Capitolo 1

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DUE ANNI PRIMA



Non ci avevo mai sperato veramente, o forse l'avevo fatto senza però crederci per davvero. Vedere Drake ad aspettarmi davanti casa era un'immagine che avevo accarezzato solo nei miei sogni più intimi, eppure quelle fantasie notturne erano diventate realtà, una realtà però che fingeva solo di essere uguale alle speranze che custodivo poichè il calore della sua mano non abbracciava più la mia, ma quella di Gwen.
Non ero ancora riuscita a cacciare quelle farfalle nello stomaco che si alzavano in volo ogni volta che il suo sguardo si incrociava con il mio, ed eccomi ritornare al suo fianco mentre dedica quegli occhi tanto speciali a qualcun altro. Ma infondo ero stata io a chiedergli di andare avanti, e sempre io gli avevo assicurato che non gli avrei mai fatto una colpa se non mi avesse aspettata. E se gli avessi chiesto di farlo? E se gli avessi chiesto di contare i giorni che ci dividevano fino a quando le nostre strade si fossero incrociate ancora, sarebbe davvero cambiato qualcosa?
Capii solo in quel momento che la mia richiesta di andare avanti era dettata dalla paura che Drake lo avrebbe fatto anche se gli avessi chiesto di rimanere.
« Insomma quello era il famoso Drake.. » disse Percy risvegliandomi dai miei pensieri disordinati e rumorosi. 
« Ne stiamo davvero parlando? » Risposi sapendo che la sua curiosità superava sempre il buon senso di tacere, meravigliandomi però di quanto riuscì a trattenere quella sua domanda dalla fine di quella "festa a sorpresa" messa in piedi dai miei amici.
« Beh, è lui che è venuto a casa nostra per darci il bentornati, non sono io che mi sto impicciando » provò a giustificarsi.
« Scusa, a chi avrebbe dato il bentornati? » Domandai mettendomi più composta sul divano, dove mi ero distesa non appena avevo messo piede in salotto per cercare di guardare quella mia nuova vita in una nuova prospettiva, con la speranza di trovare qualche piccolo dettaglio che me la facesse sentire di nuovo mia. « Nessuno sapeva del tuo arrivo, non ti emozionare troppo, erano qui per me. » Aggiunsi subito dopo.
Percy fece per aprire bocca, ma il suono squillante del campanello di casa bloccò ogni suo tentativo di ribattere.
Forse era Drake, forse era ritornato da solo per poter parlare e salutarmi senza che tutti gli altri ci osservassero come si guardano quegli animali in gabbia con la speranza che mostrino qualcosa di speciale ed unico.
Mentre nella mia mente preparavo il discorso che avrei potuto fargli e le parole che avrei potuto dirgli, il mio cuore iniziava a palpitare tanto da portare un cuscino al mio petto, quasi a volerlo tenere al riparo da qualsiasi cosa sarebbe presto successa.
« Com'è che hai detto? » Riprese parola Percy con una mano sulla maniglia e lo sguardo rivolto verso di me, « ah si! E' un mio amico, non ti emozionare troppo, è qui per me. » Concluse restituendomi la frecciatina lanciata qualche secondo prima.
« Un tuo amico? » Domandai più sconvolta che qualcuno potesse essere amico di mio fratello rispetto che quella persona non fosse Drake, quasi a saperlo infondo che non sarebbe ritornato da me, non quel giorno e forse neanche in futuro.
Percy si era trasferito da piccolo dai miei nonni, trascorrendo solo parte della sua infanzia in questa casa, al fianco mio e dei miei genitori. Era un bambino scatenato che combinava guai da quando si alzava alla mattina fino a dopo essere andato a dormire, per quanto impossibile. I miei nonni, al contrario nostro, abitavano in una casetta in mezzo alla campagna, uno di quei posti sperduti dove puoi correre, stancarti, sfogarti, arrampicarti ovunque e testare la tua curiosità su tutto quello che incontri per strada. Se per il piccolo Percy sembrò di essere in paradiso, il Percy più adolescente e quello adulto capirono che infondo era una prigione per chi desiderasse avere amici e stringere legami sinceri e duraturi. In un posto dove le uniche persone che incontri quotidianamente sono il postino ed i molti contadini che seppur definiti vicini di casa distavano chilometri di distanza, Percy comprese finalmente il motivo della sua presenza in quel posto, decidendo di calmarsi e di diventare quell'uomo maturo che tutti speravamo di incontrare.
