partenza. Era un ragazzo molto simpatico, avevamo molto il comune, a partire dal genere musicale al genere preferito di libri e film. Il sole era quasi completamente calato e io dovevo ritornare a casa, non perché avessi degli orari o cose simili ma mi sentivo molto stanca, avevo voglia di una doccia tiepida e una bella dormita «Io devo tornare a casa» lo guardai spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Ti accompagno, è quasi buio e non è sicuro per una ragazza girare da sola» poggiò una mano sulla mia spalla sorridendo «Va bene, ma sappi che so difendermi benissimo da sola» ridacchiai e anche lui fece lo stesso. Ci incamminammo verso casa mia e dopo un po' arrivammo a destinazione «Grazie per avermi praticamente salvata, se non ci fossi stato tu a quest'ora starei galleggiando senza vita in quell'acqua» sorrisi lievemente spaventata ricordando l'accaduto «Non è nulla, ci rivedremo presto. Buonanotte Hayden» la sua voce era profonda «Buonanotte Clint». Entrai in casa salutando i miei e dopo le solite domande su chi fosse quel ragazzo, perché sì mi hanno spiata dalla finestra, sono riuscita a liberarmi da quell'interrogatorio e a salire al piano di sopra. Lasciai lo zaino a terra e mi diressi al bagno fiondandomi nella doccia. Rimasi sotto il getto d'acqua per un tempo quasi infinito, avvolsi il mio corpo nel grosso accappatoio asciugandomi. Lo specchio era completamente appannato, passai la mano sulla brina che si era formata riuscendo finalmente a vedere il mio riflesso, ma qualcosa mi gelò il sangue nelle vene, quel maledetto pagliaccio era dietro di me che teneva in una mano un palloncino mentre con l'altra mi salutava ghignando. Chiusi gli occhi spaventata e quando li riaprii non vidi più nessuno alle mie spalle. Mi asciugai e misi il pigiama lasciandomi cadere sul letto. Il mio letto era vicino la finestra che avevo fatto allargare e abbassare per poter vedere la strada anche da stesa, era la prima cosa che chiesi a mio padre appena trasferiti. Quando entrammo in questa casa c'erano un po' di cose da ristrutturare e mio padre fece fare dei lavori solo per soddisfare la mia richiesta e vedermi felice. Per strada non c'era neanche un anima viva, solo i pali della luce, uno di questi sfarfallava dandomi molto fastidio fino a spegnersi del tutto. Quando si riaccese il fascio di luce illuminò una figura che riconobbi subito, quel maledetto clown era lì che mi fissava, non faceva altro, se ne stava fermo senza neanche muovere un muscolo a fissarmi con un palloncino rosso tra le mani. La luce si spense di nuovo e quando si riaccese lui non c'era più. Non sapevo più cosa pensare, il pensiero di avere un clown stalker mi terrorizzava, avevo una paura fottuta per quei clown, mi sembravano sempre così innaturali con la loro goffaggine. Questa paura dovevo farmela passare, non potevo avere paura di qualcuno con del trucco in faccia e degli strani capelli arancioni, mi bloccai terrorizzata fermandomi su quello che avevo appena pensato, capelli arancioni. Il clown aveva i capelli arancioni e un vestito grigiolino, mi aveva tirato lui fuori dal laghetto, non era possibile, l'avrò sicuramente immaginato mentre ero incosciente. Io ho visto chiaramente Clint tutto bagnato strizzare i suoi stessi vestiti. Mi addormentai con mille domande per la testa ma neanche nei miei sogni ero più tranquilla, quel clown appariva anche lì. «Non dovresti spingerti troppo oltre piccola Hayden» si avvicinava al letto e quella penombra lo rendeva ancora più spaventoso «Che cosa vuoi da me? Chi sei?» tremavo come una foglia e nel cercare di fare la dura apparvi solo ridicola «Io sono Pennywise il clown danzante, e tu galleggerai come fanno tutti gli altri» una risata mi gelò, non riuscivo più a muovermi. Chiusi gli occhi e quando li riaprii lui non c'era più, mi tranquillizzai ma mi spaventai ancora di più visto che era reale e io non stavo dormendo.

Angolo me

Mi scuso con voi per la mia assenza ma la scuola mi sta portando via Gran parte del giorno e della notte, sto dormendo pochissimo per riuscire a finire in tempo dei disegni per pittorico e vari progetti per plastico. Per non parlare poi delle interrogazioni e dei compiti a sorpresa. Sono nella merda fino al collo, ma tralasciando questo ecco un nuovo capitolo, il prossimo uscirà quando uscirà 👌👽

I give you... Myself ||Pennywise||Where stories live. Discover now