Capitolo 2

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Quando immagini l'inizio di qualcosa pensi sempre ad una nuova avventura, alle difficoltà ma anche ai sorrisi che questo inizio di porterà. Quante cose che farai! Quanta nuova gente incontrerai e soprattutto, quante emozioni che ti porterà!
Ero tornata a casa da appena qualche giorno per dare inizio ad un nuovo capitolo della mia nuova vita, eppure le ore trascorrevano nel modo più noioso di sempre. Avevo trascorso ogni attimo rinchiusa dentro alla mia stanza, a guardare il sole sorgere e successivamente ad andare a dormire senza che avessi potuto assaporarlo sulla mia pelle.
Le scuse che trovavo pur di non mettere piede fuori di casa iniziavano a risuonare ridicole anche a me, eppure la paura di incrociare qualche sguardo che avrebbe potuto ferire il mio cuore ancora in convalescenza, era troppa anche solo per ammettere ad Hope questi miei pensieri.
"Sto finendo il trasloco" le dissi i primi giorni,  "mio fratello ha bisogno di aiuto in casa" mi inventai i giorni successivi, "stiamo ridipingendo alcune stanze" continuai senza preoccuparmi di quello che avrebbe potuto pensare,  "oggi siamo in giro per compere" mentii di nuovo.
La paura di incontrare Drake in quella loro casa tanto grande, riusciva anche a fermarmi nel vedere l'unica amica che mi era rimasta. Volevo sapere tutto di lei ed Aaron, da quando aveva iniziato a vederlo con occhi nuovi fino alla decisione di stare insieme, volevo scoprire ogni sua più piccola emozione riguardo quella storia tanto nuova quanto inaspettata, ma sembrava che la mia curiosità non fosse abbastanza forte per sormontare le mie paure.
A complicare la situazione c'era il fatto che anche uscire nel mio giardino di casa era diventato ormai un pericolo, abitando troppo vicina a quel vialetto dove continuavo a vedere parcheggiata la macchina di Drake che lo portava a trovare una ragazza che non ero più io.
« La stai affrontando molto bene a quanto vedo. » La voce di Percy mi colse di sorpresa mentre spiavo dalla finestra l'auto che avevo appena sentito passare, per avere conferma che non si trattasse di quella nera a me tanto familiare.
« Ti sembrano modi di entrare? » Ripresi mio fratello in malo modo.
« La porta era spalancata, la prossima volta chiudila se devi fare spionaggio e non vuoi che lo sappia ».
« Stavo solo chiudendo le tende, » aggiunsi tirandole con tutta la mia forza seppur il mio sguardo confermasse ogni parola pronunciata da Percy. « C'era troppo sole! »
« Quindi non sei rimasta chiusa in casa per tutti questi giorni per evitare qualcuno? »
« Scherzi? Dovevo solo riposare » mentii com'ero ormai diventata brava a fare.
« Ci speravo. Ho bisogno che vai al mini market qui vicino a prendere alcune cose » disse Percy stampandosi uno di quei soliti sorrisi sul viso di chi era appena riuscito ad incastrarti nel modo più perfetto.
Aprii la bocca per ribattere alle sue parole, ma mi bloccai rendendomi conto che qualsiasi cosa gli avessi detto, avrebbe solo confermato i suoi pensieri. Sospirai per poi riprovarci e bloccandomi per la seconda volta nel dirgli quegli insulti che di sicuro si meritava, ma che lo avrebbero fatto sentire soddisfatto per essere riuscito a farmi arrabbiare.
Sbuffai ancora più rumorosamente convincendomi che forse incontrare Drake e Gwen fosse addirittura meno fastidioso del dover discutere un solo minuto in più con Percy, così presi dalle sue mani il pezzo di carta che mi porse ancora prima di finire la sua richiesta, e me ne uscii da lì fingendomi più sicura che mai per poi nascondermi dietro al primo albero che incontrai per strada una volta messo piede all'esterno.