O almeno questo è quello che mi dissero i miei genitori per convincermi a ritornare a casa al suo fianco.
« Ehi! » Esclamò mio fratello salutando il suo amico.
« Che bello rivederti, finalmente! »
« Te lo avevo detto che sarei ritornato! » Rispose soddisfatto Percy con fare amichevole, diventando una persona completamente diversa da quella che conoscevo.
« Si, avevamo cinque anni e ora ne hai venticinque. » Ribatté il ragazzo.
« Ehi, non avevo mica specificato dopo quanto tempo l'avrei fatto » .
I due scoppiarono a ridere mentre sentivo le loro voci avvicinarsi sempre di più al salotto, dove mi trovavo ancora seduta sul divano a sbuffare per quella visita inaspettata.
« Oh » esclamò il ragazzo non appena scontrò il suo sguardo con il mio, « tu devi essere Jodie, giusto? » Aggiunse porgendomi la mano e sorridendo nel modo più gentile.
Se solo al posto di quei capelli lisci e castani non ne avessi aspettati di più scuri, e se al posto di quegli occhi scuri non avessi voluto vederne di più chiari, probabilmente lo avrei trovato anche un bel ragazzo.
« Non badare a lei, » si intromise nuovamente Percy senza lasciarmi il tempo di afferrare quella mano, « probabilmente stava aspettando che arrivasse il suo amato Drake ». Aggiunse subito dopo facendomi colorare il viso di rosso ma non per l'imbarazzo, per la rabbia che in così poco tempo di convivenza era riuscito a crearmi.
« Percy! » Urlai lanciandogli addosso un cuscino ed alzandomi dal divano furiosa più che mai.
« Che c'è? Ho detto qualcosa di sbagliato? » Rispose lui ridendo per la mia reazione e facendomi arrabbiare ancora di più.
« Drake, quel Drake? » Si intromise l'amico di mio fratello senza capire di essere in un campo minato. 
« Lo conosci? » Domandai interessata alla sua affermazione dimenticandomi di non conoscere affatto quel ragazzo, e di non aver neanche capito quale fosse il suo nome.
L'amico di Percy rispose alla mia domanda rivolgendosi direttamente a mio fratello.
« Non gli hai detto che eravamo un gruppo unito da piccoli? Io, te, Aaron e Drake? » 
Percy fece un sorriso luminoso confermandogli di aver taciuto quel piccolo dettaglio nei sei mesi trascorsi a sentirmi parlare incessantemente di quel ragazzo che continuava a fingere di non conoscere.
« Sei nato per torturarmi per caso? » Urlai nuovamente contro mio fratello per poi iniziare a corrergli incontro, dando inizio ad una fuga attorno al tavolo della cucina che si sarebbe conclusa nel peggiore dei modi.
« Non mi hai mai chiesto se lo conoscevo! » Provò a giustificarsi lui senza riuscire a smettere di ridere.
Mentre Percy cercava riparo dietro alle sedie afferrando tutto ciò che gli capitava tra le mani per proteggersi dagli oggetti che gli lanciavo, finalmente compì un passo falso portandolo nella mia stessa direzione. Pronta ad afferrarlo per fargliela pagare per ogni bugia detta, allungai le mani ma mi ritrovai di fronte ad un ciuffo castano e ad un sorriso divertito.
« Scusami, ma è pur sempre mio amico » si giustificò quello sconosciuto mettendosi tra me e mio fratello con le braccia aperte in segno di difesa, senza però volermi spiegare perchè avrebbe dovuto proteggere Percy stando a così pochi centimetri dal mio viso.
Riuscivo quasi a specchiarmi nei suoi occhi da quanto i nostri sguardi fossero vicini, e per qualche secondo giurai di poterci sentire in un posto diverso da quella cucina, in un luogo dove c'eravamo solo noi mentre il resto taceva, ma forse erano solo i pensieri di una ragazza che da troppo tempo non vedeva due occhi tanto belli vicini ai suoi.
