Paulo's pov

Sono stordito.
Esco dallo studio dopo quasi un ora, con le luci accecanti ancora negli occhi. Non sento niente, nemmeno mentre mio fratello mi abbraccia e mi dice che sono stato bravo, nemmeno mentre vado a cambiarmi in camerino, nemmeno quando lascio quel posto del cazzo per tornare a casa.

Il nulla mi segue come un ombra, attutendo i sensi, anestetizzando l'anima. Il mio cuore batte regolare così come il respiro, tutto funziona alla perfezione ma non sono in me. Qualcosa si è incrinato, spezzato, e non credo che tornerò mai ad essere la persona che ero prima. Prima quando poi?

Lascio che mio fratello mi trascini in uno studio fotografico, in cui dovrò posare per una campagna pubblicitaria di non so che intimo. Mi faccio manovrare senza dire niente, sperando che passi tutto in fretta. Avevo giurato che non avrei mai fatto una cosa del genere, che non sono un modello e che penso solo a giocare, a nient'altro.

Non sto tradendo solo Europa, ma anche me stesso.

<<Tutto bene frà?>> domanda Gustavo, dandomi una pacca sulla spalla.

Mi scosto subito, non voglio essere toccato e non voglio rispondere alla sua domanda del cazzo.
Come può andare tutto bene?!
Scuoto la testa, mi infilo in macchina e finalmente arriviamo a casa. Dovrei essere in preda ad un miscuglio di emozioni contrastanti, soprattutto negative, e invece niente. Questo mi preoccupa più della rabbia cocente, e mio fratello la pensa come me.

<<Non dici una parola da ore, con la testa sei da un altra parte.>> dice, andando al dunque.

<<Ti rendi conto di quello che ho fatto?>> rispondo, evitando accuratamente il suo sguardo.

<<Hai fatto quello che andava fatto, ne abbiamo già parlato. Meglio lei che noi, che poi è impaccata di soldi, non rischia nulla. Il nonno le darà una tirata d'orecchie e finirà lì.>>

Parcheggiamo l'auto e saliamo a casa, spalanco la porta e ciliegina sulla torta, mi trovo davanti la persona che avrei voluto evitare per un bel po'. Berna è appoggiato al divano, e i suoi occhi sono freddi come il ghiaccio. Non mi aspettavo di vederlo qui.

<<Che ci fai qui?>> chiede minaccioso Gustavo, andandogli incontro. Dopo l'ultimo scherzetto di Berna, non si fida.

<<Fatti i cazzi tuoi, non sono qui per te.>> ribatte gelido, si vede che si sta trattenendo.

<<Gustavo va a farti un giro.>> mormoro a mio fratello, non lo voglio tra i piedi. Lui tenta di farmi cambiare idea, così lo spingo fuori casa con la forza.

Vado in cucina, tiro fuori una bottiglia di whisky e due bicchieri. Ho bisogno di qualcosa di forte, magari l'alcol mi farà provare qualcosa, anche se ho i miei dubbi. Torno in salotto, poso tutto sul tavolo e verso due dita abbondanti in entrambi i bicchieri.

<<Se vuoi mettermi le mani addosso non ci sarà nessuno ad impedirtelo o a fermarti.>> dico, mentre gli passo il bicchiere. Mi merito una bella lezione, e forse non sarebbe nemmeno abbastanza.

<<Non sprecherò energie con te, ma avevo bisogno di sentire tutto dalla tua bocca.>> ribatte, bevendo un sorso di whisky.

<<Ho firmato un accordo con la società, se scoprono che ho lasciato Oriana da mesi e che sono innamorato di Europa, succede un casino. Dovrò pagare una penale enorme e sperare che non mi vendano.>> confesso, svuotando il bicchiere di botto. Mi brucia la gola, ma non serve comunque a niente. Non sento nulla che non sia il vuoto.

<<Non pronunciare il suo nome, non ne sei degno...dopo tutto quello che le hai fatto, hai ancora il coraggio di dire di esserne innamorato.>> sibila Berna, puntandomi un indice contro. Ha ragione cazzo...sono proprio una merda.

