IX

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In quella casetta regnava il silenzio più totale, io ero semplicemente lì, in piedi che fumavo mentre lui era di spalle. Quando si girò feci un passo indietro «Puoi stare tranquilla, non ho intenzione di ucciderti» cercò di rassicurarmi ma la sua voce lasciava intendere altro, si avvicinava lentamente, io continuavo ad indietreggiare fino a toccare la parete con la schiena. Era vicino, forse anche troppo per quanto mi riguarda, mi osservava con quel maledetto ghigno sulla faccia «Trovi così divertente terrorizzarmi?» quasi tremavo, il mio cuore batteva così forte che anche lui avrebbe potuto sentirlo «Siamo stati così intimi in queste settimane, che ti prende adesso?» la sua voce era allegra, mi guardava negli occhi inclinando la testa «Ma io non lo sapevo, se lo avessi saputo mi sarei tenuta il più lontano possibile da te» mi sentivo presa in giro, ero arrabbiata, furiosa, stringevo così forte i pugni che le dita iniziavano a farmi male «E ora che lo sai, che hai intenzione di fare?» prese le mie mani e continuò a guardarmi negli occhi «Vorrei piantarti un coltello in un occhio» lo guardai furiosa «Mi hai perseguitata, spaventata e quasi uccisa due volte. Ma la cosa peggiore è come mi hai ingannata, facendomi credere che Clint fosse reale quando in realtà eri soltanto tu» liberai le mie mani dalle sue e cercai di avvicinarmi alla porta «Non puoi ancora andartene» si piazzò davanti la piccola entrata con un sorriso stampato sulle labbra «Cosa vuoi ancora, ho bisogno di dormire e di rilassarmi. Voglio cancellare tutto questo» ero davvero stanca, ma era diverso, era come se avessi preso dei sonniferi. Iniziavo ad avere la vista appannata, lo sentii ridere come un matto poco prima di toccare terra e di sprofondare in un abisso nero come la pece. Mi svegliai nel cuore della notte nel mio letto, mi guardai attorno e la prima cosa che catturò la mia attenzione fu un biglietto attaccato ad un palloncino rosso "Vieni domani alla casa sull'albero. So che non mancherai. -Pennywise". Posai il bigliettino e tornai a dormire, l'unica cosa che mi importava era riposarmi. Il mattino dopo mi svegliai alle 10, feci una doccia rapida e mi preparai per fare colazione «Giorno» mi sedetti al tavolo dove mia madre poggiò un piatto pieno di pancake alla Nutella «Ieri eri davvero stanchissima, quando se venuta con Clint sembravi uno zombie» il cibo quasi mi andò di traverso «Si è che non riuscivo a dormire bene» continuai a mangiare fino a finire il mio piatto. Mi alzai incamminandomi verso la mia stanza «Hayden, Clint mi ha detto di raggiungerlo appena potevi» mia madre sorrideva, non le risposi, mi limitai a prendere le mie cose dalla stanza e uscire frettolosamente. Camminavo in direzione della casa sull'albero come se non potessi andare altrove, le mie gambe si muovevano praticamente da sole. Raggiunsi l'albero in questione e iniziai a salire, una volta arrivata in cima lo intravidi dalla piccola porticina. La aprii titubante ed entrai, lui si girò sorridendo «Sapevo saresti venuta» si limitò a sorridere «Non so cosa mi hai fatto ieri, ma sono riuscita a dormire tranquilla» rimasi sulle difensive e credo che anche lui lo abbia capito, si toccava come se avesse qualche insetto che gli camminasse sui vestiti, era buffo, ridacchiai. Si fermò improvvisamente e da una manica tirò fuori una canna già chiusa porgendomela. Sorrisi prendendola e accendendola, iniziai a fumare e nessuno dei due diceva una parola, io ero ancora in piedi davanti la porta mentre lui era a pochi passi da me, non sapevo se spostarmi o rimanere vicino la mia unica via di fuga «Sei stato poco chiaro ieri su cosa volessi da me» ruppi quel silenzio fastidioso, dovrà pur dirmi cos'è che vuole in realtà «Io voglio te» stessa risposta della sera prima «Spiegati meglio» aspirai del fumo, aveva uno strano sapore quasi amaro che bruciava leggermente la gola «Io voglio te, ma non posso fare nulla se non sei tu a volerlo» rimasi a guardarlo in silenzio, cosa avrei dovuto fare, ero poco lucida e confusa, mi avvicinai di più a lui, ero a qualche centimetro da lui, alzai la testa per guardarlo negli occhi «Quindi non puoi farmi nulla» ghignai, lo avevo praticamente in pugno «Sapevo che avresti fatto così» la sua voce era euforica e rise in modo spaventoso, mi strinse una mano alla gola sbattendomi contro il muro «Beh, diciamo che ho mentito, posso fare quello che voglio. Ricordatelo» ero terrorizzata da quel gesto e quelle parole non miglioravano la mia situazione, mi guardava dritto negli occhi, quel giallo dei suoi occhi mi ipnotizzava. Si avvicinava sempre più veloce alla mia faccia, poggiò le labbra sulle mie, all'inizio ero un po' titubante su quello che stessi facendo, ma mi lasciai trasportare dal momento. Le nostre lingue si intrecciavano e non avevano intenzione di staccarsi, stavo provando mille emozioni differenti. Poggiò le mani sulla mia vita avvicinandomi a lui che pian piano indietreggiava fino ad arrivare alle poltrone, si sedette su una di queste trascinando anche me facendomi mettere a cavalcioni su di lui. Continuammo a baciarci per un tempo quasi infinito «È forse così male?» mi lasciò senza parole, mi limitavo a guardarlo, non era stato male. «Che sto facendo» lo guardai negli occhi sospirando ma subito dopo mi attaccai di nuovo alle sue labbra, era come se non potessi farne a meno, le sue mani toccavano delicatamente la mia schiena mentre scendeva pian piano con i baci fino ad arrivare al collo. Mille brividi mi attraversarono, mi sentivo come non mai, arrivato alla spalla affondò i suoi denti nella mia spalla. Non faceva male, forse in quel momento sentire qualcosa sarebbe stato impossibile, ricambiai quel gesto, morsi la sua spalla. Tutto questo era davvero strana, ero seduta su di lui, su quel dannato clown che mi aveva perseguitato per settimane, presi la sua faccia tra le mani, ci scambiammo uno sguardo che durò un infinità, sorrise in modo strano prima di tornare a baciarmi famelico. Tutto questo era sbagliato, non avrei mai pensato di arrivare a questo, ma era così. E tutto questo avrebbe portato a delle conseguenze che non mi sarei mai aspettata.

Angolo me

Bhe ecco un altro capitolo, forse un po' lunghetto ma spero che vi piaccia ugualmente. Spero di aggiornare in questi giorni. Pace

I give you... Myself ||Pennywise||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora