19. Confessioni e sorprese

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Alberto's pov

«Non voglio vederti cantare con quell'essere» affermo, disgustato.

«Amore, ma sarà solo un duetto» mi prende la mano. «Se dovesse andare oltre, te lo direi» sbuffo.

«Preferisco di gran lunga Mameli» esordisco e ridacchia. «Almeno non ti sta appiccicato e, soprattutto, non ci prova» serro la mascella.

Mi sorride e scuote la testa, per poi alzarsi dal suo posto ed accomodarsi sulle mie gambe. Mi accarezza dolcemente i lineamenti del viso e mi rilasso sotto il suo tocco, così delicato e soave che sembra non provenire da lei. Poi, affonda la testa nell'incavo del mio collo e ci lascia un piccolo bacio sopra. La stringo dai fianchi, tenendola saldamente incollata al mio petto.

«Ci pensi che tra due puntate inizierà il serale?» domanda, chiudendo gli occhi ed annuisco debolmente.

«Andrà tutto bene» la consolo.

«Per ora sono tranquilla, abbiamo conquistato entrambi la maglia» poggia le sue labbra sul pomo d'Adamo, facendomi rabbrividire. «Voglio godermi ogni singolo giorno con te, sfruttare i momenti per starti accanto e ritagliare degli spazi solo per noi» la abbraccio fortemente.

«Appunto per questo, stasera uscirai con il sottoscritto» rispondo. «Ma non ti rivelo nulla, è una sorpresa» solleva la testa e mi guarda, poi mi bacia lentamente.

«Non avrei mai rifiutato» sussurra. «A che ora passi a prendermi?» si morde il labbro.

«Alle 19, visto che il posto dove andremo è abbastanza distante ed il coprifuoco è alle 23» mi spinge sul letto e mi fa distendere, ritrovandomi lei sopra di me. «Cosa vorresti fare?» ammicco malizioso.

«Niente di quello che pensi, pervertito. Solo che stavi per andartene e non voglio lasciartelo fare» ride.

Si sdraia sul mio corpo, circondami il collo con le braccia e la stringo. Poggia la testa sul mio addome ed inizia a disegnare dei cerchi su di esso, mentre mi abbandono alle sue dita. Poi, si sofferma sul tatuaggio sulla mia spalla sinistra. Lo scruta ammaliata, tracciandone il contorno. Sorrido alla scena, sembra così piccola.

«Ti piace?» annuisce.

«È molto bello, cosa ritrae?» chiede, curiosa.

«Euterpe, la dea greca della musica»

«E perché hai dovuto imprimerla sulla tua pelle?» si acciglia.

«È un segno distintivo, come i tuoi puntini, fa capire chi sono alle persone che non mi conosconoAppena lo vedono, pensano che io sia appassionato di musica» le rispondo, saziando la sua curiosità, e mi sorride.

«Ed il pentagramma?» perlustra tutta la sua grandezza.

«Beh, questo è un motivo più personale. Sono le note di una canzone» affermo, sorridendo aspramente.

«Lo hai fatto per tua nonna, non è così?» annuisco.

«Quando ero piccolo, eravamo sempre insieme. È stato grazie a lei se mi sono appassionato alla lirica e se poi ho iniziato a prendere lezioni a soli sette anni. Mi chiedeva spesso di intonare Nel blu dipinto di blu, le piaceva tanto. Il giorno in cui è morta, mi ha fatto promettere di cantargliela appena fosse tornata a casa. Era in ospedale, per un malore di poco conto. Io l'ho aspettata per tanto di quel tempo, ma lei non è mai più tornata» mi rattristo e la voce si fa roca.

Gli occhi si fanno lucidi e si sposta più vicina a me, abbracciandomi in silenzio. Adagio la testa sulla sua spalla, mentre intreccia la sua mano nei miei ricci. Mi godo le sue carezze, mentre mi lascia qualche bacio sulle labbra.

Black & WhiteWhere stories live. Discover now