Capitolo 17) Eve

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Smarrita, non riuscivo a darmi pace per i mille pensieri che affollavano la mia mente.

Isaac riusciva a scombussolarmi come nessun uomo era riuscito prima d'ora.

Il dolore , la tristezza e l'oscurità che leggevo in lui dovevano essere dei motivi validi per mantenermi alla larga, e invece, il suo abbraccio alla ricerca di conforto, mi aveva fatto capire le sue paure .

Quella notte non ero riuscita a chiudere occhio, fino a quando le mie palpebre stanche di restare aperte avevano ceduto, ma mai mi sarei aspettata di risvegliarmi con le sue labbra ad un centimetro dalle mie.

Avevo voglia di sfiorarle, sembravano ruvide, coperte in parte dalla barba,e quando mi sono resa conto dei miei pensieri, ho sentito l'urgente bisogno di scappare.

Impresa difficile dato il suo peso e per spostarlo ci ho messo un po', ma una volta libera avevo bisogno di prendere aria ed ero uscita con la scusa della colazione e sulla via del ritorno, avevo preso altro tempo facendo la spesa.

Perché non riuscivo ad ignorarlo? Era così diverso dagli altri uomini?

Come sarebbero state le sue labbra sulle mie?

Non ero me, quando stavo con lui, e il fatto che dovessi lavorarci tutte le sere era compromettente,

Guardo Thor correre inseguendo i piccioni e in questo momento vorrei anch'io poter volare, per scappare lontano, sentendomi leggera e libera,trasportata dal vento.

"Thor vieni qui!"

Il mio cucciolo mi raggiunge e dopo averlo legato torniamo verso casa.

Sarà ancora lì? Magari questa volta nudo sotto la doccia... Cazzo, stavo anche diventando una pervertita da quando avevo visto il suo...coso. Dio se era grande e lui per tutta risposta rideva soddisfatto della mia espressione.

Avrei dovuto odiarlo per questo,ma ripensando alla lunga lingua mentre si puliva le dita, torna a farsi sentire quella fitta al basso ventre e la mia temperatura corporea aumenta di nuovo.

Reggere tutto questo, andava ben oltre le mie capacità di mascherare i miei sentimenti, ma una volta a casa, per fortuna, era vuota.

I vestiti che gli avevo prestato sono sistemati sul divano e non sento alcun rumore che indichi la sua presenza.

Slego Thor e prendo la maglietta che gli avevo prestato e per quanto si sia lavato con il mio bagnoschiuma , sento un odore diverso, il suo.

Annuso la maglietta e mi maledico mentalmente per il gesto.

Sono messa peggio di quel che credevo, poi noto un biglietto sbucare da sotto i boxer.

<Ci vediamo stasera rossa>

Gli avevo ripetuto diverse volte che mi chiamavo Eve, ma continuava ad ignorarmi e io facevo lo stesso con lui, ma a differenza mia, non sembrava che la cosa gli desse fastidio.

Stanca, mentalmente mi sdraio sul divano con una mano sulla fronte.

Isaac ha il suo fascino, ed è dannatamente attraente, ma oltre il suo aspetto esteriore, è la sua voce, i suoi gesti, ad attirarmi a sé.

Mi odio per questo.

***

Il pomeriggio arriva in fretta e dopo una doccia veloce per levarmi l'odore di cane da dosso, ci metto un po' di più per prepararmi.

Indosso i soliti jeans neri strappati sulle gambe e degli anfibi, con sopra una fascia e una canotta larga.

Guardo il cellulare e compare il messaggio del mio meccanico che mi dice che la moto è apposto.

Black Soul &quot;Peccato d'amore&quot;Where stories live. Discover now