Capitolo 7

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Da quando ero ritornata a casa dall'ospedale sembrava che l'intero paese sapesse quello che era successo, sembrava quasi che ogni persona che si avvicinava a casa nostra, abbassasse il tono della voce, camminasse in punta di piedi e cercasse di fare meno rumore possibile convinti che cercassi di riposarmi e di riprendermi da quello shock subito.
La verità era che pregavo che qualcuno venisse a rapirmi da quella noia mortale.
Comprendevo bene l'ansia di Percy, ma stavo bene. La cosa che davvero non comprendevo era come si aspettavano che superassi ogni paura vissuta rimanendo chiusa in quella casa dove l'unica cosa che mi era concesso di fare era proprio quella di pensare, pensare ed ancora ripensare.
Sbuffai all'idea di trascorrere un'altra giornata in quel modo, fissando il soffitto e sbadigliando ad ogni minuto che trascorreva lentamente, troppo lentamente.
E mentre i pensieri ritornarono a martellarmi la testa, sentii un leggero ed improvviso colpo alla finestra.
« Non hanno messo pioggia per oggi » affermai associandolo al rumore fatto dalle gocce d'acqua che sbattono sul vetro.
Ancora con il sole ad illuminarmi la stanza, mi convinsi di aver immaginato quel colpo a causa della noia che sembrava essere diventata la mia migliore amica, ma ecco un altro suono a farmi voltare verso la finestra di camera mia.
Toc
Toc

Nell'attimo di silenzio, mi alzai dal materasso dirigendomi prudentemente verso il vetro, per poi scoprire che cosa fosse a creare quello strano rumore.
Appoggiando una mano sulla maniglia della finestra, notai un sassolino colpirla leggermente, ricreando quel particolare suono che continuavo a sentire.
Toc
Per poi essere raggiunto subito dopo da un secondo sasso.
Toc
Aprii la finestra per scoprire chi stesse lanciando quei sassi richiamando la mia attenzione, scoprendo che sul giardino di casa mia c'era Alex.
Non appena riuscì finalmente a vedermi, sul suo viso comparve un sorriso luminoso come quello di chi stava aspettando da troppo tempo di vederti.
« Finalmente! Ero convinto che avrei finito tutti i sassi del vicinato! » Esclamò divertito mentre teneva tra le mani ancora una manciata di piccole pietre.
« Che cosa ci fai qui? »
« Volevo vederti » rispose facendomi sussultare il cuore.
Come faceva a dire frasi di questo genere senza un minimo di pudore?
« Lo sai che abbiamo anche una porta d'entrata? » Domandai cercando di cambiare argomento e distogliere l'attenzione dal colore rossastro del mio viso.
« Lo sai che potrei prenderle da tuo fratello? » Rispose usando lo stesso mio tono ovvio.
Nel sentire quelle sue ultime parole, posai lo sguardo sul suo occhio destro che seppur lontano, riusciva a mostrarsi più scuro e gonfio del sinistro.
« Che cos'è successo all'occhio? »
Alex posò d'istinto la sua mano sulla ferita sussultando appena, senza però cancellare quel sorriso dal suo viso, come se la felicità nel vedermi andasse ben oltre qualsiasi sofferenza.
« Un palo » rispose lui dopo averci pensato un po'.
« Hai fatto a pugni con un palo? »
Nel porgergli quella domanda che lo fece scoppiare a ridere, mi appoggiai con le braccia sul davanzale della finestra, godendomi quel momento di svago che da troppo tempo non avevo. Finalmente non ero più sola, finalmente qualcuno mi stava tenendo compagnia.
« Si, facciamo finta sia andata così » rispose continuando a ridere, per poi portarsi una mano sulla nuca e toccarsi nervosamente i capelli, come chi cerca il coraggio di dire qualcosa di scomodo.
« Grazie » dissi bloccando qualsiasi frase stesse per uscire dalla sua bocca, vedendo il suo sguardo raggiungere nuovamente il mio, quasi a non capire a che cosa mi riferissi. Assurdo come riuscissi a comprendere ogni suo pensiero nonostante ci trovassimo così distanti. « Grazie per avermi salvata, se non fosse stato per te.. »
« Usciamo insieme! » Esclamò Alex bloccando ogni mia parola e facendomi rimanere a bocca aperta, « se vuoi sdebitarti, esci con me. Questa sera ».
