Capitolo XXX

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Il giorno dopo io ed il mio gruppo di amici ci vediamo al Coconut bar, il posto preferito mio, di Olivia e Savannah.

Richard ed io siamo i primi ad arrivare, Olivia e Jasper arrivano cinque minuti dopo e così anche Savannah, Sawyer, Bianca e Gwen.

«Hey, sei viva.» Sawyer circonda con un braccio le spalle di Olivia, riferendosi al fatto che per un paio di settimane ci ha ignorato completamente.

«No, sono morta e questo è il mio cadavere. Sono uno zombie.» Risponde lei, arruffando i capelli di lui.

Io rido, guardando la scena. Olivia poi racconta a tutti quello che sta passando, ed il fatto che si sta innamorando di Sebastian, omettendo il fatto che all'inizio l'ha usato.

«Bel casino.» Savannah si morde il labbro. «Come stai? Per i tuoi intendo.»

«Sinceramente non lo so.» Fa spallucce e Sawyer leva il braccio dalle sue spalle per prendere il frullato che la cameriera ci sta portando. «Alcune volte credo che non mi importi, alla fine non cambia quasi niente, ma altre volte penso che niente sarà più lo stesso senza i miei, tutti e due, in casa. Nel senso, come faccio a scegliere se vivere con mio padre o con mia madre? Non posso.»

Capisco i suoi timori. Anche io non saprei che scegliere, probabilmente andrei al college dei gemelli chiedendo ospitalità.
Ma Liv è figlia unica e oltre i suoi non ha appoggi.

«Mi dispiace tanto.» Sussurra Richard e tutti iniziano a darle conforto. Io non faccio niente: le ho parlato ieri e più tardi le chiederò come si sente.

Anche perché la mia attenzione viene catturata da Omar che entra nella stanza. Ed io mi sento svenire.

«Gli avete detto che ci saremmo visti qui?» Chiedo ai miei amici e Jasper si gratta il collo, farfugliando le parole.

«Forse gliel'ho accennato... scusa, non pensavo ti desse fastidio.»

Sto per dire che non mi dà fastidio, anzi, che il mio cuore sta facendo le capriole nonostante il nervosismo e che gli farò una statua per averlo invitato. Ma Omar si siede di fianco a me mentre io apro la bocca e non mi sembra carino dire tutte queste cose davanti a lui.

«Ciao, ragazzi.» I miei amici lo salutano clamorosamente e lui sorride.

Iniziamo a parlare tutti del più e del meno, e Olivia fortunatamente sorride e scherza normalmente. So che sta fingendo, ma almeno sorride.

La conversazione si interrompe bruscamente a causa della suoneria di un telefono. Ci metto poco a capire che è il mio quando sento la suoneria personalizzata e parte Walk me home di P!nk, una delle mie cantanti preferite.

«Scusate.» Sorrido nervosamente ai miei amici e rispondo stranita leggendo che mi sta chiamando mia madre. Stamattina l'avevo avvisata che sarei uscita di casa prima.

«Mam-» Sto per dire, ma lei mi interrompe. Senza un buongiorno, o un ciao, o un come stai? «Dopo scuola andrai a casa Anderson.»

Mi paralizzo. «Stai scherzando vero?»

«No.» Me la immagino sorridere. Per loro è divertente vedere me e Kyle bisticciare, convinti che tanto infondo ci vogliamo bene. Cosa assolutamente falsa. «So che lo stai evitando e che lui sta evitando te, ma Catherine ha un braccio rotto e mi ha chiesto una mano per casa e tutto quanto. Io oggi devo lavorare e, dato che questa cosa è anche colpa tua, oggi andrai da loro ad aiutare Catherine.»

«Non puoi dire sul serio.» Come se non bastasse tutti i miei amici, Omar compreso, mi guardano, cercando di capire con chi sto parlando e cosa sta succedendo.

«Morgan Julia-» «Oh Dio, non dire di nuovo il mio nome intero! Ho capito, dopo andrò a casa di Kyle. Adesso posso continuare a fare colazione con i miei amici?» Sbotto, e Olivia alza gli occhi al cielo, trattenendo a stento le risate.

Ma sì, ridi pure.

«Certo tesoro. A più tardi.» Chiude la chiamata e non mi lascia il tempo di dire altro.
Poso il telefono sul tavolo e mi copro la faccia con le mani.

Senza neanche guardare, quando parla so che ha un sorriso malizioso stampato in faccia. Lo capisco dalla voce di Liv. «E così... pomeriggio a casa di Mr. Arroganza?»

Sbuffo e mi scopro la faccia. Omar ha lo sguardo basso e si tortura le mani. Che sia geloso?

«Non ricordarmelo. Devo aiutare sua madre che ha il braccio rotto e se mi trovo la sua faccia da culo davanti gli spacco i denti con una mazza da baseball.»

«Ma come sei dolce mia cara Morgan.» Dietro le mie spalle sento una voce familiare. Un tono odioso che conosco fin troppo bene.

Mi giro verso Kyle. «Ti ho detto di non chiamarmi così.»

Vicino a lui ci sono Sebastian, che saluta con un ciao generale noi ed un sorriso Olivia, e altri tre loro amici.

Mr. Arroganza guarda Omar. «Sullivan, alzati.»

«Cosa?» Chiede confuso Omar, ma fa lo stesso ciò che gli viene chiesto.
No no no amore mio, dove te ne vai? Penso tra me e me e mi sorprendo per "amore mio". Immagino, però, che certe cose non cambino mai.

Kyle sorride e si siede vicino a me, stupendo tutti. E Jasper quasi sputa il suo frullato quando Mr. Arroganza mi circonda le spalle con un braccio.

«Che schifo.» Dico osservandolo schifata. «Leva quel braccio.»

«Non la pensavi così quando mi sei caduta addosso, l'altro giorno.» Fa un sorriso odioso e tutti si girano a guardarmi, sbalorditi.

Io impallidisco e ringhio: «Avevi detto che mi avresti lasciato stare.»

«Ci sto provando.» Si alza, senza farsi sentire dagli altri quando mi risponde. E mentre sta uscendo con i suoi amici prende il cellulare e digita qualcosa.

Nell'esatto momento in cui posa il telefono in tasca il mio vibra e noto che mi è arrivato un messaggio.

Da Mr. Arroganza:

Ma non ci riesco

Spengo il cellulare perché Omar si è seduto di nuovo vicino a me e non voglio che fraintenda.
Alzo gli occhi al cielo, ma trattengo anche un sorriso.

È vero che è insopportabile, che mi ferisce e che fa cazzate su cazzate, ma mi iniziano a piacere le sue attenzioni.

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo gentilmente di lasciare una 🌟, mi farebbe davvero piacere. Grazie a tutti per aver letto/ votato/ commentato questa storia, vi amo tanto ❤️

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now