Capitolo 66 - Capodanno (parte 2)

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<<Perché non ve ne andate eh? Così mi lasciate l'onore di un ballo con Europa, ed eviteremo una prima pagina sui giornali, e non parlo di quelli scandalistici.>> intima Paulo, guardando la coppia.

Paolo annuisce, prende Francesca per il gomito e la porta via. Li guardo scomparire, le spalle del biondo incurvate. Se non sta bene con quella scema perché non la lascia? Forse avrei dovuto chiederglielo, o forse no. L'ultima volta che mi sono intromessa in una relazione non è andata bene, forse è meglio farsi gli affari propri.

<<Stai bene?>> chiede subito Paulo, scrutandomi dalla testa ai piedi.

<<Non c'era bisogno del tuo intervento, ce la facevo da sola.>> rispondo, agitata. Non ho bisogno di qualcuno che mi salvi, posso farlo benissimo da sola.

<<Oh certo, e magari dovrei pure scusarmi.>> dice piccato, avvicinandosi di un passo.

Il total black gli sta da dio, inutile mentire. I capelli sembrano di una tonalità più scura, gli occhi due biglie azzurre e l'espressione gelida che sfoggia mi mette a disagio. Non mi piace essere fissata così spudoratamente, anche se si tratta di lui. Percorre la mia figura lentamente, soffermandosi in alcune parti, mentre si morde le labbra.

Senza chiedere nulla allunga una mano e la posa sul mio fianco, avvicinando il mio corpo con una spinta decisa. Il mio petto va a scontrarsi con il suo, la sua mano bollente si sposta alla base della mia schiena e comincio a respirare male. Intreccia la mano libera alla mia, ed inizia a muoversi a tempo di musica. Le note di Call you mine mi penetrano nelle orecchie e nel cuore, agitandomi ancora di più. Non poteva capitare canzone peggiore.

<<Non dovresti essere qui con me, tuo fratello ci sta guardando come se volesse prenderti e portarti via di peso o prenderti a sberle.>> gli sussurro all'orecchio, notando lo sguardo furioso del fratello. Quasi temo di prendere fuoco da un momento all'altro.

<<All'inferno...me ne occuperò a tempo debito. Ignoralo.>> ribatte, sfiorandomi il lobo con le labbra. Le preme velocemente sul collo prima di ritirarsi di scatto.

È troppo intimo.
Se qualcuno se ne accorge sono cavoli amari, e tutta la messinscena con Bernardeschi andrebbe in fumo. Uno sforzo per nulla. Così mi tiro un po' indietro, cercando di lasciare più centimetri possibili tra i nostri visi.

<<Smettila subito.>> sibilo, guardandomi intorno. Nessuno sembra prestarci particolare attenzione.

<<Non so di cosa stai parlando.>> mente serafico, accennando un sorriso pericoloso.

Un allarme mi suona nella testa, avvisandomi del pericolo. Se Paulo continua di questo passo non finirà bene, perché cederò e lo farò prima del previsto. Non voglio farlo però. La sua mano si muove piano sulla mia schiena, dannazione! Non mi renderà le cose semplici.

<<Da cosa sei vestito esattamente?>> gli domando, sperando che la smetta di provocarmi.

Paulo perde un pizzico di concentrazione, la sua mano si blocca anche se continuiamo a dondolare come due ubriachi. Guarda il mio vestito luminoso e la sua camicia nera in netto contrasto.

<<Tu sei la luce, ciò che tocchi si illumina anche solo grazie ad un sorriso. Io sono l'oscurità, un buco nero. Attiro tutto, compresa la luce, e non lascio uscire nulla.>> mi spiega, serio.

Diamine, pensa davvero di essere un fottuto buco nero! Non capisce che non è così, nonostante abbia cercato di fargli cambiare opinione su se stesso, a quanto pare non ci sono riuscita. Resto senza parole, con il bisogno di abbracciarlo e scuoterlo allo stesso tempo.

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Where stories live. Discover now