Capitolo 21) Isaac

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Credevo che in generale le donne ci mettessero molto a prepararsi, ma contro ogni mia previsione, la rossa era pronta poco dopo.

"Sei stata veloce."

"Avevi dubbi soldato? E comunque posso sapere dove hai intenzione di portarmi ?"

"Vedrai..."

Mi alzo dal divano, sovrastandola e le faccio una vera e propria radiografia.

Pantaloni a vita alta, canotta bianca leggera, che lasciava intravedere il solco dei suoi seni.

Arrossisce sotto al mio sguardo e ancora mi chiedo come sia possibile che in realtà sia vergine. Lei, che in questo mese ha mandato a puttane il mio cervello, è illibata, in tutto, e la mia voglia di corromperla basta ad eccitarmi.

"Tranquilla, farò il bravo"

"Certo, e io ti credo."

Mi spintona e le afferro la mano per portarla alle labbra e morderla. Sussulta e la tira via scappando verso la porta, come ad una gazzella, e così non fa altro che farmi calare nella parte del leone, ma con calma.

La sua attrazione non deve diventare paura, e poi ho promesso che ci sarei andato piano.

Usciamo, e quando al piano di sotto si avvia verso il suo garage, la sollevo di peso con un braccio , portandola di fronte alla mia moto.

"Basta la mia di moto"

"Guarda che posso seguirti senza problemi."

"Avrei i miei dubbi, con quel made in Japan."

"Prima o poi, razza di Yogi brontolone ti farò salire sulla mia Kawasaki e dovrai cambiare la tua opinione."

Le passo il casco e alzo un sopracciglio, fino a poco fa non riusciva a resistere ai miei baci, mentre adesso, mi sfida, chiamandomi con quel ridicolo soprannome?

"Perché sarei Yogi?"

"Ti sei visto allo specchio? Sei un orso, soldato e hai sempre il muso lungo"

"Perché tu sprizzi gioia da tutti i pori?"

"Mai detto, ma sono più socievole di te"

Sale in sella, allacciando le braccia intorno ai miei fianchi e partiamo.

La guardo dallo specchietto e vedo che curiosa cerca di vedere la strada che sto prendendo per farsi un'idea, a quanto pare è più forte di lei.

Accelero di più e istintivamente si avvicina a me, schiacciando il suo seno dietro la mia schiena. Il contatto, manda scariche elettriche al mio cazzo e stringo di più la presa sul manubrio, per tenere a bada l'istinto di sverginarla in sella alla mia moto.
Cazzo, non ci devo pensare.

"Sbaglio o quello è un negozio per arredamento?"

Parcheggio, e agilmente, salta giù dalla moto, per poi passarmi il casco.

"Dormo su un materasso per terra, e i miei vestiti sono ancora nella valigia. Se non voglio che mia madre dia di matto, quando verrà at rovarmi devo rendere il mio appartamento vivibile."

Ride e mi avvicino a lei, per spostarle una ciocca di capelli ribelle dietro all'orecchio.

"Soldato, non per sottolineare l'ovvio, ma non sei in guerra e sei umano, o almeno spero. Perché mi stanno venendo dei seri dubbi, probabilmente sei un androide. Questo spiegherebbe il perché tu mi faccia un certo effetto ."

Le prendo il mento tra le dita, per guardarla negli occhi, mentre schiude leggermente le labbra. Continua a sedurmi senza rendersene conto, però ho promesso di trattenermi, e io mantengo sempre le mie promesse.
Alzo l'angolo delle labbra, la piccoletta finisce sempre sull' ironizzare su di me.

"Rossa, con me evita di aprire l'argomento guerra, va bene?"

Aggrotta le sopracciglia, e quasi riesco a percepire le sue rotelle fare rumore nella sua testa. Tenta di capirmi, ma è inutile. Premo le mie labbra sulle mie, e se in un primo momento si irrigidisce, dopo si rilassa. Mordo il suo labbro inferiore e poi la sculaccio, superandola per entrare.
L'effetto che mi fa è pericoloso, per lei.

Dopo avermi raggiunto, iniziamo a dare un'occhiata, quando una commessa ci raggiunge raggiante.

"Buongiorno, posso esservi utile?"

"Diamo un'occhiata."

La trovo a fissarmi dalla testa ai piedi, e non sono l'unico che lo nota. Vedo la rossa alzare un sopracciglio, e sospirare, prima di prendermi il braccio e sfoggiare il miglior sorriso angelico che le riesce.

"Io e il mio uomo dobbiamo arredare casa, e ha già me per aiutarlo, grazie lo stesso del pensiero."

Mi trascina via, e non posso far altro che osservarle il culo.

"Sbaglio, o quella era gelosia?"

"Nei tuoi sogni soldato, dobbiamo darci una mossa e il tuo flirtare con le commesse potrebbe farci fare tardi a lavoro."

"Rossa"

Richiamo la sua attenzione su di me, prima di piegarmi verso il suo orecchio, sfiorandole il lobo con le labbra.

"Non innamorarti di me, perché io non ho più niente da dare."

Spaesata, mi guarda negli occhi,ma dovevo essere chiaro sin dal principio, altrimenti, quando questo gioco di seduzione sarà finito, potrebbe restarne scottata.

Il suo sguardo diventa freddo, e con una mano al petto mi allontana leggermente, per guardarmi negli occhi.

"Lo stesso vale per te soldato."

Sparisce tra gli armadi, lasciandomi indietro, mentre scuoto la testa. No, questo non potrà mai accadere.

Uno come me non può dare o ricevere amore, non dopo tutte le vite che ho stroncato, ne tantomeno dopo Alyssa.

La osservo accarezzare vari oggetti, mentre si pizzica di nuovo le labbra.
Io non voglio niente dalla vita, perché per quello che ho passato, sono abituato a vivere con il minimo indispensabile, ma lei.
Ora voglio lei.


So che il capitolo è corto, ma prometto di rifarmi con i prossimi!!!
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Manu



Black Soul "Peccato d'amore"Donde viven las historias. Descúbrelo ahora