Capitolo 18

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La campanella non era ancora suonata, ma la classe era già seduta ordinatamente in attesa dell'arrivo della professoressa. Gli alunni avevano imparato, nelle poche settimane dall'arrivo di Regina, che la donna non era una persona da far arrabbiare ma che finché i ragazzi avessero mantenuto un comportamento ottimale non ci sarebbero stati problemi.

Si erano anche accorti che, comunque, la prof si divertiva a scherzare in classe, specie quando era di buon umore, e che andava particolarmente d'accordo con Emma Swan, la studentessa solitamente meno apprezzata dai professori. L'unica a sapere esattamente come funzionassero le dinamiche tra le due era Ruby, ma ovviamente stava ben attenta a non farlo capire a nessuno – era conscia del fatto che il minimo gossip sarebbe potuto esplodere come una bomba.

Regina entrò in classe con aria seria, dando il buongiorno alla classe, e si sedette dietro alla cattedra, facendo mentalmente l'appello e segnando gli assenti sul registro, nel silenzio generale. Quando ebbe finito con la burocrazia si tolse gli occhiali e li appoggiò accanto a sé, congiungendo le mani e sorridendo serena.

«Spero abbiate passato un buon week-end, pronti a ricominciare la settimana?» Qualche alunno rispose con un cenno di assenso, qualcuno disse "sì". «Non vi credo. Ma dovrete farlo comunque.» Dopo qualche istante di elaborazione, i ragazzi colsero il tono scherzoso e ridacchiarono, realizzando con un sospiro interiore che la professoressa si era alzata dalla parte giusta del letto. «Qualcuno che non sia Swan mi farebbe il riassunto dell'ultima lezione?»

«Oh, per una volta che ero pronta a parlare?» Rispose prontamente Emma, un sorrisetto sul volto.

«Quando mai non lo è, Swan? Specie con la sua compagna?»

Ruby, che era momentaneamente concentrata a scarabocchiare con la penna su un angolo di un foglio, alzò confusamente la testa, sentendosi presa in causa.

«Touché.» E la bionda trattenne un sorriso, restando in silenzio.

Un ragazzo dall'aria allegra alzò la mano e la professoressa Mills gli diede la parola con un cenno di incoraggiamento. Lui iniziò a parlare della crisi della piccola proprietà terriera nella tarda epoca repubblicana, argomento dell'ultima volta, e quando lui concluse il discorso Regina appuntò annuendo qualcosa sul proprio registro. «Ottimo, direi che possiamo continuare da qui.» Si alzò, iniziando a spiegare il capitolo successivo -l'inizio dell'età imperiale- integrando di tanto in tanto con degli schemi alla lavagna. Di tanto in tanto, mentre gli studenti prendevano diligentemente appunti e copiavano gli schemi, lanciava un'occhiata ad Emma, trovandola sempre concentrata a seguire i suoi movimenti e mai una volta impegnata a scrivere. A volte si scambiavano sguardi che racchiudevano intere conversazioni.

"Scrivi."

"Non mi serve."

"Rischi una punizione."

"Dovrebbe dispiacermi?"

L'ora passò incredibilmente in fretta, e quando la campanella risuonò nel corridoio Regina concluse la frase.

«Per domani vi voglio pronti, perché come vi ho detto giovedì inizio ad interrogare. Sì?» Guardò una ragazza in fondo alla classe che aveva alzato la mano.

«È possibile sapere quali sono le sue modalità di interrogazione?»

«Come posso dire di no ad una richiesta così formale e ben formulata?» Ridacchiò. «All'inizio dell'ora scelgo quattro interrogandi – si accettano volontari, ovviamente, a parte Swan-» sentì un piccolo "Ma!" di protesta e continuò senza esitazione. «Ai quattro malcapitati verranno fatte domande su quanto fatto finora, e non accetto interventi da altri. Mentre interrogo potete ripassare per conto vostro, ascoltare o portarvi avanti – in realtà potete fare un po' quello che preferite, a me basta che non disturbiate. Risposta soddisfacente?»

La ragazza annuì. «Sì, grazie. Buona giornata!» Gli studenti salutarono la professoressa mentre uscivano dalla classe, diretti alla lezione seguente.

Regina stava appuntando alcune cose sul proprio registro, quando alzando lo sguardo si ritrovò davanti un'aula vuota all'infuori di una bionda dal sorriso furbo.

