Il sogno.

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Il sogno era diventato il mio rifugio.
Non so come ma un semplice sogno riusciva a risollevarmi per almeno qualche minuto da una realtà ripetitiva e così deludente.
Un qualcuno mai visto prima era riuscito a darmi un affetto totalmente puro, inspiegabile a tratti. Ciò mi dava da pensare tanto, veramente tanto.
Il risveglio era così lieto da farmi desiderare di sopire ancora per un po' il corpo e lasciar vagare la mente, in un crogiolo di sensazioni tali da farmi svegliare ancora più leggera e serena.
Erano un paio di volte che lo sognavo in circostanze diverse ma con lo stesso tema di fondo: sguardi e abbracci complici.
Nessuna forzatura, solo tanta voglia di sentirsi vicini con poco.
Sembravamo conoscerci da tanto, eppure era un continuo tenersi stretti quasi come per paura di poterci scivolare via a vicenda, in un battito di cuore troppo svelto.
Non parlavamo tanto, anzi poco o niente.
Non capivo da dove potesse essersi originata inizialmente questa silenziosa complicità.
Per me era impensabile che uno sconosciuto riuscisse ad avvicinarsi a me. Sono sempre stata sfuggente e restia a contatti fisici, anche quelli così semplici come una carezza o una stretta. Eppure in quel momento nulla avrei voluto di più.
Proprio lì rinsavivo e tornavo alla luce del giorno nuovo, lasciando indietro tutto ma non le sensazioni provate.
E sempre lì, nel mio letto, ho riflettuto del perché una persona a me cara non riuscisse a darmi tanto.
Perché qualcuno di reale non poteva farmi sentire così? Perché doveva essere la mia  stessa mente a darmi sollievo, quando siamo circondati ogni giorno da persone che dicono di volerci bene? Perché questo affetto non arrivava al destinatario?
Tanti quesiti e ben poche valide risposte.
Posso solo dire che oggi percepisco enorme difficoltà nelle persone a mostrare i loro sentimenti.
Sempre paura di sentirsi deboli, giudicati, derisi, affranti.
Tanta paura di amare e capirsi.
Ma l'uomo se non può essere tale come dovrebbe comportarsi?
Forse nella mia solitudine ho trovato più conforto che in altre braccia.
Forse la mia mente mi ha dato più motivi per star bene perché sapeva le sofferenze che questa vita poteva darmi.
Quando mancano i gesti, le parole e la vicinanza.
Quando manca il perdono, la pazienza e l'autocoscienza.
Forse, in fondo, questo qualcuno nei miei sogni prima o poi si farà vivo, e a quel punto sarò più che lieta di dirgli "grazie" per tutte le volte che mi ha dato un motivo per credere nella bontà di un qualcuno, anche se ancora non reale.

Tempesta di pensieri Where stories live. Discover now