05. Anche fragile

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Alberto

I suoi occhi umidi sono chiusi e le sue lacrime mi bagnano la felpa ma, noncurante del problema, continuo ad abbracciarla. Le accarezzo lentamente la schiena, compiendo dei movimenti dal basso verso l'alto. Sembra gradire il mio gesto, tanto che si stringe di più al mio corpo. L'odore di pesca dei suoi capelli mi manda in estasi. Il cervello si annebbia anche soltanto per questo misero contatto.

Non avrei mai pensato di ritrovarmi in una situazione con lei, la ragazza che si mostra forte e determinata sotto lo sguardo attento di migliaia di persone, ma che poi si rifugia nelle braccia di un ragazzo che -a suo detto- detesta.

La mia mano si posa sui suoi capelli, spostando una ciocca ribelle dietro il suo orecchio. Solo adesso mi rendo conto di quanto sia vulnerabile e fragile, nonostante sia troppo orgogliosa per ammetterlo. Qualche minuto dopo, è lei a sciogliere l'abbraccio. Probabilmente, già si è pentita di averlo fatto e tornerà ad urlarmi contro. Ma per lo meno, non mi ha respinto.

«Ti va di parlarne?» La incalzo dolcemente.

In risposta, mi osserva e non riesco a decifrare ciò che i suoi occhi cercano di dirmi. Devo prenderlo come un invito a continuare a farle domande o devo tacere per non rischiare di rovinare quel briciolo di intesa che si è creata? Prende un respiro profondo, si guarda attorno e schiude le labbra.

«Non qui.» Mormora con voce flebile. «C'è troppa gente.» Conclude il discorso.

Annuisco e, in quella frase, percepisco la solita Tish di ogni giorno. Ma lei non è solo questo, me lo ha appena dimostrato e mi sento onorato di essere il primo a cui ha rivelato il suo lato da bambina.

Nemmeno con Arianna si è aperta del tutto, il che mi fa pensare che non si sentiva pronta a farlo. E, allora, perché siamo qui? Scaccio quei pensieri dalla mente e mi concentro sulla ragazza davanti a me, ancora in attesa di un mio movimento.

«Vieni, andiamo nello spogliatoio maschile.» Mi scruta stranita.

Forse il luogo non è dei migliori, ma è l'unico in cui potremmo starcene in tranquillità. Mameli è a lezione con il maestro Perris, Jefeo è in stanza che parla con Alessandro e Cristian è con la Celentano in sala prove.

«Qua non ci disturberà nessuno per un po'.»

Sembra apprezzare e si siede sulla panca, di fronte agli armadietti. L'aria è tesa, tanto che si può tagliare con il coltello. Il silenzio è piacevole per me che sono felice che si voglia confidare e fidare, ma imbarazzante per lei che si trova in un posto alquanto insolito con una persona con cui non ha un rapporto di amicizia.

Decido di prendere parola, solo per incoraggiarla a compiere un passo importante per se stessa e che può farle solo che del bene. Mi avvicino a lei e mi inginocchio, per averla alla mia altezza. Dopodiché, afferro le sue mani e le racchiudo nelle mie. Stranamente, al mio tocco non si ritira e le sorrido dolcemente.

«Liberati di questo peso, Tijana.» Sussurro, per non guastare l'intimità dell'attimo. «Fidati, ti sentirai più leggera.» Abbozza un debole sorriso.

«Arianna mi ha chiamata Titi, solo mia madre lo usava.» Abbassa la testa verso le sue scarpe, senza aggiungere altro.

Se non avesse voluto continuare non l'avrei forzata, so quanto le sia costato pronunciare queste quattro parole. Le nostri mani sono ancora intrecciate e la vedo arrossire, così ritrae le sue per poi metterle nelle tasche della felpa nera. Mantiene gli occhi fissi in un punto indefinito e porto le mie dita sotto il suo mento, costringendola delicatamente ad un approccio visivo.

Ero talmente preso dal discorso, che non ho notato che ha smesso di piangere e che i suoi singhiozzi si sono placati. Le sue iridi celesti trapelano un qualcosa che prima non c'era, un luccichio, un guizzo che la rendono ancora più tenera. Entrambi non sappiamo cosa dire, ma con lei non sento il bisogno di dover parlare.

Uno sguardo chiarisce ogni nostro dubbio o perplessità, una sintonia di respiri e di emozioni che ci travolge come un fiume in piena. Il mio cuore batte più forte accanto a lei. Mi fissa da un tempo ormai indecifrabile, come se volesse scavarmi dentro. Vuole trovare una conferma che smentisca le sue insicurezze, che sa benissimo di avere e che non la lasceranno mai o almeno fino a che non ci sarà qualcuno che le dica quanto in realtà sia perfetta.

E so che quella persona, se solo me lo permettesse, potrei essere io. Vorrei essere per lei la spalla con cui sfogarsi quando si sente giù di morale o quando vuole poangere o l'amico con cui ridere fino ad avere le lacrime agli occhi per una battuta squallida.

«Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, io ci sono.» Affermo con gentilezza. «La mia stanza è a pochi passi dalla tua, ti basta bussare e io mollo tutto pur di aiutarti.»

Si sporge verso di me e mi abbraccia nuovamente. Questa volta, è lei a spiazzarmi ma ricambio volentieri.

«Grazie mille, Alberto.» Si allontana poi, incerta su come agire, mi bacia la guancia.

Le sue morbide labbra hanno uno strano effetto su di me, un misto di gioia ed imbarazzo. Il suo sguardo cattura la mia reazione e la sento ridacchiare, anche se sono certo che lei senta le stesse cose e le sue guance cremisi ne sono la prova.

«Ci vediamo stasera a cena.» Sibila.

«Ti vengo a prendere per le 20:30.» Stavolta è lei ad annuire. «Fatti bella, più di quanto tu non lo sia già.» Le rivolgo un occhiolino e mi volto, per poi allontanarmi sempre di più.

Con la coda dell'occhio la vedo immobile, nella posizione esatta in cui l'ho lasciata e rido sotto i baffi. Adesso, è lei quella spiazzata. Afferro il telefono dalla tasca e digito velocemente un mesaggio a Jefeo, che in poco tempo è diventato il mio migliore amico.

Non puoi capire cosa è appena successo.

Invio e la risposta non tarda ad arrivare.

Spara, compare.

Tish mi ha baciato la guancia.

Al solo pensiero avvampo involontariamente.

Tijana Boric, ma che cazzo mi hai fatto?

•  •

Buon pomeriggio, my friends! Come potete - forse - notare, il capitolo è leggermente più lungo dei precedenti. Finalmente, i primi approcci tra Tish e Albi, che ne pensate? Cosa succederà nel prossimo capitolo, secondo voi? Vi lascio con il dubbio perché sono cattiva. Btw, se volete colorate la stellina di arancione e ditemi cosa vi ha suscitato questo momento speciale e dolce tra i tisherto. Bacini.

Mar.

Black & WhiteOn viuen les histories. Descobreix ara