«Sì?» Ora che nessun'altro poteva vederla, si concesse un sorriso dolce, di quelli che riservava ad Emma. «Mi faccia indovinare, vuole prenotarsi per l'interrogazione di domani.» La stuzzicò, giocherellando con la penna.

«Mi conosce così bene, prof.» Rispose la ragazza ridacchiando e passandosi una mano tra i capelli. «Preferisco togliermi subito il pensiero per potermi dedicare ad altro.»

«E, di grazia, cosa sarebbe questo "altro", miss Swan?»

«Oh, beh... Posso semplicemente godermi lo spettacolo.»

Regina trattenne a stento un mezzo sorriso, facendo un cenno con la testa in direzione della porta. «Non faccia tardi alla prossima lezione, su.» Ma il suo tono era ancora scherzoso. Emma annuì, salutò e le passò accanto per uscire dall'aula. La donna aggiunse, in un sussurro che nessun'altro avrebbe potuto sentire «Ti chiamo più tardi.»

Emma si diresse ad anatomia con un sorriso sulle labbra.

~

Nel loro solito posto, Ruby ed Emma si stavano accendendo un'attesa sigaretta.

«Dolcezza, senza scendere nei dettagli, che avete fatto ieri? La Mills è qui da tre settimane ed il lunedì è sempre raggiante, dobbiamo ringraziare te?»

Emma ridacchiò, annuendo in silenzio. Prima di parlare si guardò intorno, assicurandosi che non ci fosse nessuno a portata d'orecchio. «Solitamente la domenica la passiamo assieme da lei, dato che... beh, sai, in settimana c'è poco tempo e comunque non è troppo saggio andare in giro.» Ruby si limitava a cenni di assenso con la testa. «Ieri abbiamo iniziato Galavant.»

«Puoi ringraziarmi, bella bionda.»

«Assolutamente, amo quello show. Peccato solo che l'abbiano cancellato.»

«Già... Comunque le piace?»

«Sa cantare.» Disse la bionda con aria sognante, come se fosse stata effettivamente la risposta alla domanda dell'amica.

«Lo prenderò come un sì. Ah, bionda?»

«Hm?»

«Occhio che tra un po' fai un lago per terra.» La Rossa scoppiò a ridere ed Emma le tirò una pacca sulla spalla.

«Scema. Sai che mi piacciono le voci, quindi se qualcuno sa cantare con me guadagna subito punti.»

«C'è qualcosa che quella donna non sa fare?» Ruby congiunse le mani sotto al mento, inarcando le sopracciglia con un'espressione esageratamente euforica. «È bella, è intelligente, sa cantare, sa cucinare...» Ormai stava chiaramente facendo il verso ad Emma.

«Rossastra, ho una cicca accesa in mano ed i tuoi capelli ad uno sputo di distanza.»

La ragazza scoppiò a ridere senza ritegno, con gli occhi lucidi, mentre l'amica cercava di mantenersi seria – fallendo nel tentativo.

«No, ok, comunque.» Ridacchiò ancora un attimo, prendendo fiato. «Sono davvero contenta per te. Non ti ho mai vista così felice.» Emma le sorrise, prendendo l'ultimo tiro di sigaretta prima di gettarla.

«Sì, beh, sai benissimo chi ringraziare.»

Le due rientrarono e si misero in fila alle macchinette per prendere il caffè.

«Tu, piuttosto, non mi hai più detto niente del tuo principe azzurro. Sono rimasta all'uscita al cinema della settimana scorsa.»

«Con lui sta andando bene, dobbiamo metterci d'accordo per vederci una di queste sere. Ti andrebbe di unirti? Mi farebbe piacere fartelo conoscere.»

«Non posso conoscerlo qui?»

«Beh, sai che non è la stessa cosa.»

«Va bene, va bene.» La bionda sorrise, inserendo una moneta per prendere un cappuccino. «Basta che non sia domenica, sono prenotata.»

«Non ne dubitavo, tesoro. Mi offri qualcosa?»

«Solo il mio immortale amore, dato che ho finito gli spicci.»

«Vorrà dire che mi farò bastare quello.»

La campana scandì la fine dell'intervallo ed il corridoio si fece un torrente di studenti diretto alle proprie aule.

La Nuova SupplenteWhere stories live. Discover now