Capitolo 10

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Iniziavo a sentirmi più leggera negli ultimi giorni, seppur attorno a me i problemi erano rimasti sempre gli stessi, così come il caos che avevo dentro. Forse sapere che almeno una persona in questo posto fosse dalla mia parte, era riuscita a farmi sentire di nuovo completa, e non completamente sola.
Non avevo più paura di chi avrei potuto incontrare uscendo di casa e anzi, avevo voglia di riprendere in mano anche quei rapporti che pensavo finiti per sempre.
Con la voglia di sgranchirmi un po' le gambe, chiusi il cancello d'entrata alle mie spalle, guardando il cielo e sorprendendomi di quanto potesse essere tanto azzurro e libero da ogni nuvola.
« Sarà una splendida mattinata » sussurrai sorridendo, per poi sentire il rumore del cancello della casa di fronte aprirsi, attirando così la mia attenzione.
« Gwen » farfugliai guardando quella ragazza che sembrava dimagrire sempre di più ad ogni giorno che passava.
Gwen alzò lo sguardo verso di me, accennando ad un sorriso che faticavo a capire quanto fosse sincero.
Lei era una delle persone che più mi mancavano.
Mi ritornarono alla memoria le parole di Aaron dette qualche giorno prima, di quei momenti difficili che aveva passato e di quanto fosse ovvio che quei momenti potessero avere sua sorella come protagonista. Nel fare quei pensieri, i miei piedi si erano già mossi verso di lei, com'erano soliti fare nei tempi passati non appena avevo il presentimento che qualcosa la turbasse.
« Buongiorno! » La salutai piena di entusiasmo mentre prendeva la posta lasciata quella mattina.
Senza dirmi una parola mi salutò con un cenno della testa, per poi muoversi a scatti non riuscendo a comprendere se avesse dovuto rimanere o andarsene.
« Hai impegni in questo momento? » Domandai senza pensarci troppo.
Dopo qualche secondo di silenzio, Gwen mi rispose.
« No, sono libera » sussurrò, guardandomi per la prima volta negli occhi e riuscendo a strapparmi un sorriso dolce.
« Andiamo a bere qualcosa? » Le proposi un po' più tranquilla e a mio agio vedendo che forse non ero l'unica a voler ricostruire quel rapporto.
« Mi cambio un attimo e arrivo » aggiunse poco prima di sparire di nuovo in casa, lasciandomi per qualche secondo lì fuori ad aspettare la mia migliore amica come se non fosse cambiato nulla negli ultimi mesi, come se fossimo rimaste quella Jodie e quella Gwen di sempre, pronte a combinare danni e a far ridere tutti ovunque mettessimo piede.
La aspettai per poco, a confermarmi quanto anche lei non vedesse l'ora di quell'incontro, e non appena la vidi uscire di nuovo da casa ci incamminammo verso il bar lì vicino, dove speravo di poter parlare di quel periodo che sapevo l'avesse fatta soffrire.
« Che cosa stai facendo in questi giorni? » Le chiesi non appena arrivò il nostro caffè al tavolo, pronte per fare colazione.
« Niente di speciale » rispose lei, faticando ancora ad alzare lo sguardo su di me, « mi distraggo come posso. Esco a fare shopping o sto a casa a guardare film ».
« Da che cosa cerchi di distrarti? » Domandai sorseggiando quel liquido amaro e cercando di apparire il più naturale possibile, seppur dentro di me tremavo all'idea di poter dire una parola di troppo che facesse finire tutto quanto.
« Distrarre? » Domando lei palesemente agitata, « dalla monotonia delle mie giornate immagino » rispose ridendo e appoggiando la tazza sul tavolo, alzandosi appena le maniche della maglia in modo istintivo, ma dimenticandosi che stava cercando di nascondere qualcosa.
Non appena quei bordi di tessuto scivolarono lungo il braccio, una benda bianca comparve sul suo polso sinistro, mentre sul destro libero da ogni fasciatura, si riuscivano a vedere dei segni rossi non guariti del tutto.
Guardai intensamente quelle ferite, riuscendo a sentire il mio cuore tremare e le parole svanire all'improvviso.
Gwen seguì il mio sguardo fino alle sue mani, per poi abbassare rapidamente la maglia fingendo che non fosse successo nulla e riprendendo parola.
« Sono spesso impegnata con Drake ultimamente » disse a bruciapelo, facendomi risvegliare da quel momento sentendo nominare il ragazzo, e riportando così il mio sguardo incredulo su di lei. « Viene spesso da me, altre volte usciamo ».
« Devi essere davvero felice al suo fianco » dissi sinceramente, riuscendo a vedere per la prima volta una luce in quei suoi occhi, e capendo forse solo in quel momento quanto quel ragazzo fosse speciale per lei.
« Lo siamo davvero » rispose, mentre il mio sguardo ricadeva ancora sui suoi polsi ora ben coperti.
« Gwen » la chiamai cercando di mettere freno alle sue parole. « Che cos'è successo? » 
« Che cosa intendi? » Domandò lei sorridendo.
Senza rispondere a parole, allungai la mia mano fino ad indicare le ferite viste nell'attimo prima.
« Le hai viste? » Chiese ancora con quello sguardo di chi era pronto ad inventarsi una scusa poco credibile. « Ho iniziato a cucinare, e lo sai quanto sia poco portata. Drake però voleva insegnarmi a tutti i costi, e questo è il risultato » continuò a mentire nominando quel ragazzo convinta che potesse distrarmi dalla paura di aver capito quello che era accaduto per davvero.
Rimasi a guardarla, cercando di capire se fosse stato meglio per lei reggere quelle stupide scuse oppure insistere, fino a scoprire la verità dietro a tutte quelle bugie che tutti mi stavano dicendo.
Continuavo a scrutare ogni piccolo riflesso nei suoi occhi per comprendere che cosa mi stesse sussurrando, ma mentre mi sembrava di scorgere una richiesta di aiuto, la sua voce zittì ogni mio pensiero, dimostrandomi solo di voler fuggire il più velocemente possibile da me.
« Gwen, per qualsiasi cosa lo sai che ci sono sempre per te, vero? » Le ricordai ancora, per poi ritrovarmi di fronte ad una Gwen che non riconoscevo più. La mia amica sicura di se stessa e piena di energie, aveva lasciato spazio ad una ragazza insicura che preferiva correre via dai problemi e da quelle situazioni poco chiare piuttosto che affrontarle. Che cos'era successo? L'avevo trasformata io così?
« Non capisco a che cosa ti riferisci, » disse prima di guardare l'orologio appoggiato sopra al tavolo, « grazie per esserci viste. Ora però devo proprio andare ».
Con la stessa velocità con cui si era preparata per vedermi, si alzò dal tavolo per poi uscire da quel bar senza lasciare nulla alle sue spalle, se non una confusione ancora più forte dentro di me, e la paura nel pensare di aver potuto distruggere quella che ricordavo come la mia migliore amica.

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Prossimo capitolo: domani, martedì 26 novembre

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La mia bugia con te Vol. 2 [Sei il mio sorriso più vero]Where stories live. Discover now