« Vi divertirete! » Ripetei le parole dette da mia madre qualche attimo prima di vederci prendere l'aereo insieme. « Uno dei due lo sta sicuramente facendo! » Continuai nel ricordare il sorriso divertito di Percy che sembrava essere nato per complicarmi la vita.
Iniziai il percorso a piedi verso il minimarket, sistemandomi quel cappellino da baseball che mi ero portata per nascondere il mio viso ai passanti, come se in quel paese non ci conoscessimo tutti quanti senza alcun bisogno di osservare i nostri lineamenti. Ogni tanto alzavo lo sguardo per assicurarmi di stare percorrendo la strada giusta, per poi finalmente vedere l'insegna del negozio e correrci all'interno come se fosse il miraggio più bello di sempre.
Un po' più tranquilla ritrovandomi protetta dai molti scaffali pieni di prodotti, aprii il foglio di carta preso dalle mani di Percy per iniziare quella spesa che aveva l'aria di essere piuttosto urgente visto la sua richiesta di andarci nell'immediato, per poi scoprire come sempre di essere stata presa in giro.
" 1. Ho voglia di patatine, vedi tu quali prendere.. ma che siano buone! "
Trovai scritto sul primo punto della lista, facendomi chiudere appena gli occhi per respirare e rimanere calma, sperando in un secondo punto più serio.
" 2. Non so che cosa fare per cena, guarda se c'è qualcosa di pronto. Ovviamente i piatti li lavi tu. "
« Oh andiamo! » Urlai in mezzo alla corsia alimentare attirando le attenzioni di tutti gli altri clienti. Era possibile avere un fratello tanto terribile?
Iniziai a fare quella spesa assurda, che seppur non specificava niente di quello che servisse davvero a casa, era riuscita a farmi riempire il carrello.
« Era più divertente quando fingevo di essere figlia unica » farfugliai mentre pagavo il conto arrivata ormai alla fine di quell'impresa.
Cercai di far stare tutto quanto all'interno delle due borse date dalla cassiera, per poi riabbassarmi di nuovo il cappellino e riprendere il tragitto verso casa, sicura solo che al mio arrivo avrei fatto scoppiare una guerra mondiale degna dei libri di scuola.
« Non è possibile che siamo fratelli » continuavo a parlare da sola mentre a pochi metri dal negozio mi ritrovavo ad avere già il fiato corto e le braccia indolenzite, « uno dei due deve essere stato adottato, di sicuro! » Continuavo, « alla fine, se lo guardi bene, non assomiglia poi così tanto a papà ».
Arrivata quasi a metà strada appoggiai le borse a terra troppo esausta per continuare anche solo di un passo.
« Percy, questa volta me la paghi! » Urlai asciugandomi il sudore dalla fronte, ma mentre mi riavvicinavo alle borse per poterle afferrare e ripartire, sfiorai le mani di qualcuno che più rapidamente di me riuscì a prenderle per evitarmi il lavoro più pesante.
Spaventata da quella presenza improvvisa,  feci un passo indietro voltandomi di colpo e portando il mio sguardo su quello sconosciuto.
« Non vorrei essere nei panni di Percy quando tornerai a casa » disse sorridendo Drake alzando da terra le borse e continuando a guardarmi. « Andiamo? » .
Per un attimo le cose sembravano ritornate come un tempo, quando camminavamo per le strade del paese l'uno di fianco all'altro, mentre a farci da cornice c'erano solo i nostri sorrisi e gli sguardi increduli di chi ci passava accanto, ma per quanto amassi quella sensazione sapevo che apparteneva ormai al passato.
« Drake » sussurrai cercando di far tacere il mio cuore che di fronte a quegli occhi azzurri riusciva ancora a sussultare senza pudore.
« Dimmi » rispose a quel mio sguardo interrogativo, quasi a non capire come mai fossi così sorpresa e forse anche impaurita davanti a lui.
Senza voler aspettare quella risposta che sembrava non voler proprio uscire dalle mie labbra, Drake riprese a camminare di fronte a me, sorpassandomi tanto vicino da sentire la sua pelle accarezzarmi dolcemente.