Rimasi immobile oltre che silenziosa di fronte a quella sua inaspettata richiesta, per poi ritrovarmi ad annuire senza alcuna preoccupazione. A dire il vero non lo sapevo se a spingermi ad accettare quell'invito fosse stata la mia gratitudine nei suoi confronti o la disperata necessità di evadere da quella prigione, eppure quella sera sarei uscita con lui.
Alex sembrava riuscire a toccare il cielo con un dito dopo aver ricevuto la mia risposta, ed era impossibile non ricambiare quel suo sorriso con uno ancora più grande e sincero.
« Allora riposati! » Urlò più entusiasta che mai facendomi un cenno con la mano, poco prima che Percy aprisse di colpo la porta di casa avendo sentito quelle nostre rumorose chiacchiere.
« Non ci posso credere! » Lo sentii urlare mentre il suo amico scoppiava a ridere, « non riesci proprio a non girarle attorno! » Esclamò prendendo tra le mani la scopa che avevamo in giardino e fingendo di volerlo rincorrere.
« Me ne vado! Me ne vado! » Rispose Alex divertito, per poi farmi un ultimo cenno di saluto e scappare dal nostro cortile prima che Percy potesse raggiungerlo per davvero.
« E tu che cos'hai da ridere? » Mi disse mio fratello guardando in alto verso la finestra di camera mia e puntandomi il dito contro.
« Sei tu a farmi ridere! » Risposi facendogli la linguaccia e chiudendo frettolosamente la finestra prima che Percy potesse rispondermi come suo solito.
Con un cuore più leggero e qualcosa di nuovo di cui preoccuparmi, mi distesi nuovamente sul letto, mostrando a quel soffitto che sapeva tutto di me una Jodie nuovamente sorridente e finalmente euforica per qualcosa. 
« Che cosa dovrei mettermi? » Domandai a me stessa ritornando seduta sul materasso, mostrando lo stesso entusiasmo di quando hai il tuo primo giorno di scuola e vuoi mostrare a tutti i costi il lato migliore di te.
Alzandomi dal letto mi fiondai letteralmente dentro all'armadio, iniziando a controllare i vestiti che sarebbero stati più adatti all'occasione.
« Troppo elegante, troppo sexy, troppo serio ».
Scartai almeno una decina di abiti per poi fermarmi e guardare la mia immagine riflessa sullo specchio vicino.
« Come faccio a capire quale sia l'abito più adatto se non so neanche il significato di questa uscita? » Chiesi piegando appena la testa in cerca di una risposta, per poi ripetere mentalmente le parole pronunciate poco prima: "usciamo insieme".
« Non sarà mica.. » dissi poco prima di ripetere le sue parole successive: "esci con me". 
« Sarà un appuntamento! » Esclamai facendo cadere l'appendiabito che tenevo ancora tra le mie mani.
« Un appuntamento con Alex? » Continuai a chiedermi come se la Jodie che aveva accettato quell'invito potesse illuminarmi sull'idea geniale che aveva avuto. « Non allarmiamoci. Ci esci insieme solo per ringraziarlo per quello che ha fatto per te. » Provai a rassicurarmi, e forse a furia di ripetermelo ci avrei creduto per davvero.
Allontanando il più possibile ogni cattivo pensiero, ripresi la ricerca dell'abito perfetto, per poi arricciarmi le punte dei capelli e truccarmi appena per non far notare di aver lavorato troppo sul mio aspetto. Non volevo che Alex si facesse fin da subito un'idea sbagliata su di me: non ero lì per uscire con lui, non stavo cercando un ragazzo, non volevo un fidanzato.
Nel mettermi il lucidalabbra, sentii il campanello della porta suonare rumoroso.
Sorridendo corsi giù dalle scale per poter raggiungere Alex prima di mio fratello, per poi aprire velocemente la porta e scappare senza lasciare prove.
