18. Maglie verdi e tradimenti

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Alberto's pov

Oggi inizia la corsa per il serale e sono in ansia. L'unica cosa che vorrei è stare con Tish, parlarle, accarezzarla e baciarla. Ultimamente, però, c'è qualcosa nel nostro rapporto che si è spezzato. Io la cerco, la guardo e la osservo, ma lei non ricambia mai i miei gesti. Mi sento uno straccio, ho paura. Non voglio perderla, non più adesso. Ero felice con lei, come non mai. Era tutta per me e di nessun altro, mentre ora devo condividerla con Mameli anche -con cui ha stretto un bel rapporto.

Fino a qualche giorno fa, andava tutto bene. Ci baciavamo di continuo, ci amavamo in segreto, ci desideravamo con gli occhi e ci capivamo con uno sguardo. Adesso, sembriamo essere tornati al principio. A quando non sopportava neanche la mia presenza nella stessa stanza, a quando non rispondeva alle mie domande ed a quando non riusciva neanche a sfiorarmi.

Eppure, so che lei mi ama ancora. Me lo dimostrava con piccoli gesti, che mi facevano impazzire. Sento qualcuno pronunciare il suo nome e mi volto di scatto, vedendo Alvis a pochi centimetri dalla mia ragazza. Serro i pugni lungo i fianchi e respiro irregolarmente, sentendo la rabbia ribollirmi nelle vene. Alla fine, lentamente, me l'ha portata via ma non voglio arrendermi. Ho fatto di tutto per lei, perfino nascondere la nostra relazione alle telecamere ed al resto del gruppo. Ci vedevamo solo la sera, dormivamo insieme, facevamo l'amore e se qualcuno sospettava, negavamo sempre.

A distanza di tempo, non so cosa sia successo. Si è allontanata da un momento all'altro, senza dire nulla. Avevamo il nostro tavolo, dove consumavamo i nostri pasti, fino a quando l'ho vista sedersi vicino a Mameli. Ci incontravamo in corridoio mentre ci recavamo alla sala prove e ci sorridevamo, ora teneva lo sguardo basso sulle sue scarpe. Ci riunivamo nella stessa stanza, parlando della nostra giornata appena trascorsa, adesso neanche viene a bussare alla mia porta. Questo suo cambio repentino mi ha profondamente turbato. Mi faccio sempre mille domande, dandomi tutte le colpe.

Forse l'ho fatta scappare? Forse l'ho costretta ad amarmi? Forse l'ho ferita involontariamente? Forse io l'ho amata troppo e per lei è stata solamente una cotta passeggera? Forse è innamorata di qualcun altro e ha trovato conforto tra le mie braccia?

Mi porto le mani tra i capelli, mentre trattengo le lacrime. Non ho mai pianto per nessuno, ma Tijana non è una persona qualunque. Lei è l'eccezione per qualsiasi cosa. È la donna della mia vita e la rivoglio al mio fianco.

«Per favore, possiamo parlare?» sussurro, per non spaventarla.

È seduta su una panchina fuori dall'hotel, mentre ripassa il testo della sua assegnazione. Solleva lo sguardo dal foglio e punta le sue iridi nelle mie, sciogliendomi il nodo che mi si era formato in gola. Quegli occhi di ghiaccio mi erano mancati. Adagia i brani sul suo grembo, per poi concentrarsi sulla nostra conversazione.

«Cosa vuoi?» ribatte esausta.

«Dimmi solo perché» la imploro, stringendo le sue mani nelle mie. «Io ti amo, cazzo. Mi fa male questa distanza, mi fa male non potermi neanche avvicinare a te, mi fa male non poterti toccare, mi fa male non baciarti, mi fa male non averti» affermo, mentre una lacrima mi riga la guancia. «So che tu provi le stesse cose, vorrei solamente delle spiegazioni. Cosa è cambiato in così pochi giorni? Il tuo amore per me è davvero finito?» domando esasperato. «Voglio la verità, Tish»

I suoi occhi si fanno acquosi, ma non si ritrae. Abbassa la testa, reprimendo un singhiozzo. Solo in quell'istante, mi rendo conto di qualcosa che prima non avevo notato. Sta letteralmente tremando.

«È difficile» sospira. «Quattro giorni fa, Alvis è venuto a trovarmi in stanza. Voleva farmi sentire il suo inedito o così mi ha fatto credere. Invece, era solo una stupida scusa per potermi baciare» pronuncia in un soffio. «Però, non è come credi» si appresta a dire.

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