« E' meglio incamminarsi o non arriverai mai di questo passo » aggiunse senza più trovare il coraggio di guardarmi negli occhi, dimostrandomi che forse non erano solo i suoi a far provare emozioni scomode.
Vedere le sue spalle camminare lontane davanti a me, riuscivano solo a darmi la voglia di correre ad abbracciarlo, a chiedergli di fermarsi anche solo per un secondo, di rimanere al mio fianco qualche momento in più.
Può davvero qualche minuto di felicità ripagare una vita di sofferenze?
Abbracciarlo in quel momento, averlo vicino in quei pochi minuti, mi sarebbe davvero bastato a sopportare la sofferenza che avrei provato negli attimi successivi quando avrei dovuto salutarlo ancora per vederlo ritornare tra le braccia di qualcun'altra?
« Jodie » mi chiamò Drake notando che non lo stavo seguendo e fermandosi a qualche metro da me, senza però ricevere alcuna risposta poichè ero troppo occupata a mettere ordine tra i miei pensieri.
Potevo davvero rischiare tanto?
« Jodie » mi chiamò di nuovo. Questa volta la sua voce si era fatta più vicina e calda, ma solo quando alzai lo sguardo disorientata lo notai ad un passo da me, mentre le borse si ritrovavano nuovamente a terra e non c'era più nulla ad ostacolarci.
« Sì? » Farfugliai senza capire per davvero quello che stava accadendo.
Le braccia di Drake si alzarono con una velocità che non pensavo neanche possibile, e mi avvolsero in quell'abbraccio che stava creando così tante contraddizioni dentro di me. Con una mano appoggiata dolcemente alla mia nuca, mi portò vicina al suo petto e a quel calore che non era affatto cambiato nonostante i sei mesi che ci avevano divisi.
« Mi sei mancata » sussurrò, « mi sei mancata davvero tanto » aggiunse, mentre i miei occhi si riempivano di lacrime per quelle parole che mi stavano distruggendo il cuore mentre provavano a riparare una ferita troppo profonda.
Mentre le sue mani continuavano a tenermi stretta a lui, le mie si avvicinarono alla sua felpa con la voglia di afferrarla per portare il suo corpo ancora più vicino al mio, tanto da non lasciare lo spazio neanche ad un soffio d'aria tra di noi, ma tremanti lo spinsero appena lontano da me, sapendo che se lo avrebbero stretto non sarebbero state più in grado di lasciarlo andare, quando invece era quello il finale a cui eravamo destinati.
« Noi.. noi non possiamo.. » sussurrai quasi per paura che mi sentisse per davvero.
« Cosa? » domandò Drake mentre mi vedeva allontanarmi a fatica da quel suo abbraccio, senza il coraggio di alzare lo sguardo verso il suo.
« Ha detto che devi fare due passi indietro » urlò una voce alle mie spalle che mi fece sussultare.
« E tu che cosa vuoi? » Rispose Drake in modo sprezzante.
« A me sembra che qui l'unico a non sapere che cosa vuole sei tu. »
Nel sentire quella discussione mi voltai verso la direzione da cui proveniva quella voce sconosciuta, riconoscendo il volto di Alex a pochi metri da noi.
« Cavolo Drake, » riprese parola il ragazzo dopo avermi visto il volto e dirigendosi verso di me, azzerando quella poca distanza che ci divideva. « E' tornata da pochi giorni e sei già riuscito a farla piangere » concluse posando nuovamente lo sguardo su di lui, mentre Drake preoccupato afferrò il mio braccio obbligandomi così a guardarlo negli occhi, gli stessi che stavo cercando di evitare proprio per non mostrargli quello sguardo gonfio ed arrossato che sapevo lo avrebbe ferito.
« Jodie » sussurrò tanto silenziosamente da non essere poi così sicura di averlo sentito per davvero.
« E' tutto okay » provai a rassicurarlo asciugando l'unica lacrima caduta sul viso e mostrandogli un sorriso accennato che forse stava complicando ancora di più la situazione.
