Capitolo XLIII

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Quel lunedì mattina all'ingresso di scuola, alle otto del mattino, mi vedo con Savannah e Olivia. Quest'ultima ci racconta la situazione con i suoi genitori, che oramai hanno firmato le carte del divorzio, e poi passiamo a Sebastian.

Ancora non c'è traccia di Omar per chiedergli di venire a casa mia dopo scuola.
Liv si schiarisce la voce, appena controllato che Tian sia lontano da me. «Ieri ci siamo detti ti amo ed è stato bellissimo. So che devi dirgli che all'inizio l'ho usato, perché le bugie non portano a nulla di buono, ma voglio farlo dopo il ballo. Voglio essere sicura di fargli capire che io tengo a lui e che non c'entra più niente Kyle.»

Sav la guarda corrugando la fronte. «Non voglio portare male Olivia ma... quando uno dice qualcosa del genere non importa cosa hai detto o fatto prima, ci rimani sempre di merda.»

Annuisco con convinzione. «Come Tessa quando Hardin, in After, le dice che era tutta una scommessa.» Liv ama quel libro -e film- quindi lo cito per farle capire meglio. Sinceramente a me non fa né caldo né freddo.

«Quindi che faccio?» La mia migliore amica si porta le mani tra i capelli. «Mi odierà per tutta la vita?»

Savannah scuote la testa. «No, se gli farai capire che lo ami sul serio. Tu lo fai, giusto?»

Olivia annuisce. «Più di qualunque altra cosa al mondo.»

Sorrido. «Allora capirà.» Vedo Omar scendere dal suo pick-up nero e decido di raggiungerlo. Saluto le mie amiche con un cenno e saltello quasi dalla felicità.

Copro con le mani gli occhi di Omar quando sta chiudendo la macchina, di spalle a me. «Indovina un po' chi sono.»

Dall'altro lato del parcheggio Kyle è appoggiato alla moto e mi sta fissando. Ieri sera ci siamo mandati a quel paese come minimo quindici volte. Sposto lo sguardo e lo ignoro.

«Uhm...» Lo sento sorridere e non vedo l'ora di baciarlo. «Forse la ragazza più bella della scuola?»

Levo le mani e quando si gira verso di me metto un broncio. «Solo della scuola?»

Omar ridacchia e mi prende per la vita, poi unisce le nostre labbra in un tenero bacio. «Scusa, errore mio. Più bella del mondo. E guarda caso è anche mia.»

Il mio sorriso, per quanto possibile, si estende ancora di più. «Tua, eh?»

Omar annuisce e mi bacia di nuovo. Quando ci separiamo, poggio la fronte sul suo petto. «Mia madre voleva vederti, oggi. Ha detto che ti preparava il famoso polpettone per cena.»

«Come si fa a dire di no al polpettone di tua madre?» Mi lascia un bacio sulla fronte, ma si blocca a qualche centimetro da me quando vede qualcuno.

E poi sento una voce dietro di noi. Una voce che conosco fin troppo bene. «Lo penso anche io. Per questo sua madre ha invitato anche me.»

Mi giro furibonda. «Che cosa?»

Kyle sorride e si mette le mani in tasca. «Non volevo dirvelo così... mentre siete in fase di accoppiamento in pubblico, ma sì. Ieri sera ha visto che ero triste e mi ha chiesto se volevo venire anche io. Come si fa a dire di no al polpettone di tua madre, mia cara Morgan?»

«Tua cara Morgan?» Ringhia Omar, stringendomi più a sé. «Tua?»

Kyle sorride e mi guarda. «Oh, non gli hai detto il mio nuovo modo di chiamarti? La chiamo mia perché-»

«Adesso basta, Anderson.» Con un gesto fulmineo mi divincolo dalla stretta di Omar e mi ritrovo davanti Mr. Arroganza. «Vai da qualche altra parte. E lasciaci stare.»

Lui fa un ultimo sorriso sarcastico, lancia un'occhiata a Omar e poi se ne va.

«Siete stati insieme?» Mi chiede il mio quasi ragazzo, con voce tremante. «Per questo sua...?»

Mi giro con gli occhi spalancati. «Cosa? No!»

Ritorno vicino a lui, prendendogli il viso con le mani in modo che mi guardi negli occhi. «Io e Kyle ci odiamo come sempre, okay? Mi chiama così perché sa che mi dà fastidio. Non sono stata con nessuno dopo di te.»

Omar si rilassa alla mie parole. «Okay, ti credo.»

Faccio un sorriso timido e sto per dirgli che lo amo, ma la campanella interrompe ogni mio proposito. Omar si allunga per darmi un'ultimo bacio a stampo, poi mi saluta.

Alla fine credo venga lo stesso a casa mia e spero che Anderson non si presenti. Anche perché altrimenti prevedo una rissa.

Savannah e io abbiamo il corso insieme, così mentre ci dirigiamo le racconto quello che è successo nei dieci minuti che ho passato con Omar e al comportamento di Kyle.

È stato strano. Prima ci ha fissato e poi si è messo in mezzo nella nostra conversazione, come se nulla fosse. In più ho la sensazione che si presenterà a casa mia.

«Non è un comportamento da Mr. Arroganza.» Riflette Sav. «Si è comportato quasi come se fosse... geloso.»

Mi fermo sul posto, e non so se voglio più ridere o piangere. «Geloso? Anderson?»

Savannah annuisce. «Sicura che non sia successo niente tra di voi in questo periodo?»

Rifletto a sabato. A prima di andarmene, quando gli ho chiesto se sarebbe andato con Charlotte e quando lui ha chiesto di me e Sullivan. Rifletto su quando abbiamo fatto dei sorrisi finti e detto pronomi allegri, ma in realtà ci stavamo mandando occhiate di fuoco. «Sicurissima.» Le rispondo, anche se tutto ciò fa pensare al fatto che lui sia geloso. E che anche io sono gelosa di Charlotte. Ma non ha senso.

«Okay.» Si schiarisce la voce. «Magari quando torni dal tuo viaggio possiamo uscire in quattro. Io, te, Richard e Omar. Non voglio dire in sei per la questione di Liv e Tian...»

«Giá.» Mi stringo nelle spalle. Devo ancora decidere come vedere Sebastian: da un lato lo trovo simpatico, ma ogni volta che lo guardo mi ritorna in mente che è stato lui a dire a Kyle di trattarmi come un giocattolo. Ci sono giorni in cui lo vedo perfetto come ragazzo della mia migliore amica, e altri in cui lo prenderei a pugni. «Spero che risolvano presto.»

Spero anche, ma non lo dico, che Omar ed io chiariremo presto cosa siamo, così smetterò di pensare a Kyle al suo modo dannatamente fastidioso e al tempo stesso bello di essere geloso.

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo gentilmente di lasciare una 🌟, mi farebbe davvero piacere. Grazie a tutti per aver letto/ votato/ commentato questa storia, vi amo tanto ❤️

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