«Kate» sospiro già stanco. Ma non era lei quella intelligente?

Si alza di scatto, e scorgo la rabbia nei suoi occhi, che si fanno sempre più vicini fino a quando non la ritrovo davanti a me, con le braccia in avanti pronta per spingermi per terra. Ma le sue mani non riescono a toccarmi. Le fisso: è come se ci fosse un muro invisibile tra di noi.

«Ma cosa...»
Kate spinge e sento un rumore sordo. Poi, all'improvviso, una forza sovrannaturale ci scaraventa per terra nel corridoio. Atterro di schiena, sentendo il fiato mancarmi per l'impatto doloroso con il pavimento freddo. Riapro gli occhi ed osservo il soffitto della scuola, intontito e dolorante per il colpo appena preso. Cosa diamine è successo?

«Cos'è questo baccano?»

Ancora per terra, mi volto verso sinistra dove noto la signora Ella farsi avanti: possiamo definire Ella come il capo delle bidelle della scuola, sempre ligia al dovere davanti ai professori ma, alla prima occasione, la ritrovi nello sgabuzzino delle scope a mangiare pasticcini al limone ascoltando Adele in sottofondo. Non è raro passare lì davanti a sentire la sua stridula voce cantare "Hello". Bhe, a dire il vero, dire che quello è cantare è esagerato. Sembra stia scuoiando un gatto.

«Clifford! Cosa ci fai per terra?»

Come al solito, ci impiego qualche secondo prima di capire che si sta rivolgendo a me. Dannazione, non mi abituerò mai.

«Mi raffreddo il di dietro» commento ironico. Ma che domanda è? Mi sembra ovvio che una forza sinistra abbia scaraventato me e Kate lontani. Come mi sembra ovvio che io sia lei ora. Non può arrivarci da sola?

Ella mi osserva con la bocca spalancata, stupita di sentire uscire certe parole dalla bocca di Kate Clifford.

«Chiudi la bocca, entrano le mosche!» la rimbecco io. Serra la bocca e mi scocca un'occhiataccia, avvicinandosi. Sposta lo sguardo da me a Calum/Kate, che si sta massaggiando una spalla con espressione corrucciata.

«Hood. Dovevo immaginarlo ci fossi tu dietro»

Kate la guarda alzando un sopracciglio e io sorrido tristemente: chissà se lo ha capito. Non importa cosa accada, è sempre solo colpa di Calum Hood.

«Veramente non ho fatto nulla» risponde la ragazza piccata.

«Ci sei sempre tu in mezzo però, coincidenze?» ribatte la donna, incrociando le braccia al petto.

«Veramente» mi intrometto «Siamo solo scivolati. Probabilmente il pavimento è pulito di merda» e non è proprio una bugia, quella donna non fa nulla.

«Clifford!» esclama lei adirata «Basta! In punizione!» esordisce con tono solenne. Io alzo le spalle e mi rialzo dal pavimento, aspettando che mi scriva sul suo blocchetto malefico ora e data della punizione.

«Aspetti, aspetti, aspetti» Kate lo dice così velocemente che credo si sia morse la lingua nel farlo. «Non può metterla in punizione!» mi indica con il palmo della mano aperta, con un'espressione disperata sul volto.

«Oh come sei caro» dico con ironia e un sorriso divertito sul volto.

«Zitto» sillaba stringendo i denti.

Ella sposta in continuazione lo sguardo da me a Kate, sempre più scocciata finché non alza le spalle e scrive un altro foglietto.

«Anche tu Hood» dice consegnandolo ad una Kate immobilizzata che fissa prima il volto della bidella e poi il foglio.

«Co-cos'è?» chiede in preda al panico.

Ella lo guarda stranita.

«Ne hai presi così tanti solo nell'ultimo mese che non puoi dimenticarti cosa sia» risponde lei, ponendole il foglietto tra le mani. Kate salta all'indietro facendolo cadere.

Stars Align// Calum HoodWhere stories live. Discover now