« Allora lo sapevi dov'era la por- » ma prima ancora che potessi concludere quella frase, vidi Drake in entrata con uno sguardo interrogativo, non aspettandosi un'accoglienza tanto calorosa da parte mia.
« Drake? » Domandai inerme di fronte alla sua figura.
« Mi fa piacere vederti così piena di energie ».
Era sincero, riuscivo a leggerglielo nei suoi occhi.
Sorrisi dolcemente, non capendo quale sarebbe stata la risposta più perfetta a quella sua affermazione, per poi posare lo sguardo sul suo labbro ferito ed avere così la conferma di quello che era successo tra lui ed Alex.
« Ma che cosa succede oggi? Vi siete messi tutti d'accordo? » Esclamò Percy arrivando in entrata e trovandomi a parlare con Drake dopo avermi sorpresa insieme ad Alex.
« Fuori! » Lo rimproverai afferrandolo per le spalle e trascinandolo in cucina per poi chiudere la porta alle mie spalle, e ritornare da Drake che ci guardava con uno sguardo divertito.
« Dovevi dirmi qualcosa? » 
« Sì, » riprese a parlare con uno sguardo serio, « devo dirti una cosa piuttosto importante a dire il vero. »
« Così mi spaventi » risposi scherzando toccandogli appena il braccio, per poi notare la sua espressione continuare a rimanere immutabile tanto da comprendere che forse qualcosa di cui spaventarsi c'era per davvero. 
« C'è una cosa che riguarda me e Gwen che non sai. Una cosa che è successa appena te ne sei andata.. » disse tutto d'un fiato facendomi rimanere a bocca aperta. « Il motivo che mi ha portato a stare con lei ».
« Non capisco che cosa intendi dire » risposi farfugliando, cercando di nascondere il fatto che in realtà lo capissi fin troppo bene. Nascondendo il fatto che lo sapevo che ci fosse qualcosa che ancora non mi era stato detto, che lo avevo sentito parlare quel giorno in ospedale, e che non aspettavo altro che Drake bussasse a questa porta per rivelarmi finalmente la verità. « Perchè state insieme tu e Gwen? » Domandai nel modo più diretto che potessi.
« Perchè si amano ».
Una voce alle spalle di Drake si alzò rumorosa raggiungendoci all'improvviso, facendo voltare il ragazzo e attirando anche il mio sguardo.
« Che ci fai qui? » Domandò Drake ad Alex, facendomi capire fin da subito che le cose si sarebbero complicate nel peggiore dei modi.
« Ci puoi dare cinque minuti? » Chiesi ad Alex appoggiando la mia mano sul braccio di Drake quasi per assicurarmi che non facesse qualche azione stupida.
« Voi due andate da qualche parte? »
« Abbiamo un appuntamento » rispose Alex prima che potessi dire qualsiasi cosa, « quindi se non ti dispiace cerca di fare in fretta. »
Da quelle ultime parole riuscii a vedere lo sguardo di Drake mutare, quasi a dimenticarsi il motivo vero che lo aveva portato a casa mia.
Rivolgendo di nuovo ogni attenzione su di me, stava scovando nei miei occhi la conferma a quell'affermazione di Alex che sperava davvero di non trovare, ma il mio silenzio e quel dolore nell'averlo ferito, riuscirono solo a fargli capire che sì, stavo per avere il mio primo appuntamento con lui.
Drake sorrise appena, spostando il suo braccio dalla mia presa per poi sistemare la manica della sua giacca.
« Non vi ruberò altro tempo allora ».
« Non dovevi dir-» ma non riuscii a finire la frase perchè Drake mi anticipò senza più guardarmi in volto.
« Non è più necessario ».
Senza aggiungere una parola in più, passò accanto ad Alex colpendogli appena la spalla, per poi uscire dal vialetto di casa mia, mostrandomi quelle spalle che mi ero troppo abituata a vedere.

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Prossimo capitolo: domani, martedì 19 novembre

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La mia bugia con te Vol. 2 [Sei il mio sorriso più vero]Where stories live. Discover now