He has Died - Roger Taylor

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ATTENZIONE!
CI SONO COSE NON VERE RIGUARDO ROGER.
IO VI HO AVVERTITI NON ROMPETE DOPO :*

Immagina di essere con Roger, in macchina, mentre andate a casa di Freddie e fargli compagnia.

Il tragitto è silenzioso, io guardo fuori dal finestrino, Roger ha lo sguardo fisso sulla strada. L'unico contatto fisico che c'è tra noi è dato dalla mia mano poggiata sulla sua, che invece si trova sulla leva del cambio.
È sempre così quando andiamo a casa di Freddie.
Ogni giorno in cui lo vediamo potrebbe essere l'ultimo.
Ma non ci vogliamo credere, non possiamo farlo.
Freddie è forte, resisterà finché i medici non troveranno una cura e lui sarà il primo uomo a guarire da... non riesco nemmeno a dirlo.
L'ho conosciuto all' Ealing Art College, studiavamo entrambi arte e design grafico.
È stato grazie a lui che ho conosciuto il mio attuale fidanzato, Roger Taylor, il batterista della famosissima band chiamata Queen.
Mi ha presentato subito i suoi nuovi compagni, non appena fu accettato da Brian May, il chitarrista, e Roger come nuovo cantate dopo che sono stati lasciati dal precedente, Tim Staffel.
Ricordo ancora che mi aveva chiamato, a dir poco entusiasta, quasi urlando.
"T/N!! Tesoro, da oggi sarò parte di una vera band!- aveva detto- Faremo strada e diventeremo famosi, te lo posso assicurare! Siamo tutti e tre fatti per suonare l'uno con gli altri. Però per ora ci manca un bassista, ma risolveremo il problema! Ce la faremo, te lo prometto!"
Ero così felice per lui.
Con i suoi modi stravaganti e il suo originalissimo modo di vestire era fatto per essere un performer.
Credo che, però, una parte di ciò che è oggi sia anche merito mio.
Quando il suo gruppo precedente si sciolse, sono stata io a incoraggiarlo a non perdersi d'animo, gli avevo detto che avrebbe trovato il gruppo giusto, perché altrimenti sarebbe stato sprecato per fare il designer nella vita. Infatti, mesi dopo, quando Tim aveva lasciato gli allora chiamati Smile, Freddie è stato preso nella band e, nel '70, gli Smile presero il nome di Queen. Sono stati completati dall'entrata nel gruppo del timido John Deacon, avvenuta l'anno dopo.
Tornando a me e Roger, la nostra è stata una storia parecchio complicata.
Inizialmente non lo sopportavo per i suoi modi di fare, sfacciato, donnaiolo. Il classico playboy.
Sembrava geloso dell'amicizia che avevo stretto con Brian, come me appassionato di astrofisica. Ero molto incuriosita dalla sua Red Special. Insomma, è un pezzo unico!
Non nascondo di aver avuto una piccola cotta per il chitarrista riccioluto, così a modo, educato, sapeva come farmi sentire a mio agio.
Roger era tutto il contrario. È entrato nella mia vita e, soprattutto, nel mio cuore quasi con prepotenza, formando prima una breccia nella corazza che avevo eretto per evitare eventuali "botte e via", poi l'ha completamente distrutta con la sua risposta, quel giorno in cui gli chiesi il motivo del suo comportamento con le donne.
Flashback
"Mi spieghi perché sei così distante da me? Che tu sia così amica di Freddie, lo posso capire, insomma vi conoscevate già. Ma Brian e John non li conoscevi. Sono due cazzo di anni che Freddie è con noi eppure tu mi degni a malapena di un saluto! Non sia mai che io ti mangi se provi anche solo a parlarmi!" sbottò un giorno.
"Tu pensi che io ti ignori, ma non è così. Io ti osservo, Roger. Osservo il tuo comportamento. Hai idea di quante ragazze, una diversa ogni settimana, hai portato in studio per le registrazioni? Sei solo un playboy del cazzo che non sa fare altro che suonare la batteria è rimorchiare! Ogni sera in cui vengo con voi a festeggiare dopo un'esibizione ci provi con ogni essere umano di sesso femminile che respiri. Come se volessi assicurarti di avere la scorta per quando avresti rotto con la "ragazza" della settimana! E se provi anche solo a pensare che io possa essere una delle tue "scopate di una settimana" ti sbagli di grosso, Taylor!" gli risposi a tono.
"Quindi è questo che pensi di me, che io sia un playboy."
"Non è così?"
"Ho sempre pensato che ci sia un motivo per tutto, ma tu ti sei mai chiesta perché io sia così?"
Dovetti negare.
"Ti fermi all'apparenza, T/C. Tu vedevi solo il ragazzo che, come hai detto tu, sa solo rimorchiare e suonare le batteria. Ma vedi, c'è un motivo per cui lo faccio, ma di certo non devo spiegazioni a te! Ciao T/N, spero che mi degnerai di un saluto decente le prossime volte in cui ci vedremo."
Nei giorni seguenti riflettei molto sulle sue parole. Non potei fare altro che rispecchiarmici.
Così cominciò il mio lento innamoramento per quel biondino. Iniziò con due parole in sala registrazioni, continuò con un'amicizia, e finì con la sua confessione.
"T/N, ti ricordi quel giorno, quando ho scoperto cosa pensavi di me e io ti ho azzittito?"
Risi di gusto alle sue parole, tornando poi con la memoria a quando Rog mi diede da riflettere. Annuii con la testa.
"Non ti ho ancora detto il motivo. Ora che siamo riusciti a diventare amici, o almeno credo, vorrei che tu la sapessi."
"Ti ascolto Rog." dissi attenta.
"Vedi, nella mia vita mi è sempre mancata una figura femminile. Mia madre morì di parto e mio padre mi affidò ai nonni. Quando avevo circa otto o nove anni, mia nonna se ne andò a causa di un tumore e mio nonno mi crebbe da solo. Fu un genitore splendido, poi mio padre veniva a trovarci, non mi abbandonò mai del tutto, e ci mandava dei soldi che, messi insieme con la pensione del nonno, fecero sì che io potessi crescere senza che mi mancasse nulla. Ma morì anche lui, di vecchiaia, qualche anno fa e lasciò tutto a me.
Ora che sono adulto, sento l'estremo bisogno di una donna al mio fianco e, purtroppo per me, le uniche che ci cascano sono solo le ragazze, come dire, più superficiali e con loro ignoravo questo senso di mancanza con il sesso."
Mi sembrò così indifeso in quel momento. Eravamo ancora in studio e lui parlava guardando la saletta con gli strumenti dal vetro.
"Poi sei arrivata tu - continuò voltandosi verso di me- e per i primi due anni dopo averti conosciuta mi hai ignorato, forse a causa dei miei comportamenti, non lo so. Però poi ho cercato di cambiare, di cercare una compagna stabile, ma non riuscivo a stare con una ragazza "normale" per più di una settimana. Allora ho capito.
La figura femminile di cui ho bisogno nella vita, la compagna che cerco così disperatamente è qui davanti a me."
Mi guardò con i suoi grandi, profondi occhi azzurri e in quel momento mi sembrò davvero un adulto, un uomo più che formato.
Da lì fu un attimo.
Le mie labbra sulle sue, in un movimento dolce e lento.
Ovviamente avemmo i nostri periodi cupi, principalmente dati dalla mia gelosia perché le ragazze ci provavano ancora con lui, ma riuscimmo a stare insieme.
Il resto del gruppo fu più che felice.
"È la volta buona che mette la testa a posto!" commentò ironico Brian.
Fine flashback