« Puoi anche lasciarla ora » si intromise nuovamente Alex, afferrando il braccio di Drake ancora stretto al mio, per poi vederlo reagire a quel contatto lasciando la presa sul mio corpo e allontanando violentemente quella di Alex dal suo.
« Si può sapere che vuoi? » Domandò per la seconda volta Drake spingendo Alex lontano da entrambi, dandomi così conferma a quel racconto assurdo che vedeva Percy, Aaron, Alex e Drake nello stesso gruppo di amici quando erano più piccoli e spensierati, senza però comprendere che cosa nascondesse la loro amicizia per essersi tramutata in un legame talmente pieno d'odio e di risentimento.
Alex sorrise compiaciuto per la reazione ottenuta da Drake, e sapevo che quel suo sorriso non avrebbe fatto altro che innervosirlo ulteriormente, decidendo così di mettermi in mezzo tra i due con le braccia aperte a fare da muro in quella situazione che si sarebbe presto tramutata in un autentico disastro.
« Ora basta! » Esclamai rivolta verso Drake, l'unico che sapevo di poter gestire conoscendolo per davvero.
« Adesso giri con questa gente? » Domandò Drake quasi offeso nel vedermi al fianco di Alex.
« Non giro con questa gente! Non lo so neanche il perchè sia qui » provai a giustificarmi senza neanche capirne il motivo.
« Eppure ti tratta come se fossi la sua ragazza » ribatté ancora.
« Davvero Drake? Siamo arrivati davvero a questo punto? »
« E anche se fosse? » Si intromise ancora Alex, portando il mio sguardo e quello di Drake verso di lui quasi a volerlo supplicare di tacere per qualche secondo.
« Quindi è così? Ti stai vedendo con lui? » Domandò Drake ritornando a guardarmi con occhi più sinceri ed impauriti.
« No! »
« Sì »
Rispondemmo all'unisono io ed Alex.
« Che cavolo stai dicendo? » Mi voltai verso il ragazzo invasa dalla rabbia per com'era riuscito a peggiore quell'incontro.
« Dovreste almeno mettervi d'accordo, non credi? » Sbuffò innervosito Drake.
« Dra- »
Ma ancora prima che la mia mano toccasse il suo braccio e che il nome potesse uscire completamente dalla mia bocca, il cellulare di Drake iniziò a squillare, facendo portare velocemente la sua mano sulle tasche dei jeans per poi voltarsi appena per rispondere a quella chiamata importante.
« Dimmi » farfugliò al telefono cambiando totalmente tono di voce e tramutandosi in un Drake che non avevo ancora visto: un ragazzo che metteva da parte ogni sentimento ed ogni propria volontà, quasi succube per un motivo a me sconosciuto. « No, non sto facendo niente.. » continuò posando lo sguardo su Alex e subito dopo su di me, « niente di importante. »
Nel sentire quelle parole il mio cuore si fermò, non riuscii neanche a comprendere la fine di quella conversazione che sapevo bene potesse avere una sola persona dall'altra parte della cornetta. Mi aspettavo davvero di essere ancora importante per lui?
Non ero cambiata proprio per nulla in quei sei mesi. Era rimasta la solita Jodie speranzosa e sensibile.
« La tua ragazza ti sta aspettando. Occupati di lei. » Disse Alex vedendo Drake chiudere quella chiamata, per poi afferrare la mia mano che stranamente non si scostò dalla sua. « Mi occuperò io di Jodie » aggiunse l'attimo successivo.
Pensavo di essere cambiata, eppure continuavo a guardare gli occhi di Drake posarsi sulle nostre mani sperando in una sua reazione che sapevo fin troppo bene non sarebbe arrivata.
Arrabbiati, allontanalo, spingilo via da me.
Continuavo a pensarlo e a sperarlo, ma l'unica cosa che vidi, furono le spalle di Drake che iniziarono a correre nella stessa direzione di casa mia ma in un edificio differente, anche se il cuore ad attenderlo continuava ad appartenermi.

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Prossimo capitolo: domani, mercoledì 6 novembre

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La mia bugia con te Vol. 2 [Sei il mio sorriso più vero]Where stories live. Discover now