<<Non ho scelta, non ho avuto altra scelta.>> esclamo, con una calma agghiacciante. Mi faccio paura da solo.

Il mio ex migliore amico mi tiene gli occhi addosso, serra la mascella e posa il bicchiere prima di scaraventarlo da qualche parte. Nota lo schermo crepato della tv alle mie spalle, ma non dice niente. Nell'ultimo periodo si era abituato ai miei scatti d'ira, e non mi sto riprendendo, sto solo peggiorando ogni giorno che passa. Ma dai suoi occhi arrabbiati capisco che non è più un suo problema.

<<Ti rendi conto che ultimamente non fai che dire la stessa cosa? Tu una scelta ce l'hai e che non vuoi farla, hai paura e Dio solo sa cos'altro.>> afferma Berna, avvicinandosi quel tanto che basta per guardami fisso negli occhi. Scuoto la testa, non sa di cosa parla.

<Lei...lei come...lei...>> balbetto, incapace di chiedere come sta, come l'ha presa. Berna è ammutolito, crede che lo stia prendendo in giro o che abbia definitivamente perso la testa.

<<Pensi che l'abbia presa bene? Le hai dato della mantenuta, della ragazza facile, della calcolatrice, della stalker...devo continuare o posso fermarmi qui?>> ringhia, disgustato.

Non avevo altra scelta.
Non avevo altra scelta.
Non avevo altra scelta.
Non avevo altra scelta.

<<Non avevo altra scelta.>> mormoro, stordito.

Berna annuisce, una smorfia sul viso e si dirige verso la porta. Prima di andare via, mi guarda dalla testa ai piedi come se non mi riconoscesse.

<<Sei ancora in tempo Pà, sei ancora in tempo per rimediare alle cazzate che stai facendo. Ma sbrigati, perché potrebbe essere già troppo tardi.>>

Scuoto di nuovo la testa, non posso tornare indietro. Ormai il danno è fatto. Andrà meglio nei prossimi giorni, cancellerò dalla mia vita qualsiasi cosa mi ricordi Europa, come se non fosse mai esistita. Tra qualche mese nemmeno ricorderò il suo nome, e l'accaduto sarà dimenticato.

<<Sai bene che non lo farò, ho salvato la nostra faccia, e non chiederò scusa per questo.>> rispondo, indicandogli l'uscita, meglio se se ne va.

<<Avremmo potuto uscirne insieme senza distruggerla! Ma è questo quello che sai fare meglio no? Distruggere le persone che ti amano. Beh complimenti, ci sei riuscito anche sta volta.>> sibila il biondo, sbattendo sul tavolo la copia delle chiavi di questo appartamento.

Un brivido mi percorre la schiena, non capisco se di paura o tristezza. Siamo amici da anni, ne abbiamo passate tante insieme e mi sta abbandonando sul serio, mi sta lasciando solo. La furia, il disgusto, il dispiacere nei suoi occhi è tanto, ma in fondo so che sta pensando le stesse cose. Indietreggia, sicuro della sua decisione.

<<La persona che ho davanti non è il il mio amico, e ciò che sei diventato mi da il volta stomaco. La nostra amicizia è finita, non voglio avere più niente a che fare con te al di fuori del campo da calcio.>> annuncia, funereo.

Per la prima volta in questa lunga giornata ho paura, non voglio perdere anche lui. Sto per dire qualcosa, anche se non so bene cosa, quando la porta si apre e lascia entrare Oriana in tutto il suo splendore. Sorride e mi si butta addosso, la tregua è già finita.

<<Fede vai già via?>> esclama, rendendosi conto del clima teso.

<<Andate al diavolo.>> mormora il biondo, sbattendosi la porta alle spalle.

Ti sbagli, vorrei dirgli, mentre Oriana mi bacia il collo e sorride vittoriosa.
All'inferno ci sono già.

Spazio autrice: Dopo la batosta del capitolo precedente ho deciso di pubblicare subito. Abbiamo sia il punto di vista di Paulo che di Berna, i due amici si sono scontrati e a quanto pare Paulo ha deciso di andare avanti per la sua strada.
Ma Europa cos'avrà in mente?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo 😏😏😏

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें