You didn't see that coming? - Pietro Maximoff

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ATTENZIONE: EVENTI REALMENTE ACCADUTI IN ENDGAME SARANNO MODIFICATI IN QUESTO CAPITOLO.
Vi spiego: Pietro non è morto in Age Of Ultron, bensì in Infinity War a causa dello Schiocco.
BUONA LETTURA!

Panico.
Panico.
Panico.

Ecco come descrivere la situazione con una semplice parola.
L'esercito di Thanos è probabilmente cento volte il nostro numero.
Pur scoraggiata e aspettandomi di morire da un momento all'altro, continuo a combattere con forza, come fanno, d'altronde i miei altri compagni.

Sono stanca, stanca di combattere. Mi mancano le forze, ma mi costringo ad andare avanti.

Pietro sarebbe stato utile in questa battaglia, lui e la sua maledetta velocità.

Nonostante ne abbia abbastanza, sconfiggo l'ennesimo scagnozzo di quel gran pezzo di stronzo di Thanos.

Ma quanti stracazzo sono?!

Schiva, colpisci, abbatti.

Schiva, colpisci, abbatti.

Schiva, colpisci, abbatti.

Schema fisso per ogni singolo alieno che mi si para davanti.
Raramente vengo colpita, ma, grazie al cielo, la mia soglia di sopportazione del dolore è abbastanza alta da permettermi quasi di non sentire il dolore, solo un formicolio.

"T/N tutto bene?" mi chiede la voce di Clint.
"Si, Clint, non preoccuparti! Anzi, una mano non mi farebbe schifo."
Dopo aver risposto non sento più niente.
Decido di fermarmi e abbassare la guardia per un po' per recuperare le forze.
Pessima idea.
Fianco sinistro, raggio di qualcosa di alieno, non so esattamente cosa perché questi pezzi di merda vengono dallo spazio, e, io, nello spazio, non ci sono mai stata.
"Stark, che cazzo sono questi cosi?" domando tramite l'auricolare, intanto mi premo i palmi sul fianco ferito per limitare la fuoriuscita di sangue e mi dirigo verso il posto più riparato possibile per medicarmi alla bell'e meglio.
"Chitauri, Elfi, e poi non ne ho idea."
Questa è la risposta di Iron Man.
«Molto rassicurante, Tony, molto rassicurante.» penso.

Sento una presenza alle mie spalle, una presenza che sta combattendo tutti quelli che mi avrebbero già ucciso altrimenti.
Mi volto e vedo Clint che mi protegge.

"Vai al sicuro, ti copro le spalle." mi dice, quasi ordinandolo, per poi continuare a spaccare i culi.
Clint è quasi il padre che non ho mai avuto.
Il mio padre biologico mi ha dato in adozione a causa del fatto che non sarebbe riuscito a crescermi da solo, essendo mia madre morta di parto.
Quello adottivo? Due aggettivi, anzi, tre: alcolizzato, tossicodipendente e violento (anche quando era lucido).
Coglieva ogni minima occasione per sfogarsi su di me, ceffoni, pugni, se ciò che avevo fatto non era nulla di grave, tagli, stupri, cinghiate, se era successo qualcosa di davvero grave, e per grave si intende da un brutto voto a scuola all'avergli risposto male.
Non ero l'unica a dover sottostare alla sua violenza.
Sua moglie, mia madre adottiva, subiva le stesse torture, se non peggio.
Sta di fatto che sono cresciuta in un posto di merda.
E non solo lì.
Pare che Mark, il drogato che mi violentava, fosse amico di qualcuno all'interno di un'agenzia russa di spionaggio e un giorno mi ha venduto a loro.
"Vieni, piccolina, -mi ha detto- vieni e starai meglio."
Avevo a malapena 13 anni ed ero una credulona.
Con la speranza che tutto andasse davvero per il meglio, strinsi la sua mano, la stessa che mi picchiava, mi toccava e quasi mi rompeva le ossa.
Probabilmente lo avevo fatto anche per paura che decidesse di prendermi con la violenza.
Comunque, siamo andati in Russia, tra la neve e il ghiaccio, siamo entrati in un edificio apparentemente abbandonato, ma, non appena fatti quattro o cinque metri, venimmo accolti da un uomo, un colonnello mi sembrava, che strinse calorosamente la mano a Mark e mi disse una semplice frase.

"Benvenuta nel KGB."

Ho passato l'adolescenza lì.

Poi a 18 anni sono stata sottoposta a una specie di "rito di passaggio", grazie al quale passavo da "matricola" a spia vera e propria.

Finché, dopo pochi mesi da spia, un giorno la mia vita è cambiata.

Natasha Romanoff mi ha tirato fuori da quel giro e mi ha garantito un posto nella Avengers Tower.
Ovviamente, ho passato delle settimane in una prigione prima che si fidassero di me.
Poi un altro addestramento.
Poi ho partecipato alla mia prima missione da Avenger.
E poi ho conosciuto quel gran cazzone di Pietro Maximoff.
Un cazzone, si, ma si è guadagnato un posto speciale nel mio cuore.
E a quanto pare io nel suo.

Eravamo in Wakanda, con Cap e quelli che erano con lui dopo la rottura con Stark.
Thanos ha schioccato le dita e Pietro è diventato polvere davanti ai miei occhi.
Poteva guardare chiunque, Rogers, Romanoff, la sorella.
Ma ha guardato me.
E con quello sguardo impresso nella mente sono arrivata fino ad oggi.

C'è una roccia, garantisce un triangolo di terreno riparato e al sicuro da raggi alieni o scariche elettriche.

Per quanto il fianco forato me lo permette, inizio quasi a correre verso quel punto, con il rumore nelle orecchie della battaglia e delle armi che cozzano l'una contro l'altra.

Non vedo una radice.
Inciampo.
Mentre vado verso terra penso: «e chi ce la fa a rialzarsi adesso?"
Ma il contatto tra la mia faccia e il terreno non avviene.

"Questa ti era sfuggita"

Mi ritrovo tra le braccia muscolose e fasciate da una maglia termica a maniche lunghe blu.
Alzo il viso verso la fonte della voce e, all'improvviso, mi perdo in un mare azzurro come il ghiaccio.
Mi riprendo subito e la seconda cosa su cui il mio sguardo cade sono i capelli spettinati e chiari.

"P-pietro."
"È il mio nome, si."
Rido leggermente, per poi venir presa in braccio da lui e nascondere la testa nell'incavo del suo collo e inspirare a fondo quel suo profumo che tanto mi era mancato.

Arriva al punto protetto e mi lascia lì distesa.

"Pensiamo dopo alle dichiarazioni ok?"
"Ok?"
Non faccio in tempo a pronunciare quelle due lettere che lui è già sparito, lasciandosi dietro una scia blu e lasciandomi lì.
Con un sorriso ebete sulla faccia.
Contenta di aver rivisto colui che mi ha fatto private cos'è davvero l'amore.

Okay, amatemi e odiatemi.
Odiatemi per il tempo che vi ho fatto aspettare.
Ma amatemi perché l'ho scritto tutto stasera, dopo un viaggio di quasi sei ore in macchina.
Anyway, @grace_C_argent che ne pensi?
Vi invito tutti a lasciare un commento in cui esprimete ciò che pensate.
Inoltre se avete qualche richiesta in particolare ho pubblicato un capitolo apposta che troverete nell'indice e rimarrà disponibile finché il titolo non sarà seguito dalla parola "Chiuse".
Detto questo, Buona serata!

One-shots [SOSPESA]Where stories live. Discover now