Mi accorgo ora che Roger ha fermato la macchina.
"Ehy T/N, piccola, tutto bene?" mi domanda quasi preoccupato.
"Si, Rog, non preoccuparti, stavo solo pensando" gli rispondo sorridendo.
Dopo aver annuito sta per far ripartire la macchina, quando il telefono squilla.
"Pronto? Ciao Peter. Come dici? Ah, okay, verremo comunque."
Lo vedo contrarre la mascella e i suoi occhi divenire lucidi. Poi esce dalla macchina.
"Amore tutto bene? Cosa ha detto Peter?" gli chiedo preoccupata, raggiungendolo fuori dal veicolo.
"Ha detto che non c'è bisogno di andare. Se n'è andato." risponde scoppiando finalmente a piangere. A quelle parole e sa vista del mio ragazzo piangere mi si spezza il cuore e mi avvicino a lui, stringendolo forte tra le mie esili braccia. Lui in risposta mi circonda la vita e nasconde il viso nell'incavo del mio collo, lasciandosi andare ai singhiozzi.
È la prima volta che lo vedo piangere.
Anche quando ho cominciato a conoscerlo meglio, mi sembrava un duro, uno che pensava che le lacrime fossero per le femminucce.
E invece, averlo ora tra le mie braccia, singhiozzante, mi fa capire quanto in realtà sia fragile.
Abbiamo entrambi perso un amico importante.
Io riesco a contenermi dal piangere, per fortuna, e, dopo cinque minuti, anche Roger si calma.
"Andiamo, amore mio. Andiamo a salutare il nostro migliore amico. Guido io però." Gli dico guardandolo negli occhi.
"Stai attenta. Se me la graffi tra noi é finita." risponde ridacchiando.
Prendo le chiavi e metto in moto la macchina, reinserendomi in carreggiata.
Quando arriviamo troviamo tutti lì: Mary, Jim, John, Brian e Peter
Ci stringemmo in un abbraccio di gruppo, lasciandoci finalmente andare alle lacrime.
Poi andammo al piano superiore tutti insieme, per salutare uno dei migliori cantanti al mondo.

One-shots [SOSPESA]Where stories live. Discover now