Capitolo 16

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Anche dopo che la bionda aveva smesso di tremare, le due donne erano rimaste tranquillamente abbracciate, ed anzi Emma aveva fatto sedere Regina sulle proprie gambe, di modo da poterla stringere a propria volta. Stavano semplicemente strette l'una all'altra, in un pacifico silenzio spezzato dal flebile suono di dita che accarezzano la stoffa o da qualche occasionale sospiro contento. Solo dopo un po' la mora appoggiò la fronte a quella dell'altra con un'espressione scherzosamente triste.

«Mi piacerebbe poter restare così per ore, ma ho dei piatti da lavare. E purtroppo dei compiti da correggere.»

Emma mugugnò il proprio dissenso, serrando poco di più le braccia attorno al suo busto. «C'è tempo...»

«Sono quasi le due.» Ridacchiò la donna, posandole un bacio sui capelli.

«Se mi offro di darti una mano a lavare i piatti, dimezzando così il tempo che ci metteresti da sola, posso guadagnare altri dieci minuti?»

Regina non riuscì a trattenere una risata divertita e scosse appena la testa. «Se la metti così, come posso dirti di no?»

Contenta, Emma intrecciò le dita delle mani dietro la schiena della donna per attirarla poco più a sé ed alzò il viso per chiederle un bacio, richiesta che fu immediatamente esaudita. Poteva sentire un sorriso uguale al proprio premuto contro le labbra.

Quando, secondi dopo, si separarono, Regina poggiò delicatamente la testa alla spalla della bionda, il naso che ne sfiorava il collo. Emma sorrise, voltandosi a baciarle la fronte prima di incontrare il suo sguardo.

«Comoda?»

«Stranamente sì.» La mora ridacchiò, sollevando una mano per giocherellare con un boccolo biondo poggiato sulla spalla opposta, arricciandoselo attorno al dito sovrappensiero mentre osservava i riflessi sui capelli dorati. «Potrei abituarmi ad una domenica del genere.»

«A me non dispiacerebbe.» Rispose la ragazza, che adesso la stava guardando con un'espressione amorevole sul volto. Come faceva adessere così bella? Dio, si era davvero innamorata di lei. Ma come biasimarla, dopotutto? Regina era una bellissima donna, affascinante, intelligente, e sentiva una connessione con lei che non aveva mai sentito con nessuno. Innamorarsi era stato un attimo.

«Non ne dubito.» Regina alzò lo sguardo nel suo, sorridendo dolcemente, e sollevò leggermente il viso per baciarla ancora. «Sei sempre la benvenuta qui, lo sai, vero?»

«Non è una cosa che sono abituata a sentirmi dire.» Ammise Emma, ridacchiando appena. «Ma ne sono davvero felice.» Portò la mano su quella della donna, felice, e le strinse gentilmente le dita. Reginale baciò il naso.

«Adesso, però, i dieci minuti sono passati.»

La bionda mugugnò il proprio dissenso ancora una volta, ma non si lamentò ulteriormente e seguì Regina, aiutandola come promesso a lavare i piatti. Mentre una insaponava e sciacquava, l'altra asciugava e metteva ogni cosa al proprio posto, dimezzando effettivamente il lavoro che la donna avrebbe fatto altrimenti da sola.

«Sicura di non voler continuare Carmilla?» Emma tentò di proporre, le labbra arricciate in un sorrisetto malandrino, mentre si asciugava le mani, ma Regina le lanciò uno sguardo da oltre la spalla, riponendo l'ultimo piatto, e scosse la testa.

«Facciamo così. Tu a che ora devi andare via?»

«Devo essere da Ruby alle sei e mezza, quindi credo che per le sei dovrò uscire, così da passare a casa e poi andare da lei.»

«Va bene. Allora, fino alle quattro tu ti metti a studiare-» le premette l'indice sul naso con un sopracciglio inarcato ed un mezzo sorriso «-mentre io correggo un po' di compiti. Dalle quattro alle sei, faremo ciò che desideri. Affare fatto?»

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