26. La fine di una storia

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Tish's pov

È sera.

Esco sul balcone della mia camera, lasciando che l'aria mi solletichi la pelle e mi faccia rabbrividire. Il cielo è cupo. Piccole nuvole grigie coprono la luna e le stelle, ma io rimango a fissarlo incantata. Le pendici delle montagne innevate si fanno spazio all'orizzonte e sorrido malinconicamente, mentre alcuni ricordi prendono vita davanti ai miei occhi.

«Un giorno dovrai venire a Gorizia, devo ricambiare il favore» mormoro e lo sento ridere sofficemente.
«Basta che non sia d'estate, sai che amo il mare della mia terra»
«Tenorino, guarda che anche noi friulani abbiamo spiagge niente male»
«Penso che tu non abbia mai visto acque cristalline come le nostre. Come fate a chiamarlo mare? È un'offesa!» esclama con fare teatrale.
«Beh, dovrai accontentarti. Altrimenti, potremmo andare in montagna. Quando ero piccola andavamo sempre a fare escursioni, era il mio posto preferito. C'era una tranquillità invidiabile da chiunque le scalasse e tu devi assolutamente venire» lo imploro, per poi sentirlo sbuffare. «Ti ricordo che alla fine l'Ave Maria l'ho cantato, me lo avevi fatto promettere ed una promessa per un siciliano è una questione d'onore»
«Non riesco a credere che mi hai appena incastrato» ridacchio.
«Vedrai che la amerai»
«Mai quanto amo te»

Mi siedo a terra, mentre porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Dovrei rientrare, il vento è così freddo che mi sta penetrando nelle ossa.  Mi stringo nella felpa, visibilmente troppo grande per me. Il profumo inebriante del tessuto ha l'odore della sua colonia, la mia fragranza preferita.

Apro il pacchetto delle Camel e ne estraggo una, portandomela alle labbra.

Avevo smesso di fumare, lo avevo fatto per lui. Sapevo della sua repulsione verso il fumo. Mi concesse una sigaretta solamente il giorno che abbandonai Amici, quella che si sarebbe rivelata l'ultima. Mi confortava spesso che non sarebbe concluso il mio percorso, non quella sera e non senza di lui al mio fianco. 

Ma io sentivo che per me sarebbe stata la fine. L'unico che ancora non lo sapeva era Alberto.

«Non voglio che te ne vada, cosa succederà fuori?» sorrisi con le lacrime agli occhi. «Io non voglio perderti, non dopo aver affrontato mille ostacoli che ci tenevano lontani. Ho paura che quando io uscirò da qui, tu avrai trovato qualcuno che ti renda più felice di me ed io non riesco ad accettarlo» sussurra.
«Amore» gli accarezzo la guancia e si adagia su di essa. «Questo non è che l'inizio del nostro sogno, quando saremo entrambi fuori saremo liberi di amarci senza censure. Ti chiedo solamente di fidarti di me, di credere in noi e di alzare quella coppa anche per me. Perché non c'è nessun altro che merita di vincere più di te» mi bacia la mano.
«Mi mancherai da morire» singhiozza.
«Anche tu, picio. Non sai quanto» gli asciugo il viso. «Basta piangere, non ce la faccio a lasciarti così»
«Allora, resta» ci guardiamo e ridiamo entrambi.  «Dai vai, altrimenti, non riesco a staccarmi dalle tue labbra» sorrido. «Ti amo!» mormora prima che varchi la soglia e gli mando un piccolo bacio.

Chiudo la porta della casetta alle mie spalle, per poi scoppiare nuovamente a piangere.

Spengo la sigaretta nel posacenere.

Il mio stomaco inizia a contorcersi, mentre la testa inizia a pulsare violentemente. Le uniche cose che placano le mie sofferenze sono solamente due. Il fumo ed Alberto. E solo ora mi accorgo che non ho nessuno dei due. Fumare fa male, mi annebbia la mente e mi uccide lentamente. Alberto, invece, mi fa male continuamente. Quando litighiamo, quando non ci parliamo, quando siamo lontani chilometri e non possiamo neanche chiamarci.

Lui è il mio veleno ed il mio antidoto.
Eppure, stanotte, sotto lo stesso cielo privo di stelle, non è qui.

Il telefono vibra da sopra il comodino. Mi alzo dalla mia posizione e sospiro, mentre cerco di trattenere le lacrime.  Chiudo le palpebre, me le massaggio lentamente, ma il dolore non passa. Vorrei piangere, gridare, urlare che mi manca come l'aria. Vorrei che mi accarezzasse i capelli, come lui solo sa fare. Vorrei che mi cantasse dolcemente all'orecchio le sue canzoni, perché so che finiremo per baciarci distesi sul letto per poi ridere senza neanche un motivo. Apro il messaggio e sorrido istintivamente.

Ti amo come le stelle in un cielo nuvoloso, ti amo come il sole che accarezza la mia pelle, ti amo come la neve sulle montagne, ti amo perché sei ciò che desideravo di più nella mia vita.

P.S: domani ti vengo a prendere e sarai di nuovo mia.

E stanotte, sotto questo cielo, ti amo come fosse la prima volta.

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Questa storia è stata la prima, quella con cui ho iniziato a scrivere capitoli tisherto. Magari non ve lo aspettavate, ma è giunta alla fine. Spero davvero che vi sia piaciuta dal primo fino all'ultimo capitolo, che vi abbia emozionato e magari anche lasciato qualcosa dentro. Voglio ringraziare ognuno di voi, perché siete stati fondamentali. Grazie a tutti per i voti, le visualizzazioni ed anche per i commenti che mi avete scritto. Mi avete riempita di complimenti e di questo ve ne sarò infinitamente grata. Ma, un ringraziamento speciale, va a lei Giochidisuono che mi ha sostenuta e sopportata ogni giorno e che continua ad essere una delle persone che è risuscita ad entrare nella mia vita, a sciogliere il mio cuore e che si diverte a chiamarmi "nordica", ma a cui mi sto affezionando lentamente. I love you, bebe 🖤

Spero vi piaccia il capitolo. Se volete lasciate un commento ed una stellina. Ci vediamo su How Can You Live e sulla raccolta di one shot (very soon). Tanti tanti Bacini.

Mar.

Black & WhiteWhere stories live. Discover now