« Grazie Alex » riprese parola Percy, facendomi così scoprire il nome di quell'amico sconosciuto che si stava prendendo così tante libertà senza sapere nulla di me o della mia storia. « Vedi Jodie, è così che si comporta chi ci tiene per davvero a te » aggiunse mio fratello subito dopo, provocandomi una fitta dolorosa al cuore.
Che cos'era quella sensazione?
Perchè quella frase mi stava ferendo tanto?
Guardandomi attorno mi resi conto di essere sola, di non avere nessuno al mio fianco. Perchè nessuno dei miei amici aveva scelto di rimanere, di chiedermi come stavo, di scoprire che cosa avessi fatto in quei sei mesi? Se erano stati difficili, se avevo sofferto?
Si sono tutti presentati di fronte casa sorridenti, con le proprie mani intrecciate a quelle della persona che amano, come se avessero tutti trovato qualcuno di più speciale di me, come a dimostrarmi che in fondo non è poi così male vivere con la mia assenza.
Nel vedere la lealtà che Alex aveva nei confronti di Percy nonostante i molti anni che li avevano divisi, ricordai la mano di Gwen, quella che consideravo la mia migliore amica, mentre stringeva quella del ragazzo che ero convinta di amare ancora.
E mentre questi mille sentimenti si facevano strada nel mio cuore, non riuscivo a distogliere il mio sguardo dagli occhi di Alex, quasi a volergli sussurrare aiuto, quasi a voler rimanere intrappolata in quel riflesso per paura di affrontare la mia nuova vita. Sapevo che i miei occhi si stavano riempiendo di lacrime, ma avevo promesso che non avrei più pianto, che non lo avrei più fatto per questi motivi.
Inaspettatamente Alex fece un passo a lato, spostandosi dalla mia visuale e non ostacolando più il mio tragitto verso Percy, rendendolo scoperto e vulnerabile.
« Beh, ora puoi picchiarlo se vuoi » aggiunse appoggiando una mano sul mio braccio, quasi ad aver capito la situazione, leggendo nei miei occhi tutta la mia storia e soprattutto il triste finale che la concludeva.
Ora mi sarei potuta finalmente sfogare contro mio fratello, lo avrei potuto prendere e colpire per ogni bugia che mi aveva detto divertendosi alle mie spalle ed anche davanti ai miei occhi, eppure non ne sentivo più il bisogno, rendendomi conto che in fondo le mie erano solo delle scuse pur di non ammettere che non c'erano colpe o colpevoli.
« Divertitevi » dissi guardando Alex ed accennando ad un sorriso per volerlo ringraziare per aver capito i miei sentimenti senza il bisogno di dirli ad alta voce, e dirigendomi subito dopo in camera mia con lo stesso casino in testa che mi aveva tenuto compagnia in quei sei mesi, in ogni giornata passata lontana da tutti loro, pensandoli, amandoli e sentendo la loro mancanza.
Ero davvero così inutile e sostituibile?
Forse dovevo smetterla di credere nell'amore, nelle amicizie "quelle vere", nei "ritorna che ti aspetto" o peggio ancora in quei "ti amo" ed in quei "ti voglio bene" accompagnati da un "per sempre" che il tempo può facilmente spazzare via.
Dovevo davvero continuare a fidarmi di chi sembrava mi avesse dimenticato? Ma la cosa che più mi tormentava era un'altra: avevo davvero fatto bene a ritornare così presto? Non ero ancora sicura di riuscire a non correre da Drake, di lasciarlo nella sua nuova vita mentre lo vedevo sorridere al fianco di qualcun altro, mentre vedevo tutti i miei amici aver trovato l'amore quando a me aveva abbandonato.
Non sapevo quello che sarebbe successo, eppure mi sembrava di aver trovato una mano tesa verso di me, quella di Alex.


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Prossimo capitolo: domani, martedì 5 novembre

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La mia bugia con te Vol. 2 [Sei il mio sorriso più vero]Where stories live. Discover now