Capitolo XL

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Durante il tragitto da casa di Omar a quella di Kyle non riesco a scacciare le parole di Anderson dalla mia testa. A quando mi ha detto che non voleva essere un mio sconosciuto, ma un mio nemico.

A quando ci siamo quasi baciati. E la strana sensazione che ho nella pancia non mi piace per niente.

Metto un po' di musica a tutto volume, ma neanche quella riesce a distrarmi dai miei pensieri. Non so neanche esattamente perché sto andando a scusarmi. Forse perché è Anderson, la persona con cui, che mi faccia piacere o meno, sono cresciuta e non voglio dare la soddisfazione a Charlotte che il piano abbia funzionato.

Parcheggiando, noto con sollievo che la macchina di Kyle c'è. A meno che non sia andato a correre, dovrebbe essere a casa.

Ho le mani che mi sudano e le asciugo numerose volte sui jeans, anche dopo aver bussato.

Quando Kyle viene ad aprire mi guarda qualche secondo, con un sopracciglio inarcato. Poi si ricompone, sbuffa, e mi chiude la porta in faccia.

Il mio primo pensiero è che se ne può anche andare a quel paese, il secondo è che gli devo delle scuse, e che Morgan Julia Hill, per quanto orgogliosa possa essere, riesce ad ammettere quando ha sbagliato. Quindi busso di nuovo.

La porta si apre di nuovo e la prima cosa che vedo è il sorriso finto di Anderson. «Non demorderai finché non ti lascio entrare, non è vero?»

Mi stringo nelle spalle. «Puoi anche non farmi entrare. Basta che mi ascolti.»

Rimane qualche secondo in silenzio, dopodiché scoppia a ridere. «Non mi stai per dire che sei follemente innamorata di me, vero?»

Allungo la mano e gli dò un pugno sulla spalla. «No, idiota.»

Ci ricomponiamo entrambi. Lui smette di ridere e si appoggia alla porta, io mi metto nelle mani in tasca perché 1) non voglio dargli un pugno proprio adesso, per quanto lo desideri sempre e 2) perché stanno tremando dal freddo.

«Ti devo delle scuse.» Mi schiarisco la voce. «Ho sbagliato a credere a Charlotte e per quanto ti odio e ti detesto e voglio sempre ammazzarti e-»

«Vai al punto, Hill.» Sorride, come se avesse finalmente capito. Olivia ha detto che era arrabbiato quando è uscito dall'ospedale, eppure a me sembra la persona più tranquilla del mondo. Come fa a nascondere così bene le sue emozioni?

Mi mordo il labbro. «Un minimo ti conosco e so che non lo avresti mai fatto, o almeno mi piace pensarla così. E so cosa volevi dire l'altra sera, quando hai detto che non vuoi diventare un mio sconosciuto. Per quanto sia ipocrito dirlo, mi piace litigare con te.»

Si rimette composto, non appoggiandosi alla porta, e per un momento ho la sensazione che me la stia di nuovo per chiudere in faccia. Poi però parla. «Anche a me piace innervosirti. Credo che lo scriverò sul curriculum, un giorno. "Addestrato da appena nato a far uscire fuori di testa Morgan Hill".»

Ridacchio e mi porto una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio. «Molto divertente.»

Anderson fa un sorriso sarcastico, simile al mio. «Guarda che sono serio. Avrei la stima di tutti. Come a dire "tu sei il grande figo che dà filo da torcere a Julia"?»

«Nessuno mi chiama Julia.» Alzo gli occhi al cielo. «Solo tu e mia madre.»

«E Ulisse.» Lo guardo confusa e lui sbuffa, poi spiega. Ma che ci posso fare se le sue battute fanno schifo? «Nessuno-Ulisse. Hai presente?»

Improvvisamente capisco e vorrei dargli sul serio un pugno. Borbotto un: «deficiente» che lo fa scoppiare a ridere.

«Ti ho sentito, mia cara Morgan.»

«Mi spieghi perché mi chiami così? Oltre al fatto che mi fa innervosire, che probabilmente è l'unico perché.»

Sorride. Un sorriso proprio vero, non sarcastico. «Non darti troppo arie per le mie motivazioni. Comunque lo faccio principalmente perché ti dà fastidio, come già hai capito, ma all'inizio non lo sapevo. Morgan perché è il tuo nome e mia perché... beh, perché non ti arrabbi mai con nessuno come fai con me, quindi in un certo senso quel lato è mio. E cara perché ci sta bene.»

Quel lato è mio. Ho di nuovo quella sensazione allo stomaco, come se fossi sulla giostra dell'ascensore a Disneyland, che sale sale sale e poi cade all'improvviso ad una velocità elevata. Il vuoto che sento allo stomaco è lo stesso.

«Quindi tu saresti mio?» Mi sfugge dalle labbra, scaturendo altra ilarità da parte di Kyle.

«Quando mi arrabbio e litighiamo sí, sono tuo.» Sussulto a sentire quelle parole. Sono ancora fuori la porta, nel freddo più totale, eppure non posso fare a meno di arrossire e andare a fuoco.

Come diavolo facciamo a passare dall'odiarci a dirci che siamo l'uno dell'altra? Di certo siamo ipocriti e bipolari entrambi. È forse l'unica certezza che ho.

«Hey Morgan.» Mi richiama Anderson e mi rendo conto di star guardando nel vuoto, immersa nei miei pensieri.

Inarco un sopracciglio, come per dirgli di continuare. Lui si riappoggia alla porta. «Ti va di restare e vedere un film con me?»

La sua domanda mi lascia sbigottita e ho bisogno di ritornare ironica per non avvampare sulle sue parole. «Mi stai chiedendo di fare qualcosa di divertente insieme?»

Kyle ritorna a fare un sorriso odiosamente sarcastico. Io incrocio le braccia al petto, per vedere che cosa si inventerà. «Vedere un film insieme non è divertente. Ti avrei chiesto di litigare altrimenti.»

Scoppio a ridere. Non pensavo che quando gli avrei detto che mi piace litigare con lui lo prendesse alla lettera. Nè che meno pensavo che ci saremmo dette certe cose.

Sono tuo. Dovrebbe essermi indifferente questa frase, non è così? Eppure mi viene da sorridere.

Diciotto anni di odio e di litigate, di desideri di allontanarsi l'un dall'altra, e adesso che ci eravamo quasi eccoci qui, a dirci che non vogliamo essere uno sconosciuto per l'altro.

«Allora?» Kyle si sposta da vicino la porta. «Entri e salvi questo povero ragazzo dalla noia?»

Magari lo sta facendo solo per la conversazione avvenuta con Tian. Magari mi sta solo usando per dimenticare la litigata con Charlotte, o per usarmi come valvola di sfogo. Ma non me ne importa. Perché per la prima volta voglio essere egoista e voglio pensare a ciò che voglio io.

E voglio entrare in casa e vedere cosa succederà tra noi. Voglio vedere se il nostro odio potrà diventare amicizia. Se questa giornata cambierà le cose.

Così mi ritrovo a scuotere la testa ed a entrare, trattenendo le risate. Litigheremo sicuramente, ma sono quasi certa che troveremo il modo di fare anche pace.

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo gentilmente di lasciare una 🌟, mi farebbe davvero piacere. Grazie a tutti per aver letto/ votato/ commentato questa storia, vi amo tanto ❤️

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now